Saranno i numeri o le stelle.
Di seguito l’immagine della stagionalità del Vix calcolata a 15 anni nel periodo 5-23 luglio.
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Nella scorsa settimana, S&P500 e Nasdaq hanno fatto nuovi massimi storici. Nel mondo, è stato lo stesso per il Nikkei, l’olandese AEX e l’indiano Nifty.
Non si è ancora sanata la divergenza del Dow Jones con S&P500 e Nasdaq.
Sugli indici europei, il DAX ha cominciato la sua corsa verso l’alto, in modo coerente con gli americani, sia pure su un livello più basso e ancora lontano dai massimi storici. E’ possibile che vedremo un nuovo massimo storico del DAX entro il mese di luglio.
Il Vix ha fatto un piccolo balzo di qualche decimo di punto venerdì scorso, rispetto al giorno precedente, rispettando la statistica a 15 anni che vede un picco modesto nel periodo 5-8 luglio, replicato, poi, nel periodo 17-19 luglio.
Dal 5 al 23 luglio, il Vix negli ultimi 15 anni è stato negativo 11 volte, con un ribasso medio di quasi il 15%. Prendendo la chiusura di venerdì 5 luglio a 12.48, significa, teoricamente, un minimo sotto 11 che non vediamo da moltissimi anni.
Nelle 4 volte in cui il Vix è salito, in questo periodo, ha mostrato circa un +10% in media (circa 1.25 sopra il livello di venerdì, quindi 13.73).
I valori potrebbero variare se rispetto a venerdì 5 luglio il Vix continuasse a salire, in questo caso il valore di riferimento sarebbe la chiusura di lunedì 8 luglio.
Nei 4 anni, sugli ultimi 15, in cui il Vix è salito, il picco massimo al giorno 23 rispetto al 5 è stato di un +20% circa, avvenuto nel 2011,
anno della crisi dell’euro, seguito dal 2021 con un +14%.
Molto diversa la valutazione del Vix sui picchi temporanei e rapidi di volatilità in questo periodo: ogni tre o quattro anni, si è verificato un aumento della volatilità più consistente rispetto alla media del periodo.
Questo è avvenuto nel 2011, 2014, 2017 e 2021, rispettivamente con valori +30%, + 28%, + 13%, e uno smagliante + 49% nel 2021.
La massima estensione della volatilità, in termini di picco temporaneo all’interno del periodo 5-23 luglio, calcolata sulla statistica a 15 anni, ai valori attuali rispetto alla chiusura del 5 luglio, sarebbe quindi di un valore del Vix a 18/19.
I giorni più instabili entro il 23 luglio per l’S&P500 sono il giorno 8 e il giorno 18: quest’ultimo con una forte ricorrenza e prevalenza negativa, con l’approssimazione di un giorno in più o in meno.
Il non-farm payroll di venerdì scorso ha confermato la creazione di posti di lavoro in misura leggermente superiore alle previsioni, ma i dati del mese precedente sono stati rivisti in modo significativo al ribasso.
L’indice di disoccupazione si è innalzato al 4.1%, questo ha messo in azione le trombe da tutto il mondo, per un probabile ribasso dei tassi imminente quanto irreale: il suono è stato assordante, con nomi blasonatissimi che si sono affrettati a dare i loro numeri al lotto azzardando già due ribassi entro il 2024.
Perché non tre, sei diviso 2, come aveva previsto Goldman Sachs a inizio anno, siamo a metà anno, no? Anche quattro, dai, una per ogni riunione della FED fino a fine anno, su su, che il mercato così continua a volare….
Il giorno 11 annunceranno gli utili la Pepsi Cola e la Delta Air Lines.
Poi il giorno 12 sarà la volta di tre finanziari pesanti, JP Morgan, Wells Fargo e Citrigroup, che insieme costituiscono una capitalizzazione di circa 900 miliardi di dollari e sono un indicatore importante dello stato di salute della grande finanza americana.
I finanziari proseguiranno poi nella settimana successiva.
Per le prime grandi aziende dovremo aspettare il giorno 18, con la Taiwan Semiconductor e Netflix, con circa un trilione di capitalizzazione sommate insieme, mentre le Magnifiche saranno dal 23 in poi, e questo giustifica la previsione di un incremento (moderato) della volatilità dopo tale data. Avremo modo di parlarne più avanti.
Può essere frequente in luglio un giorno o due di forte ritracciamento (sarà il 18?) che fa pensare al peggio, alle volte solo per poche ore.
Nel periodo 5-23 luglio, l’S&P500, negli ultimi 15 anni è stato positivo 13 volte. Nelle 2 volte negative (2010 e 2011) l’indice è sceso dello 0.20% e dell’1.30% rispettivamente.
Negli ultimi 25 anni, bisogna risalire al 2002 per avere un sorprendente -19.60% , il peggior luglio della storia per l’S&P500.
Nel ciclo attuale di breve termine, inizia ora la dodicesima settimana dal minimo del 19 aprile, che aveva concluso, alla venticinquesima settimana, il ciclo precedente partito il 30 ottobre scorso.
Siamo alla metà del periodo della massima durata del ciclo di 16-24 settimane.
La massima probabilità è che il massimo di ciclo avvenga in qualunque momento in agosto, per poi dare origine ad un primo ritracciamento, originando il minimo che conclude il ciclo in corso, seguito da un ciclo che inizia con 1-3 settimane di rialzo e poi gira al ribasso, costruendo la classica figura di massimo storico e tentativo mancato di ri-test del massimo, e conseguente caduta del mercato, in coincidenza con il bimestre pre-elettorale di settembre-ottobre.
Si tenga conto di tale possibile figura nelle impostazioni tattiche del vostro trading.
2 maggio, 31 maggio e 2 luglio sono state le tappe di minimi temporanei significativi, distanziati fra loro di circa un mese.
Dal minimo del 19 aprile al primo minimo del 2 maggio sono invece trascorsi 13 giorni, questo rafforza l’ipotesi di un minimo temporaneo intorno alla metà del mese di luglio, forse solo un (piccolo?) shock di breve durata intorno alla citata data critica del 18 luglio.
Maurizio Monti
Editore Traders’ Magazine Italia
P.S.: Nell’articolo di domenica che trovi nella sezione Ultima Ora https://www.traders-mag.it/forza-irrefrenabile-in-arrivo/ avevamo parlato della stella fissa Algol e della sua interpretazione astrologica con la congiunzione di Marte e Urano, che vede il verificarsi di un possibile evento drammatico nel periodo intorno al 16-18 luglio (con approssimazione di qualche giorno).
Io non so se Algol c’entra qualcosa, e non sono un astrologo, però tutto questo coincide con qualche data che vedete sopra per un possibile movimento di temporanea volatilità, all’interno di un periodo che continua ad essere rialzista, come peraltro tipico del mese di luglio.
Così, che ci crediamo a no, attenzione ai picchi di volatilità. Non dovrebbero essere così drammatici, tenuto conto che i valori partono da molto in basso, ma diamo un occhio al nostro conto, ai margini utilizzati e al rispetto delle regole.
Poi, se non avviene nulla, sappiamo che i mercati fanno quello che vogliono, malgrado le nostre statistiche, i nostri numeri, i nostri algoritmi e le stelle in cielo.
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