La Regina del mercato
Alle 19.30 dell’11 dicembre, l’S&P500 tornava a sfidare quota 6100.
Più volte bucato, ma mai definitivamente rotto, tale livello costituisce il nuovo banco di prova del rialzo sull’azionario americano.
La settimana è cominciata con l’incertezza sul titolo Nvidia, che dopo essere stato venduto fin da venerdì della scorsa settimana, ha aperto lunedì con un gap down, proseguendo poi martedì nell’affondo ribassista.
Malgrado un comportamento sostanzialmente positivo degli altri titoli guida, il ribasso su Nvidia è stato sufficiente a creare due giorni di debolezza sia sull’S&P500 che sul Nasdaq.
Nvidia tornava poi al rialzo nella giornata di mercoledì, dopo avere ritestato la zona dei minimi recenti.
Il rapporto fra Nasdaq ed S&P500 è tornato vigorosamente a favore del primo, andando a violare al rialzo i valori del 22 luglio.
Nel contempo anche il rapporto fra l’S&P500 e il suo Equal Weight ha visto una considerevole spinta rialzista: in parallelo, ancora sui minimi recenti lo stesso Equal Weight.
Tutto questo sta ad indicare che la presunta re-distribuzione dell’interesse degli investitori sull’intero listino è ancora molto lontana dal concretizzarsi compiutamente e che la concentrazione sulle Magnifiche rimane alta.
Nondimeno, l’Equal Weight, sia pure ora in fase calante, è solo salito dai primi di agosto in poi, indizio che il processo è in corso.
Sta di fatto, però, che, al momento attuale, positività sulle Magnifiche significa mercato che sale, il contrario se nasce qualche dubbio su di loro.
Il peso di Nvidia non è preoccupante solo per il titolo in sé, ma per la sua posizione di monopolio.
Molte aziende quotate sono clienti o fornitori di Nvidia e questo fa sì che riesca di fatto, da sola, a condizionare in modo rilevante il listino.
Che cosa c’è di nuovo.
Quando negozi le opzioni e guadagni dal passare del tempo, hai due possibili rischi.
Il rischio “delta”.
Il primo è il movimento contrario del mercato: ad esempio se vendi put, il ribasso del mercato.
Lo combatti con una serie di misure preventive: ad esempio la distanza dal sottostante e, in caso di forte rapida aggressione del mercato, con strategie apposite di allontanamento del rischio, che ti permettono di fuggire nella direzione in cui il mercato ti insegue.
Come riferimento di massimo rischio di questo tipo consideriamo la discesa del Covid, che per dimensione (-33% sull’S&P500) e rapidità (29 giorni) non ha eguali.
Tale rischio è efficacemente combattuto con le citate strategie di allontanamento del rischio.
Il rischio “Vega”.
Il secondo rischio è l’aumento della volatilità, che danneggia le tue opzioni vendute da cui vuoi trarre profitto.
Le danneggia perché le gonfia di prezzo e tu vuoi invece che si deprezzino per andare a profitto.
Normalmente l’aumento della volatilità è conseguenza di una discesa del mercato e perché la volatilità possa impensierirti su strategie ben costruite deve essere una impennata forte della stessa.
Il 5 agosto scorso è accaduto un evento unico nella storia: a fronte di una discesa del mercato molto contenuta (-7% in tre giorni di cui circa -3% nell’ultimo giorno dei tre), e comunque vista molte volte in passato, l’aumento di volatilità è stato parossistico.
In 13 ore la volatilità è cresciuta di una quantità analoga a quella che durante la discesa del Covid impiegò 13 giorni.
Dopo questo evento, unico ed imprevedibile, fin dal 20 agosto abbiniamo alle strategie ordinarie che guadagnano dal passare del tempo appositi modelli Anti-Vola, con fortissima capacità di resistenza ad eventi come quello del 20 agosto.
Ora è tempo di risollevare la testa. Di guardare a testa alta al futuro.
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