spot_imgspot_imgspot_imgspot_img
spot_imgspot_imgspot_imgspot_img

Intervista a 3 attori italiani di lingua inglese…ma solo per lavoro (2° parte)

Ultima ora

Scelti per te

Premessa
La premessa è la stessa per tutti e 3 gli attori che ho potuto intervistare sotto il cappello della loro preziosa italianità con, al tempo stesso, una comprovata capacità di ciascuno nell’uso della lingua mondialmente riconosciuta come ufficiale, l’inglese. Un inglese che ha permesso a tutti loro e a molte altre persone di lavorare nel proprio campo anche fuori dal paese d’origine che è la nostra bella Italia. La scorsa volta ho ‘incontrato’ l’attore e artista Saverio Buono (www.traders-mag.it/intervista-attori-italiani-lingua-inglese-lavoro/), la prossima volta ci sarà un altro uomo con le sue interessanti risposte alle mie domande, Tommaso Basili. Oggi abbiamo la donna del trio: Rachele Fregonese. Prima di addentrarci nell’intervista, che vedrete è ricca e varia, propria di qualcuno che non si ferma al primo ostacolo, ma agisce, risolve, ricomincia e fa tutto per, il suo goal, ‘raccontare una storia’, mi preme precisare che avevo inizialmente menzionato una quarta persona e una seconda donna da intervistare: Elena Rusconi Clerici. Purtroppo la situazione nella quale versiamo tutti in ogni parte del mondo, nel suo caso non ha permesso di svolgere l’intervista in tempi non lunghi, perciò, con rammarico di entrambe, essa viene per ora sospesa e, proviamoci, rinviata a data futura. Voglio comunque citarla per essere stata anche lei un’attrice italiana che ha studiato da ultimo nella Grande Mela e ha poi lavorato principalmente, fra teatro e video, sia a NYC sia a LA da dove ci siamo sentite in questi giorni e per avere interpretato un ruolo nel Kolossal Netflix di Michael Bay intitolato ‘6 UNDERGROUND’ con il noto attore Ryan Reynolds protagonista del film.

Per tornare a Rachele, premetto ancora che ciò che ha unito noi 5, Saverio, Rachele, Tommaso, Elena e me, è stato l’incontro e la formazione artistica con il professionista, attore, regista e acting coach Michael Rodgers, nato in Scozia, proveniente da Los Angeles e attualmente domiciliato in Italia, con una bella famiglia, composta da una moglie italiana, ottima attrice anche lei, e da un bimbo delizioso. Non mi soffermerò nuovamente su Michael e sulla sua capacità di trasmettere insegnamenti e tecniche agli attori nonché un modo di conoscere la vita proprio attraverso la grande letteratura e le relative opere universalmente apprezzate, in effetti con Michael non si recita, si vive, non si fa recitazione, si affrontano da vicino i tanti temi umani, ma segnalo la possibilità per chi fosse interessato, nel dubbio vi dico ‘provate!’ ne vale veramente la pena, di seguire i corsi che Michael Rodgers terrà da questo mese dei corsi online, fra il lunedì e il venerdì, divisi in ACTING: STUDIO MONOLOGHI E DIALOGHI TRATTI DA FILM ; ANALISI DEL TESTO: “Un Tram che si chiama desiderio”, “La discesa di Orfeo”, “Lo zoo di vetro”, ossia 3 delle maggiori opere di TENNESSEE WILLIAMS ; STUDIO DEGLI ACCENTI: INGLESE. Ecco il link www.facebook.com/pg/michaelrodgersactingstudio/posts/?ref=page_internal.

E ora andiamo con la seconda persona intervistata!

Rachele Fregonese Attrice, da Londra – 13/03/2020

EMERGENZA COVID-19 A Londra

TRADERS’: Cominciamo subito dal momento critico: qual è la situazione Covid-19 oggi a Londra?

Fregonese: Sono in apprensione per la situazione come evolve a Londra, anche se fortunatamente per ora io sto bene, ma sono preoccupata per mio padre che vive da solo nel Veneto[1]. (non posso riportare altri commenti perché l’intervistata mi ha chiesto di parlare ‘off records’, capisco e la rispetto).

Prima conduttrice italiana di un film festivale inglese alla 10° edizione

Traders’: Rachele Attrice. E Presentatrice in una lingua non tua di una realtà, il London Rolling Film Festival (https://rollingfilmfestival.com/), mai condotta prima da un(a) italiano(a).

Fregonese: Sono stata felice e onorata di condurre questo festival giunto alla sua decima edizione anche perché lo apprezzo moltissimo: l’idea che lo caratterizza è che i corti di cinema indipendente proposti devono stare sotto i 12 minuti e i relativi filmmakers, altrimenti uno per film, devono essere presenti alla proiezione, perciò diventa un luogo utile per espandere i propri contatti nell’industria in cui si lavora. Inoltre, si cerca sempre di invitare chi investe nei film alla serata principale, infatti c’è un segmento del festival chiamato ‘Pitch corner’ nel quale chi vuole viene a raccontare i progetti per i quali intende trovare dei fondi (per esempio una web series o altro) e cerca così degli agganci mirati. Quest’anno abbiamo anche realizzato un Q&A per un documentario prodotto per Channel 4, un’importante emittente televisiva inglese insieme a Channel 5; su quest’ultima andrà in onda uno dei documentari per cui ho fatto un’intensa ricerca lo scorso novembre. A condurre il festival è stata Ellie Torrez (www.imdb.com/name/nm1302814/ ; www.corrieredellospettacolo.net/2018/04/25/9th-london-rolling-film-festival/ ) fino al 2019 incluso. Sì! Quest’anno è stata la prima volta che a condurlo è intervenuta un’italiana.

La formazione in loco e gli altri italiani. Consigli per gli attori (italiani)

Traders’: Parlami di Londra. Da quanto vivi lì?

Fregonese: Sono a Londra da 6 anni. Ho fatto 2 anni negli USA prima di venire qui. Ho frequentato la American Musical and Dramatic Academy per il mio training di attrice, inizialmente a Los Angeles, per un anno, poi a New York, dove ho anche mosso i miei primi passi come attrice professionista. I provini per l’accesso alla AMDA (www.amda.edu/) li avevo preparati con Michael (Michael Rodgers https://en.wikipedia.org/wiki/Michael_E._Rodgers) 8-9 anni fa.

Traders’: Come ti sei organizzata all’inizio di questi 6 anni?

Fregonese: Anzitutto ho cercato e trovato dei survival jobs per mantenermi. Poi la maggior quantità di spettacoli teatrali a tutti i livelli mi ha dato la possibilità di lavorare come attrice in teatri underground, scontrandomi con i limiti della lingua e assumendo le tecniche attoriali locali, la più diffusa fra le quali è la Meisner (https://it.qwe.wiki/wiki/Meisner_technique). Ho pure recitato Shakespeare, ovviamente in inglese. Oggi, dopo 6 anni di esperienza, sento con soddisfazione che mi lascio più andare quando interpreto qualche personaggio. Ha giocato un ruolo in questo anche la mancanza da casa, che ho innegabilmente vissuto più di una volta. Il caso poi di una mia scrittura andata in scena, cioè di uno spettacolo cui sono stata partecipe come scrittrice, è stato davvero interessante e attorialmente utile, perché la scrittura mi ha aiutata a capire come funziona il linguaggio in ambito teatrale e filmico e, più in generale, come si comunica. Questo ha aperto la mia immaginazione e attivato la mia creatività. Inoltre, ho così acquisito una certa indipendenza, evitandomi di fare la segretaria nr. 3 per potere dire 3 battute in croce. La community N.I.A.L. (Native Italian Actors in London http://nial.org.uk/) è una risorsa utile e importante per chi risiede, almeno da un anno, a Londra: io, che ne sono entrata a far parte, ho conosciuto proprio in questo modo Alida Pantone, la fondatrice e direttrice del London Rolling Film Festival che mi ha dato la possibilità di condurlo.

Traders’: Pro e contro di questi 6 anni londinesi come Artista italiana professionista?

Fregonese: Partirò da una constatazione, anche personale basata sulla mia esperienza ad oggi, che essere attori (maschi) è diverso ahimè dall’essere attrici (donne), a Londra come altrove, soprattutto perché ci sono più ruoli (importanti) per gli uomini che per le donne. Altra constatazione: se manca un livello di inglese alto o R.P. cioè Received Pronounciation, le opportunità di lavoro si riducono. Ora due aspetti molto positivi dello stare in UK. Uno riguarda il teatro indipendente: ce n’è molto di più, credo per via delle maggiori agevolazioni per le giovani compagnie teatrali a mettere in scena spettacoli anche in spazi improvvisati; in Italia temo che le difficoltà legate alla messa in scena siano infatti anche economiche. L’altro riguarda la professione attoriale: essa è assai più seriamente considerata che in Italia, forse perché a Londra, sia per i film che per il teatro, la molla è la condivisione di una storia e non, come, secondo me, spesso capita fra gli italiani, un senso di autoreferenzialità premiante il sé rispetto alla storia raccontata.

Traders’: Hai un agente?

Fregonese: No, al momento no. E’ difficile trovare quello giusto. Alcuni che ho cercato mi hanno detto di avere già una donna italiana nei loro books; altri non hanno apprezzato il mio showreel anche se vedendo quello dei colleghi presi non sono rimasta impressionata, ma non lo dico per una sciocca arroganza bensì per evidenziare la possibilità di ben altre ragioni alla base del rifiuto. 

Cinema e teatro. Progetti passati e futuri.

Traders’: Parlami dei tuoi progetti filmici, in che ruolo li hai partecipati e cosa ti aspetta adesso?

Fregonese: Come ho detto prima, essere Attrici (donne) e per di più italiane (quindi ‘forestiere’) a Londra non è cosa semplice anche per il minor numero di ruoli destinati alle interpreti femminili. Avrei potuto frustrami per questo, invece ho scoperto e avviato nuove strade, naturalmente attinenti. Per esempio, ho iniziato a fare produzione, di cortometraggi per lo più. Ho già citato l’attrice Alida Pantone (www.imdb.com/name/nm5595750/) con la quale collaboro nella casa di produzione PAL (Pro-Actors London) nata da un suo progetto. La PAL è una comunità di “Proactive (and Professional) Actors“, ossia attori che, invece di stare con le mani in mano, cercano di modellare la propria carriera. Il sito della PAL è in aggiornamento: sta passando da talent agency, la co-op talent agency, come risulta ora cliccando su https://pro-actors.com/ a casa di produzione. Con Alida è nata una collaborazione fruttifera. Lavoro con lei in 2 altre case di produzione: la River Crossing Production (www.rivercrossingproductions.com/) – presso cui un lungometraggio è in preproduzione – il cui livello professionale è dovuto anche all’attiva partecipazione di Luisa Pretolani (www.imdb.com/name/nm3688790/), un BAFTA member con cui collaboro anche come scrittrice, che lavora da un decennio con la RAI e i cui documentari, alcuni di essi, sono stati acquistati dalla National Geographic (www.italiansandtheuk.it/en/24hours-london/le-due-torri/); la Pro-Actors con cui si sperimenta molto: abbiamo girato 2 cortometraggi in 72 ore lo scorso novembre. A proposito dei due corti: i titoli sono rispettivamente: Kidnapped (mandato a Cannes, è fuori selezione) e The Perfect Match (https://www.imdb.com/title/tt11863822/); sono stati girati a budget zero, con le nostre telecamere e dei microfoni, e indossando ciascuna di noi molti ‘cappelli’ per tutto l’iter, dalla storia alla realizzazione filmica; i personaggi sono 4 nel primo (interpretati da me) e 3 nel secondo. In entrambi i casi, ho anche curato le luci, seguito la produzione ecc.

Traders’: Parlami di entrambi questi due corti.

Fregonese: Kidnapped è un corto della durata di 2 minuti che vuol far riflettere su come gli stereotipi femminili, e la continua necessità conseguentemente di dare etichette, influiscano sulla psiche femminile, mettendo le donne nella difficoltà di esprimersi liberamente.

The perfect match è una breve commedia, di 5 minuti, su tre modi diversi di vedere l’amore e i rapporti uomini-donne.

Per la River Crossing Production ho anche scritto un corto, del quale sono interprete: si chiama Pie, è stato girato in un piccolo appartamento e realizzato con un budget di soli 1500£ che ha permesso comunque un livello professionale alto sia come team, di 15 persone, sia come strumentazione tecnica, ed è in fase postproduttiva. Nel periodo estivo[2] dovrebbe iniziare il circuito di festival internazionali.

Traders’: Pie (www.rivercrossingproductions.com/2019/06/02/pie/) l’hai scritto tu: me lo racconti?

Fregonese: Pie è un corto incentrato sul tema dell’indipendenza femminile e sulla pericolosità di certe rappresentazioni stereotipate delle donne. Nel corto la fa da protagonista il confronto fra la donna moderna e indipendente e la perfetta donna anni ’50; la discussione che nasce è su chi abbia il diritto di godersi la torta appena sfornata: dovrebbe essere conservata per l’uomo perfetto (attendendo che arrivi) o potrebbe invece gustarsela una donna… anche da sola?

F1) Il poster del corto “Pie”

 
“Pie è un corto incentrato sul tema dell’indipendenza femminile e sulla pericolosità di certe rappresentazioni stereotipate delle donne”.
Fonte: sito della produzione: www.rivercrossingproductions.com/wp-content/uploads/2019/05/PIE-poster.png?w=1080&ssl=1 

Traders’: Torniamo al lungometraggio su menzionato, quello in pre produzione. Qui sei attrice?

Fregonese: Si intitola THE COOK (www.rivercrossingproductions.com/2019/5/14/the-cook/). Non credo comparirò come attrice, è più probabile che curerò solo la parte produttiva a un livello interessante, cioè da production coordinator. La storia ad oggi non prevede un ruolo per me. Il film è ambientato nella Germania della seconda guerra mondiale, da italiani è difficile entrarci. Questa sarà un’importante produzione per River Crossing e servirà trovare i finanziamenti.

F2) Il poster del film “The Cook”


Film è ambientato nella Germania della seconda guerra mondiale.

Fonte: sito della produzione: www.rivercrossingproductions.com/2019/05/14/the-cook/

Traders’: Il mestiere di attrice resta il tuo principale anche se devi qui e là metterlo in panchina?

Fregonese: In verità, come cappello unico che sia comune a tutte le mie attività, più che come attrice io preferisco presentarmi come una Story teller, perché, che le scriva, interpreti o produca, sono le storie che mi interessano. Posso dar loro voce a teatro, con il cinema, attraverso i miei testi.

Traders’: Rachele, a proposito dei tuoi progetti, so che ne stai seguendo uno sull’artista Artemisia Gentileschi. Com’è nato? Perché? Me ne parli?

Fregonese: Ho letto un articolo di giornale su questa brava pittrice del 1600 e, incuriosita, ho cercato i suoi dipinti e mi hanno colpita (https://it.wikipedia.org/wiki/Artemisia_Gentileschi), perciò ho fatto delle ricerche per due anni, anche negli archivi della National Gallery. Mi è così nato il desiderio di raccontarne la storia, perché i diritti che le donne di allora chiedevano non erano molto diversi da quelli richiesti oggi e le storie, la sua ed altre del suo tempo, che ho letto non sono, nonostante siano passati 4 secoli, così lontane dai giorni nostri. Sto scrivendo non so se una sceneggiatura per un film o il copione di uno spettacolo teatrale, dipenderà dai fondi a disposizione. Ho lanciato il blog ‘Finding Artemisia’ https://findingartemisia.co.uk/?author=1

nel quale verrà pubblicato un romanzo, con una puntata a settimana. Mi ha presa moltissimo questa figura storica, per me è un simbolo. Un simbolo di valore e tenacia femminile nei secoli.

F3) Rachele Fregonese

F3 Rachele al LRFF
Fonte: gentile concessione di Rachele Fregonese

Altre attività

Traders’: E se dico ‘altre attività’? Cosa fai oltre a recitare, produrre, scrivere?

Fregonese: Sì una in particolare: Stage combat. Lo insegno. Sto anche cercando di cimentarmi in Stage Choreagrapher, per diventare coreografa nelle scene di combattimento con l’uso delle armi. Considera che non amo affatto le armi. È molto interessante esplorare la violenza umana e dare l’illusione, anche grazie a una particolare angolazione, di fare un duello quando invece ci si muove apposta in un modo che sia sicuro per sé e per l’altro. Le armi sono spade, pistole di metallo non affilate, talvolta si va a mani nude. Del resto, anche recitare è creare un’illusione. Questo è un altro ‘cappello’ che indosso e anch’esso ha che fare con lo story telling. I survival jobs cui accennavo, come il lavoro di cameriera che ho dovuto fare all’inizio per avere dei soldi per dei progetti, sono alle spalle, spero per sempre. Ora guadagno dal lavoro produttivo in tv. Infine, scrivo per un paio di magazine online che hanno a che fare con il mondo del cinema.

UN FIL ROUGE CHIAMATO MICHAEL RODGERS. LOS ANGELES HA CASA A MILANO.

Traders’: Tu, Saverio, Tommaso, Elena ed io ci siamo conosciuti grazie a Michael Rodgers (http://michaelrodgersstudio.com/) , che ci ha aiutati tutti artisticamente. Tutti a Milano dal nr. 1 degli insegnanti per attori in Italia, anche come persona. Prima di salutarci, mi sintetizzi in una frase o in un periodo la tua esperienza con Michael, focalizzando la risposta su che cosa ti sei portata a casa delle sue lezioni, cosa hai ammirato in lui come coach e insegnante, cosa hai avuto modo di applicare nel tuo lavoro?

Fregonese: Nella formazione di ognuno ci sono sempre quegli insegnanti che riescono a fare la differenza. Per me è stato Michael, che considero più un mentore che un semplice insegnante. Tramite le sue lezioni ho potuto imparare un metodo di recitazione che mi ha permesso di accedere al mio mondo interiore e di utilizzarlo per dar voce ai vari personaggi. Le sue lezioni di analisi del testo sono state preziose anche nel costruire le strutture dei testi che io stessa scrivo e per ragionare sulla vita più in generale. Infine, il suo incoraggiamento a dare il meglio senza mai aver paura di essere se stessi è stato un aiuto fondamentale per me, anche per affrontare i momenti di difficoltà e solitudine che una vita all’estero comporta e che io ho vissuto.

Conclusione

Saluto dopo quasi un’ora l’intraprendente Rachele, cui auguro, in un mondo, come lei stessa ha evidenziato in maniera discreta, fortemente sessista, di esplodere laddove si sta facendo le ossa e si è guadagnata apprezzamenti, proposte, offerte di collaborazione. Lucio Anneo Seneca diceva “la fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità”. C.V.D.

L’intervista a Rachele Fregonese, che ringraziamo, è stata curata per TRADERS’ Magazine da Alessandra Basile

  1. Nel frattempo Rachele è rientrata in Italia. L’intervista, come indicato, risale a metà marzo scorso.
  2. Se la situazione critica in cui versiamo lo permetterà e con quali misure restrittive.

 

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Inoltre collabora con la Comunicazione corporate di un’azienda. E’ Life Coach ICF e dal 2018 Mediatore giudiziario. Presiede l’Associazione filodrammatica Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, “Dolores”, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ama scrivere di film, spettacoli e personaggi.
Email: alessandraeffort@icloud.com
Sito web: www.alessandrabasileattrice.com
Blog: https://alessandrabasileattrice.com/blog/

Webinar: clicca per iscriverti gratis

Abbonati a Traders' Magazine Italia

A partire da 63€/10 mesi

Riceverai ogni settimana la versione digitale, di TRADERS’ Magazine

× Come posso aiutarti?