Avvenne dopo la bolla dot.com se non leggi bene questo messaggio clicca qui
In altre occasioni, su queste pagine, ho rilevato e condiviso con te alcune affinità fra la bolla delle dot.com e il periodo attuale che stiamo vivendo.
Continuo a sostenere quella tesi: e mi spingo anche a prevedere che il post crisi del Covid, avrà alcune caratteristiche simili alla post-crisi delle dot.com.
Faccio una premessa: dalla bolla delle dot-com si è usciti con un mercato ribassista che è durato a lungo, e che è transitato anche attraverso il periodo del drammatico attentato alle Torri gemelle.
Io non so se dal grande rialzo dell’era della pandemia, usciremo con un simile mercato ribassista.
Di sicuro, dico che un lettore del Wall Street Journal ha commentato così la notizia del Dow Jones a 30.000 punti (in lingua originale, sotto trovi la mia traduzione):
“Your editorial ’The Dow Hits 30,000, (Nov 25) notes that since the 2016 election the Dow has increased from 18,000. Before we celebrate too much, should we consider that in that same period, total public debt has increased from $18 trillion to $27 trillion (a 50% increase)? Is this just a case of debits equaling credits? What happens when all this forward spending ceases or has to be paid back?”.
“Il vostro editoriale “Il Dow sfonda 30.000 punti” (25 novembre), rileva che dalle elezioni del 2016 il Dow è cresciuto da 18.000 punti. Prima di darci a eccessivi festeggiamenti, non dovremmo considerare che nello stesso periodo il debito pubblico è cresciuto da 18 trilioni a 27 trilioni (50% di incremento)? È come dire che compensiamo debiti e crediti? Che cosa accade quando la espansione della spesa cesserà e dovremo ripagare il debito?”.
Ecco, questo è l’elemento differente rispetto alla bolla delle dot.com. Ma non sappiamo quanto questo riuscirà ad evitare una crisi finanziaria basata su un assestamento naturale dei valori delle borse inflazionati dall’eccesso di liquidità.
O meglio, facciamo finta di non saperlo, altrimenti riceverei un migliaio di email da chi difende a spada tratta l’opera sacra, munifica ed eterna delle Banche Centrali e mando in crisi, come già accaduto, il nostro Customer Care.
Se non so, o faccio finta di non sapere, come finirà, d’altro canto sono ragionevolmente sicuro di che cosa accadrà da un punto di vista economico.
Quando l’economia ha bisogno di ripartire, sono i mercati emergenti a beneficiarne. Perché il mondo intero si rivolgerà a quei mercati chiedendo merci, servizi, materie prime e perfino tecnologie che agevolino la ripartenza.
Il mondo globalizzato ragiona così.
Fra il 2003 e il 2007, vedemmo un colossale sviluppo con rendimenti a due e tre cifre sui mercati emergenti.
Era l’uscita dalla crisi delle dot.com, crisi ormai dimenticata e sepolta dal bearish market che ci fu dal 2000 in poi. Era il post-crisi, la grande ripresa economica, la necessità di far ripartire tutto, di tornare alla fiducia.
Poi, sappiamo che la finanza riuscì ad investire quegli utili nel modo più pazzo possibile, alimentando poi la crisi finanziaria del 2007-2009 e travolgendo tutto. Ma questo è un altro discorso.
A novembre, abbiamo avuto il primo sentore del nuovo trend a favore dei mercati emergenti. +13% sull’ MSCI Emerging Market Index parla da solo.
La storia non si ripete mai uguale, ma insegna molto.
Invece che guardare Tesla, forse è meglio guardare qualche cosa che torna ad avere a che fare con i valori dell’economia reale.
Sui mercati nostrani, ci saranno delle opportunità conseguenti a questo trend mondiale.
Stefano Sabetta e Luciano Lo Casto erano protagonisti di un webinar di grande Cultura finanziaria, dove abbiamo illustrato in ogni particolare il metodo Reply: ovvero, come individuare e selezionare i migliori titoli, individuando i punti di ingresso, gli stop e i target replicando con un metodo preciso i movimenti degli istituzionali.
Una replica degli istituzionali, a tutti gli effetti. Incredibile? Lo sembrava anche a noi, prima di averlo visto e averne avuto la dimostrazione.
Per darti modo di condividere con noi questo contenuto, abbiamo generato una replica continua da domenica 6 dicembre fino a mercoledì 9 dicembre scorso.
P.S.: Parlare di mercati che salgono sempre è bello. Quindi, ci adeguiamo, c’è già abbastanza smarrimento dovuto alla situazione della pandemia. I mercati saliranno, Santa Fed e Beata Bce salveranno il mondo, l’economia, la finanza, i tuoi risparmi, tutto ciò che è salvabile.
Anzi, diciamolo, così sogniamo un po’: stavolta, non è una bolla, è diverso.
Tesla? È sottovalutata.
Ford, General Motors, Mercedes, BMW, Wolkswagen, FCA, Toyota sono tutti un gruppo di rinc… incapaci di concepire motori elettrici per autovetture e fare concorrenza a Tesla.
Anzi stanno tutti per proporre a Musk di comprarli a un decimo del loro valore avendo in cambio azioni Tesla.
Poi, quando ci risvegliamo dal sogno, vedremo, no? Nel frattempo i tromboni avranno perso il loro lavoro, loro non lo sanno ma è così, e ce ne saranno altri e tutto ricomincerà.
L’importante è non ricordarsi il passato e andare avanti. Così va la finanza.
Prima che tutto questo si realizzi, diciamo entro il quadriennio prossimo, abbiamo visto le opportunità da cogliere, con un metodo concreto, che replica il comportamento degli istituzionali grazie ad un sistema di trading creato da un grande professionista.
Editore Istituto Svizzero della BorsaMaurizio Monti