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Argento: un altro elefante in un negozio di cristalli

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C’è una montagna di carta che sovrasta tutte le commodity. Quella montagna di carta, alle volte, supera perfino il peso delle commodity stesse, con conseguenze imprevedibili e spesso drammatiche per il mercato e per gli investitori.

Abbiamo visto nel 2020 il petrolio andare in negativo, sospinto al ribasso dal peso di una di quelle montagne di carta che non riuscivano più a trovare valore per coprirsi. E abbiamo scoperto che per un istante facendo posto in giardino per immagazzinare qualche barile di petrolio ci avrebbero perfino pagato purché lo ritirassimo.

Sovrapproduzione sì, ma carta in eccesso, soprattutto.

Ora sta avvenendo qualche cosa di diverso e di simile allo stesso tempo sull’argento. Dove il problema è inverso, ma dà origine ad uno squilibrio consimile, dalle conseguenze imprevedibili, tutte da scoprire nelle prossime settimane, o, forse, nei prossimi giorni.

Andiamo con ordine: dopo il grande rialzo di agosto 2020, dove il future ha toccato i 30 dollari per oncia, l’argento ha perso circa il 27% del suo valore, andando a testare più volte fra settembre e novembre il supporto intorno ai 22-23 dollari.

Tale supporto si è consolidato , dando origine poi ad un progressivo rialzo delle quotazioni, fino a toccare di nuovo i massimi di agosto nella prima settimana di febbraio. La spinta rialzista è stata sostenuta da forti ingressi speculativi, e si è temporaneamente esaurita nella stessa settimana. Il prezzo quota ora sopra 27 dollari.

Fra fine gennaio e inizio febbraio, JPMorgan, emittente di uno degli ETF sull’argento più negoziati a livello mondiale, ha acquistato una grande quantità di argento fisico per coprire la domanda sui propri ETF.

La stessa JPMorgan, con data ufficiale 8 febbraio, pubblicava presso la SEC un documento di variazione all’informativa sul proprio ETF, annunciando, di fatto, la difficoltà oggettiva di poter ancora approvvigionarsi di argento, nel caso di continuazione della domanda sul proprio ETF e conseguente impossibilità di emissione di ulteriore quote sullo stesso.

Precisando, anche, che il prezzo dell’argento fisico potrebbe non avere più correlazione di fatto con quello del proprio ETF. Tombola.

Non solo. Nell’avviso di JPMorgan viene sottinteso che in caso si verificassero operazioni di short sull’ETF, e queste dovessero obbligare a ricoperture, le stesse potrebbero contribuire ad aumentare il prezzo delle quote.

Che cosa avverrà ora?

Un altro elefante all’interno di un bel negozio di cristalli? Un grande botto al rialzo e poi un crash dell’argento?

Non possiamo dirlo. Siamo nel 2020-2021. Inizio dell’ultimo quinquennio di follia dell’epoca delle montagne di carta.

Il 16 febbraio scorso alle 10.30 c’è stato il Martedì della Borsa. Insieme con Giorgio Pallini abbiamo discusso di mercati ascoltando i consigli dell’esperto per individuare i titoli migliori di Borsa Italiana o delle Borse internazionali.

E abbiamo parlato anche di questi elefanti in cristalleria: clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

P.S.: Attenzione a questi fenomeni. Non sono quelli che ricerchiamo come investitori. Attenzione a non farci travolgere dal sogno di un grande profitto che potrebbe trasformarsi in una grande perdita. Prudenza, piccole size di investimento, grande attenzione e chiusure rapide delle posizioni. Oppure, parola d’ordine sempre valida: stare alla finestra quando non sai che cosa accade e goditi lo spettacolo, con quel po’ di ironia che deve sempre accompagnare la finanza operativa. Clicca per iscriverti e vedi la registrazione, condividiamo un’ora di grande Cultura finanziaria.

 

Maurizio Monti

 

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