Non credevi fosse facile, vero?
Da 38 anni la Exxon porta avanti una politica di assoluta attenzione agli azionisti, aumentando gradualmente il dividendo in modo costante.
Dal minimo del 23 marzo 2020 intorno ai 30 dollari, il titolo ha recuperato circa il 50% della discesa del Covid, per poi risentire pesantemente della discesa dei prezzi del petrolio, andando a toccare un doppio minimo da manuale a fine ottobre.
Il titolo ha poi beneficiato della risalita dei prezzi del petrolio recuperando oltre la soglia dei 60 dollari.
La politica di dividendi di Exxon, oggi, non è più sostenibile. Nel 2019, il cash flow dell’azienda era intorno ai 5,4 miliardi di dollari, con un prezzo del petrolio fra 50 e 62 dollari il barile.
L’azienda, malgrado il flusso non così brillante, pagò 14,65 miliardi di dollari di dividendi, arrivando ad aumentare anche il suo debito a lungo termine per poter sostenere il dividendo. L’eventuale aumento dei tassi di interesse contribuirebbe anche a deprimere ulteriormente l’andamento economico.
Nel 2020, il crollo dei prezzi del petrolio, ha fatto crollare in negativo il cash flow. Nonostante questo, Exxon ha continuato a pagare un dividendo altissimo di 14,9 miliardi di dollari con soldi, che, sostanzialmente, non aveva.
Con la stabilizzazione progressiva dei prezzi del petrolio, oggi intorno ai 60 dollari, il flusso di cassa di Exxon si è almeno parzialmente ripristinato, ed è stimato in proiezione per il 2021, a 17,3 miliardi di dollari.
Non meno dell’85% di tale flusso andrà a pagare il dividendo del 2021: con una prospettiva molto deludente come outlook sugli anni a venire.
La rotazione settoriale, graduale ma inesorabile nel settore energetico, sta colpendo in modo drammatico le grandi compagnie. C’è anche aria di fusione fra grandi compagnie del petrolio, ormai alle prese con problemi strutturali di costi e con ricavi troppo esposti alle oscillazioni del mercato.
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P.S.: Il mercato sta delineando nuovi poli di attrazione. Abbiamo visto il Nasdaq incespicare nelle scorse settimane, come sintomo evidente macroscopico della rotazione settoriale, accentuata dalla graduale uscita dalla pandemia. Negli Stati Uniti sono state somministrate 200 milioni di dosi di vaccino, un numero che fa impallidire l’Europa. Significa che la rotazione settoriale avrà velocità variabili in differenti aree del mondo: un fenomeno complesso, da interpretare con molta attenzione nei prossimi mesi.
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Editore TRADERS’ Magazine ItaliaMaurizio Monti