Nella scorsa uscita – proseguo oggi con il terzo capitolo dell’intervista al noto cantautore italiano di Crotone – Sergio Cammariere mi ha raccontato del binomio mare-matematica come fondamento della sua musica, quindi di tre parole e tre concetti a sé stanti uniti solo dalla lettera iniziale ‘m’ e dalla passione del nostro intervistato per tutti e tre. Abbiamo poi parlato della sua grande e lunga amicizia con un altro talento artistico, nonché persona di indiscussa disponibilità e, come lui stesso ha detto, generosità, Gianmarco Tognazzi e con Luca Lionello, anch’egli figlio d’arte e molto vicino a Sergio. Ci siamo soffermati sui concetti di orecchio assoluto e memoria culturale, l’uno caratteristica dello stesso Sergio e l’altra che andrebbe tramandata specie ai giovani d’oggi. In questo capitolo parliamo, fra le altre cose, di letteratura e poesia miste a musica e, essendo da poco scomparso un genio musicale affine, dedico a lui questa uscita, al grande Franco Battiato.
I 60 e i progetti
Basile: A proposito di cose che non hai fatto, pochissime direi, c’è qualcuna che desidereresti molto o che hai già in programma di realizzare prossimamente?
Sergio Cammariere: Ti rispondo così: ciò che io desidero è incontrare i grandi musicisti o, meglio, continuare a farlo, perché mi è già capitato spesso; per esempio, penso a Toots Thielemans (https://it.wikipedia.org/wiki/Toots_Thielemans) al Pescara Jazz (https://www.youtube.com/watch?v=tFTSwXQb_MI) e al musicista Jazz Pat Metheny (https://it.wikipedia.org/wiki/Pat_Metheny), che ho sfiorato a Padova pochi anni fa. Per me si tratta di musica e arte dell’incontro, anche la vita è incontro, e la musica è fatta di questa contaminazione. Mi piacerebbe incontrare anche musicisti quali un percussionista africano o un suonatore di udu (https://it.wikipedia.org/wiki/Udu_(strumento_musicale)), perché amo tutti i generi.
Basile: Tu sei un cantautore e uno scrittore, oltre a molto altro. Quindi parliamo di letteratura e poesia. So che anche in alcuni tuoi colleghi, come De Gregori, De André o Guccini, c’è un amore per la letteratura e la poesia che traspare proprio dalle loro canzoni. Traspare dalla vostra musica.
Sergio Cammariere: Assolutamente. Guccini è il maestro dell’endecasillabo. Mi ricordo di De André nel 1997. E aggiungo Paolo Conte, che ho avuto la fortuna di incontrare al Premio Tenco. Sono tutti maestri, come pure Bruno Lauzi, di cui divenni amico nel 1996, Umberto Bindi, Sergio Endrigo e il capostipite Gino Paoli, insomma l’essenza della scuola genovese[1]. Ne abbiamo fatti di concerti assieme io e Gino, che mi raccontò come fosse nata la canzone d’autore, anche per merito del produttore Nanni Ricordi (https://it.wikipedia.org/wiki/Nanni_Ricordi). Di storie in camerino prima di un nostro concerto Gino me ne narrava parecchie… fra un brandy e una Marlboro rossa.
Basile: Parliamo del tuo compleanno: direi che, pandemia a parte, hai festeggiato alla grande i tuoi 60! Tra il libro, il nuovo album dedicato al piano, tutti i lavori e i riconoscimenti fino ad oggi, mi sembra ci sia molto da festeggiare anche il prossimo novembre. A questo punto, una domanda d’obbligo: quali altri obiettivi ti poni o ti sei posto nel tuo presente e quali ti porrai nel tuo futuro?
Sergio Cammariere: I progetti che ho sono tanti, in verità. Io lavoro da trent’anni con Roberto Kunstler (https://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Kunstler), mio fratello di scrittura, e ci sono già dodici canzoni nuove che entreranno in produzione e costituiranno, nel 2022, il mio disco da cantautore numero 11 o 12. Giusto Gianmarco mi ha messo in testa questo ‘tarlo’ del cinema e, ti dirò, mi sto cimentando nel trovare una produzione per il mio film. È un docufilm su Rino Gaetano. Poi ci sarà anche il film sulla mia vita. Insomma, le cose in attivo e future sono tante. Ah! I diritti cinematografici del libro sono stati già considerati da Rizzoli e dalla Walkabout Literary Agency.
Basile: A proposito di cinema, è un’esperienza che ti è piaciuta? Riassumendo, le tue esperienze sono state, non solo tante, ma varie: dai concerti, con voce o senza, alla gestione di un bar con un socio e un amico pianoforte, al cinema per l’appunto con le tue colonne sonore, al libro…
Sergio Cammariere: (aggiunge, ndr) Al teatro!
Il teatro
F1) Sergio Cammariere in un simpatico gesto a braccia aperte
Sergio Cammariere in uno scatto che indica apertura e ispira condivisione.
Fonte: Ufficio Stampa Letizia D’Amato
Basile: Giusto, il teatro! Ho letto che il tuo libro potrebbe diventare un film o una pièce. Del primo mi hai già detto qualcosa, parlando dei diritti venduti. E della seconda?
Sergio Cammariere: Cosimo Damiano Damato ed io abbiamo preparato la pièce teatrale che andrà presto in scena e si intitolerà ‘Sono sempre stato libero’, che poi era il titolo originario anche del libro, ma per quest’ultimo abbiamo ritenuto ‘Libero nell’aria’ più adatto, perché di più giusta lunghezza. Quindi sì, a teatro lo portiamo!
Basile: E dove lo replicherete? Avete già delle date?
Sergio Cammariere: Sì, soprattutto in Puglia. Però non ti nascondo che, come molti, siamo in un momento di attesa, perché le regole siano più chiare al riguardo.
Oggi[2] si è svolto il Question Time trasmesso dalla Rai in diretta televisiva dall’Aula di Montecitorio e il ministro Franceschini ha promesso nuove misure a favore dei lavoratori del comparto spettacolo, chiedendo un ulteriore sostegno alla cultura, per organizzare le riaperture dei teatri. Ci vuole ancora un po’ di tempo per riassettarci tutti, con pazienza ce la faremo, intanto io ho già fatto la prima dose di vaccino…
Basile: Ah fantastico! Mi fa un enorme piacere sapere che ci siano queste promesse ‘dall’alto’, speriamo si concretizzino e siano sufficienti. Il momento sospeso lo comprendo più che bene, essendo, non solo un’attrice, ma, dal 2013, una piccola produttrice teatrale, cosa che mi ha fatto sentire qualsiasi pièce abbia interpretato o co-interpretato assai più mia. E tu Sergio, in ‘Sono sempre stato libero’, interpreterai te stesso?
Sergio Cammariere: Diciamo che ci divideremo così: Cosimo leggerà dei brani tratti dal libro, mentre io suonerò al piano, improvvisando o cantando qualche mia canzone.
Basile: Davvero affascinante, spero proprio di vedere il vostro spettacolo. Dunque, tanti impegni diversi, seppure uno su tutti, il piano. Il piano non fu il tuo primo strumento musicale, lo fu l’organo GEM regalatoti dal tuo papà. Trovo meraviglioso e non scontato questo grande supporto famigliare, che intuisco, alla tua passione e certamente al tuo talento fin da piccolo. Più avanti, grazie ai guadagni da un paio di lavori che facesti, riuscisti finalmente a comprarti il pianoforte. Mi è piaciuto molto anche quando, nel libro, hai menzionato più volte i dischi, 33 o 45 giri, dal prezzo ai tempi alto. Infatti, il loro acquisto era, per te, mirato e fatto con dedizione; credo funzionasse così per tutti allora. Altro che come si fa oggi, scaricando la musica dal web, in velocità ed economia.
Sergio Cammariere: Sì, la fruizione è decisamente cambiata e dobbiamo prenderne atto, per esempio anche nel mondo del cinema. Però penso che dobbiamo sempre rifarci al classico, al passato: se c’è un quadro che ancora ci dà emozioni, un Caravaggio o un Michelangelo, allora forse non ci siamo involuti. Nell’ultimo ventennio, è cambiato tutto troppo velocemente, la mistificazione è degenerata, nonostante il tanto progresso; a dispetto di tante macchinette e del computer, la curva dell’umanità è protesa all’involuzione a livello etico, estetico e spirituale. Per migliorarla, si dovrebbe tornare agli anni ’20: è in quegli anni che, nonostante le crisi post guerra mondiale, sono sorti tutti i movimenti culturali che hanno influenzato noi occidentali fino agli anni 60, dal surrealismo alla beat generation. In mezzo alle crisi di guerra l’arte conservava i grandi valori.
Basile: L’emozione di un’opera d’arte, che tale resta nei secoli, arriva a colpire anche chi la scopre 100 anni dopo. Mi viene in mente il mio spettacolo teatrale del 2019, quando ho diretto e interpretato il meraviglioso testo di Jean Cocteau ‘La voce umana’, che fu scritto nel lontano 1930[3].
Sergio Cammariere: Certamente, come autori penso anche al nostro Pirandello o a Shakespeare.
Basile: O a Dante!
Sergio Cammariere: A proposito di teatro – sebbene non l’abbia menzionato nel libro in cui cito il ben precedente teatro Flaiano, che risale al 1999, dove sono stato anche attore – una delle maggiori esperienze l’ho vissuta con la grande scrittrice Dacia Maraini, con la quale ho scritto dieci canzoni che hanno fatto parte di uno spettacolo intitolato ‘Teresa la ladra’, drammaturgia Dacia Maraini, regia Francesco Tavassi e interpretazione Mariangela D’Abbraccio. Lo spettacolo, messo in scena nel 2016, è stato un successo replicato più volte, sia all’Eliseo di Roma che in altri teatri italiani.
(Per esempio, al Teatro Regio di Parma: https://www.youtube.com/watch?v=Yd16Bb53SCU , ndr).
Rino Gaetano: il cugino post-mortem e il suo album
Basile: A proposito di celebrità e professionisti ahimè scomparsi, mi viene in mente Rino Gaetano (https://it.wikipedia.org/wiki/Rino_Gaetano), che hai prima menzionato e con il quale so che eri imparentato, però quest’ultimo aspetto l’hai scoperto da grande, quasi un pò per caso. Come mai?
(Il suo ‘Gianna’ ha rallegrato e smosso la fine degli anni 70 (uscì nel 1978) e, per quanto mi riguarda, soprattutto le decadi successive: https://www.youtube.com/watch?v=laIH5AQqeH0, ndr).
Sergio Cammariere: Io seppi della parentela solo dopo la sua morte! Ti racconto come andò. Mi trovavo in Calabria, dove incontrai i nipoti di Rino, i figli di sua sorella Anna, i quali mi dissero: ‘la nonna Maria (mamma di Rino) ti vuole incontrare’. Mi lasciarono il suo numero di telefono, la chiamai, fissammo un appuntamento, al quale mi chiese di portare con me una foto di mio nonno paterno Francesco, che io non avevo mai conosciuto, perché scomparso alla mia nascita. E così andai, portando con me la foto che servì per darle la certezza di essere lei la figlia illegittima di mio nonno e, quindi, la sorellastra di mio padre. Dalle immagini si evince la somiglianza di Maria Gaetano con una mia zia (chiamata Maria anch’essa), sorella di mio padre. È una storia pazzesca. Fu una sorpresa incredibile per me. Chissà quante cose arrivano nella vita così…
Basile: Tra l’altro, poverino, so che Rino morì molto giovane.
Sergio Cammariere: Eh sì, aveva 30 anni. Sai che Rino si esibiva al Folk Studio, un piccolo locale di Roma; nello stesso suonavano artisti quali Venditti e De Gregori. Fu incredibile per me scoprire il titolo del suo primo album: ‘Kammamuri’s’. Beh, chissà il perché di quel ‘Kamma’ davanti? Ha lo stesso suono di ‘Camma’… Forse la mamma gliel’aveva già detto.
Basile: Ah, il tuo cognome! Oggi sarebbe stato più facile, fra il concetto ormai comune di famiglia allargata, una famiglia che allora era da tenere nascosta, e i nostri strumenti di comunicazione, come i social network e i whatsapp, ritrovarvi velocemente e, soprattutto, in tempo. Che peccato!
Il Bar Bogart e Michelle
F2) Un Sergio Cammariere elegantissimo al pianoforte
Sergio Cammariere nella sua arte preferita in uno scatto che definirei cinematografico.
Fonte: Ph. credits: Daniele Cirprì
Basile: A proposito di locali nei quali hai suonato, ho letto di uno in particolare a Firenze che avresti voluto comprare.
Sergio Cammariere: Il Bar Bogart! Lo gestivo. Avrei dovuto fare vent’anni di cambiali per comprarlo. Nessuno dei miei parenti mi diede retta: ‘Hai 19 anni, che vuoi fare?’. Mi divertivo un mondo in quel posto. A Firenze, c’erano le scuole d’arte e, prima che a Perugia, il polo universitario americano. C’erano scultori, pittori, cantanti lirici. Passava di tutto in quel bar. Passavano i sogni, le speranze, l’incoscienza e l’arte.
Basile: Passava anche Michelle.
Sergio Cammariere: Passava Michelle. C’era lei e c’era il pianoforte.
Basile: Il massimo. La figura di Michelle, come traspare dal libro, mi piace davvero molto, perché è stata una persona assai presente per te, che ti ha aiutato, fintanto che ha convissuto con te a Roma.
Sergio Cammariere: Sì, lei, con la sua calligrafia perfetta, mi scriveva tutti i testi. Abbiamo ancora un bel rapporto. Michelle ora vive in Grecia, ha avuto un bambino … che adesso avrà 20 anni(!). Ci sentiamo ogni tanto. Sai, i rapporti non si interrompono mai, ossia tutte le persone citate nel libro sono persone con cui ancora io mi rapporto. Così, per esempio, ieri pomeriggio ho sentito il mio amico Mario Lecci, colui con il quale gestivo il menzionato bar Bogart oltre quarant’anni fa.
L’intervista continua, nei prossimi giorni pubblicheremo la quarta ed ultima parte.
- https://it.wikipedia.org/wiki/Scuola_genovese ↑
- Ricordo che l’intervista è avvenuta il 15 aprile 2021. ↑
- http://movida.tgcom24.it/2019/06/07/alessandra-basile-incanta-il-suo-pubblico-al-teatro-factory-32di-milano/ ↑
Alessandra Basile
Attrice e Autrice. Inoltre collabora con la Comunicazione corporate di un’azienda. E’ Life Coach ICF e dal 2018 Mediatore giudiziario. Presiede l’Associazione filodrammatica Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, “Dolores”, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ama scrivere di film, spettacoli e personaggi.
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Sito web: www.alessandrabasileattrice.com
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