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Pecuniae imperare oportet, non servire

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Viaggio alla scoperta delle fondazioni bancarie

Gli antichi latini affermavano:Pecuniae imperare oportet, non servire”. Bisogna comandare il denaro, non servirlo. Scopriremo nel corso di questo articolo come le fondazioni bancarie hanno saputo mettere a frutto questo precetto.

Il nostro viaggio ha oggi come destinazione Pistoia, un tempo città etrusca, successivamente parte dell’impero romano e poi fiorente durante l’era medicea, dove abbiamo avuto il piacere di incontrare Gianluca Magazzini, Portfolio manager della Fondazione della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.

Traders’: Dottor Magazzini, il contesto macro in cui il sistema globale finanziario naviga, si presenta alquanto tempestoso.

GM: Assolutamente, tanto è vero che già nel corso del 2019, avevamo notato un trend di lungo termine deflattivo, e nonostante il QE innescato nel 2018, si è assistito ad una discesa dei prezzi.

La deflazione è stata alimentata altresì dalla “trade wars” sui dazi tra USA e Cina, e poi anche nel corso del 2020 la pandemia ha accelerato ulteriormente questo processo.

Le banche centrali hanno operato politiche di sostegno a favore dell’economia, per infondere quello stimulus di cui tutto il sistema finanziario necessitava disperatamente.

Le politiche operate dagli USA hanno contribuito a far librare i prezzi. L’entrata in scena della Federal Reserve, l’andamento del dollaro altalenante, si sono riflessi anche sulle commodity, il cui prezzo è lievitato, non tanto per effetto di una richiesta reale bensì come reazione innescata dalla forte speculazione messa in atto.

La svalutazione del dollaro è andata sostanzialmente a braccetto con l’apprezzamento degli asset di rischio quali oro, argento, rame.

La correlazione inversa tra biglietto verde e asset di rischio è un fattore su cui puntiamo in ottica difensiva e di abbattimento della volatilità del portafoglio. Questa nostra view si traduce nella considerazione che nell’eventualità che i dati macroeconomici non dovessero confermare gli attuali livelli di prezzo delle materie prime industriali e degli asset di rischio nel complesso, il dollaro si dovrebbe rivalutare fortemente.

TRADERS’: Lo scenario geo-politico ed il contesto economico globale hanno subito un radicale mutamento. Basti pensare solo agli effetti che nell’ultimo anno sono stati prodotti dalla Brexit, dalla Pandemia e dal cambio al vertice negli USA, con l’uscita di scena “rivoltosa” di Trump, e l’inizio di una nuova era con Biden.

GM: È stato un anno denso di avvenimenti con “risvolti epocali”. Gli USA con Biden potranno intraprendere un iter di maggiore mediazione con la Cina, attraverso una politica commerciale ed internazionale più bilanciate. Tuttavia, Biden almeno per il periodo immediatamente successivo al suo insediamento, manterrà i dazi sulla Cina.

Riteniamo che il dollaro, sebbene al momento stia attraversando una fase bearish, si rafforzerà e ritornerà protagonista in futuro.

L’Europa, è senza dubbio il continente maggiormente danneggiato. La Brexit ha avuto un effetto catapulta, e la situazione scaturita dall’uscita del Regno Unito dalla UE, ha creato una grande incertezza e caos. La fase successiva è in divenire, e non facilmente leggibile in questo primo periodo.

Sul fronte pandemia, l’arrivo dei vaccini se da un lato ha galvanizzato e fatto sbocciare un certo ottimismo, dall’altro ha ingenerato il dubbio che i vaccini non siano l’unica panacea per risolvere il problema. Inoltre, con riferimento alla vaccinazione, i tempi per garantire la copertura totale della popolazione rimangono piuttosto dilatati.

Sul fronte italiano, ed in particolare a livello territoriale, come risulta dai dati ufficiali, nel 2019-2020, le esportazioni dell’area Lucca-Pistoia-Prato verso il Regno Unito sono state di 794 milioni di euro; nel complesso rappresentavano il 9% dell’export totale dell’area.

La quasi totalità delle esportazioni sono manifatturiere (95%; per il 4% prodotti agricoli), soprattutto mezzi di trasporto (navi e treni, 41%), moda (tessile, abbigliamento e calzature 27%), prodotti alimentari (9%) e carta (7%).

Nei primi 9 mesi del 2020, a causa del Covid le vendite dell’area Lucca-Pistoia-Prato nel Regno Unito si sono quasi dimezzate (-46%), perdendo più della media ed erodendo tre punti alla quota inglese sul totale dei mercati (6%). I mezzi di trasporto nel gennaio-settembre 2020 hanno perso 264 milioni di export rispetto al 2019 (soprattutto treni, ma anche navi; la quota sul totale è scesa al 9% dal 41%); la moda (tessile, abbigliamento e calzature), pur perdendo il 26% sul 2019, diventa il primo settore che ha venduto nel 2020 in UK (34%). Segno positivo per l’export 2020 di macchine (+53%, portandosi al 9% sul totale area verso il Regno Unito), di prodotti alimentari (+10% la variazione tendenziale, 16% la quota sul totale), della carta (+1%, 12% la quota). La bilancia commerciale pur dimezzata rimane ampiamente positiva (+312 milioni, gennaio-settembre).

TRADERS’: Qual è la posizione della Fondazione della CdR Pistoia?

GM: La Fondazione vanta un patrimonio con valore di mercato pari a 585 milioni di euro.

Un 20% in liquidità, il restante 80% suddiviso in posizioni aperte attraverso il ricorso a diversi strumenti finanziari.

La Fondazione opera generalmente investimenti in Azioni (USA, Europa, Emergenti) che offrono dividendi, e spalmati su diversi settori merceologici: titoli tecnologici, Utility, farmaceutici).

Con riferimento all’obbligazionario, la nostra esposizione si dipana su diversi paesi. Abbiamo in portafoglio BTP, Debito Europeo, USA, Corporate, investment grade non high yield, Renmimbi, Norvegia, e una parte anche sulla sterlina.

Nel periodo Marzo – Aprile, durante il quale su tutti i listini internazionali si era abbattuta la bufera generata dall’insorgere della pandemia, la Fondazione è riuscita ad incrementare i propri rendimenti derivanti dalla parte obbligazionaria. Le performances positive registrate sono state frutto delle scelte oculata del mio collega Matteo Carradori, specialista del Fixed Income, che ha saputo sfruttare le opportunità offerte in quel momento da titoli corporate di standing elevato e con valutazioni molto interessanti.

Utilizziamo anche ETF, ed anche in questo caso siamo attivi in diversi mercati, tra cui titoli che investono sull’aurifero, clean energy, o titoli di utility.

Le commodity, in particolare il gold a nostro avviso, sono l’asset sui cui ci possono essere degli ottimi margini e su cui si potrebbe assistere a delle rivalutazioni interessanti.

In virtù di questo, sottopesiamo l’investimento in azioni in favore dell’oro.

Sotto il profilo operativo, il trading tattico e l’enfasi destinata alla correlazione, si rivelano essere per noi elementi cruciali.

Il nostro portafoglio, infine, presenta una quota pari al 7%, destinata agli investimenti alternativi, quali Real Estate e Private equity. Prevediamo di aumentare gruadualmente la nostra esposizione su questa tipologia di assets, operando sempre con grande attenzione, data la natura non liquida di questi investimenti.

Traders’: Quando Gianluca Magazzini sveste i panni di Portfolio manager, a cosa si dedica nel tempo libero?

GM: Nel tempo libero amo coltivare gli affetti: famiglia ed amici, ed amo ritagliare inoltre uno spazio particolare per coltivare le mie passioni quali Storia, Economia, Musica.

L’intervista è stata condotta da Diego Scialpi

 

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