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Roma RFF 16, ottobre 2021 (2° parte)

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Nel pre-post-Covid, Roma brilla del cinema, suo e internazionale

Prima di riprendere dalle mie recensioni romane, come avevo anticipato, invito a leggere una breve ed interessante intervista all’attrice Paola Lavini che nel film Anima bella di Dario Albertini è la sarta Rosalba (https://www.traders-mag.it/roma-rff-16ottobre-2021-prima-parte/).

Intervista via telefono. Roma, 20 ottobre 2021.

Basile: Ciao Paola. Ho notato che, per il ruolo di Rosalba in Anima bella di Dario Albertini, hai fatto un lavoro particolare, anche, sull’accento del personaggio e che questo aspetto caratterizza spesso le tue interpretazioni. Non posso che lodarlo, innanzitutto da attrice quale sono. La costruzione di questo tuo personaggio, passata, dunque, anche dal linguaggio, com’è avvenuta?

Lavini: Sì. Ti ringrazio per averlo sottolineato! Per me, l’accento con cui i miei personaggi parlano è fondamentale: mi aiuta a restituire una verità, a creare una coerenza con gli abiti che porto, con il trucco e con il modo in cui mi muovo. Dario Albertini mi aveva chiesto di lavorare sull’accento, sapendo che sia la protagonista che la bambina che interpreta mia figlia (che non sono ancora attrici professioniste) avrebbero avuto ‘per natura’ questa cadenza. Io mi sono recata, prima dell’inizio delle riprese, nei luoghi in cui avremmo fatto quest’ultime, ossia nell’entroterra di Civitavecchia, e ho parlato con la gente di là, ho registrato’ la calata’ delle persone incontrate nei bar; ho, anche, chiesto ad amici del luogo di parlarmi al telefono in modo che potessi fare mio il loro accento. Dunque, ringrazio qui pubblicamente le persone che ho ‘importunato’ a tale scopo.

Basile: Conoscevi già il regista Dario Albertini, intendo prima di lavorarci per Anima bella

Lavini: Non lo conoscevo di persona, ma avevo visto il suo film precedente, ‘Manuel’, dove ho incontrato il suo linguaggio e il suo modo di raccontare. La prima volta che l’ho incrociato è stata proprio in sede di provino per il suo film Anima bella.

Basile: Come hai lavorato sul rapporto materno fra Rosalba e Gioia? Magari ti sei ispirata a qualcosa e/o qualcuno? E come ti sei trovata a lavorare con la giovane esordiente Madalina Maria Jekal, che, a proposito di lavori, era, prima del set, una cameriera di Montalto di Castro (Viterbo)?

Lavini: Dario Albertini mi aveva chiesto di incontrarla prima che iniziassero le riprese del film, ma non ce n’è stato il tempo materiale. Posso, però, dire che la magia del rapporto tra noi è nata spontaneamente sul set. Madalina, ancora giovanissima, minuta anche se forte, con tutte le sue domande, curiosità e i sorrisi, una bellezza genuina, mi è entrata nel cuore da subito. Anche fuori dal set stavamo spesso insieme, ci abbracciavamo. La mia tendenza è quella di essere materna verso le persone più piccole e con lei è stato facile. Oltretutto, ho conosciuto la sua vera famiglia, perché era sempre sul set con noi. Eravamo e siamo una grande famiglia allargata. Al passo con i tempi!

Basile: Cambiando argomento o meglio progetto, so che stai girando, in questo periodo, La California, un film diretto da Cinzia Bomoll. Ecco, mi puoi raccontare qualcosa in merito? 

Lavini: Sì. È un film ambientato nella campagna emiliana. Anche qui, come per Anima bella, sono molto presenti la comunità, il paesaggio rurale, le luci e le ombre dei suoi abitanti. Un paese di ‘quattro anime’ in cui sembra non succedere nulla, invece… In La California, io interpreto una donna manager negli anni ’90 in una provincia che mi piace definire cattocomunista (il ricordo va a Don Camillo e Peppone), con tutte le sue contraddizioni. Una provincia che notoriamente ama la musica, aspetto che verrà fuori nel film. Mi piace ricordare che, come ‘Anima bella’ rappresenta l’ultima apparizione al cinema di Piera degli Esposti, così proprio quest’ultima è co-sceneggiatrice di La California, nel quale, in un certo modo, Piera sarà presente, ma non posso rivelare come(!).

Basile: E ora parliamo di Carla, l’atteso film biografico sulla vita di Carla Fracci che uscirà nelle sale a novembre. Tu qui interpreti il ruolo di Maria Callas. Mi racconti quando ti è stato proposto il ruolo e come ti sei preparata per calarti nei panni di un personaggio immenso come questo?

Lavini: Il regista, Emanuele Imbucci, mi aveva detto, prima di incontrarmi, che aveva pensato a me per questo ruolo, data la mia somiglianza fisica con la Callas. Non sapeva, però, che io sapessi cantare né, soprattutto, che ho sempre sognato di interpretare la Callas, motivo per cui è un personaggio che conosco, già da diversi anni, in modo abbastanza dettagliato. Interpretare la Callas è stata una responsabilità enorme. È un’icona mondiale da sempre e per sempre. Ho guardato tanti film su di lei, oltre ai documentari e a diverse sue interviste, in modo da provare a carpirne il linguaggio, i modi, i gesti, l’espressione e di poterne fare un omaggio credibile e veritiero. La amo molto. Sogno, in verità, di interpretarla in un film da protagonista assoluta, cosa cui sto lavorando. Il mio desiderio è quello di rendere la divina Callas, ma anche Maria, la donna.

Grazie Paola! Immagino come tutti, resto in curiosa attesa di conoscere la tua Maria Callas.

F1a) Paola Lavini in Anima bella di Dario Albertini

Nell’immagine F1a, Paola Lavini nei panni della sarta Rosalba per Dario Albertini.
Fonte: ph. Credit Arianna Trigiante

F1b) Paola Lavini in Carla di Emanuele Imbucci


Nella immagine F1b una bella immagine dell’attrice nei panni della divina Maria Callas.
Fonte: per gentile concessione dell’Ufficio Stampa Mongini Comunicazione

Le mie RECENSIONI, in ordine alfabetico, dei film che ho visto – riprendo dalla lettera E:

  1. E NOI COME STRONZI RIMANEMMO A GUARDARE

Uscito nei cinema il 25, 26, 27 ottobre 2021 – uscirà su Sky
Pierfrancesco Diliberto, più noto come PIF, dirige Fabio De Luigi, Ilenia Pastorelli e Valeria Solarino, oltre a se stesso, in un film, un prodotto Sky Original, in cui il titolo e il tipo di attori/caratteristi potrebbero trarre in inganno colui che si accinge a godersi lo spettacolo. Siamo così abituati a un certo tipo di commedia da un ventennio, magari trentennio, a questa parte che non immaginiamo qualcosa di diverso, di serio, con certi titoli e certi attori. PIF ha presentato alla Festa del Cinema di Roma un prodotto di tutto rispetto, con una storia, forse non così divertente, ma caratterizzata da un’ironia amara vincente – si ride per non piangere – e con dei primi piani che commuovono per tanta verità, spingendo lo spettatore a empatizzare, in particolare, con i due protagonisti e Raffaello, il personaggio interpretato dallo stesso regista. Il tema dei riders, sviluppatosi, soprattutto, nel momento italiano di maggiore gravità a livello pandemico, per via di un crescente numero di corrieri sulle due ruote pagati a consegna e tempo, è al centro del film come filtro per riflettere, più in generale, sul senso della vita, sull’omologazione di certi mestieri da colletto bianco e sui pericoli del terrificante algoritmo. All’inizio del film, il povero Arturo (De Luigi) viene mollato dall’amata fidanzata e lasciato a casa dal lavoro, dove proprio la sua invenzione di un certo tipo di algoritmo gli si è rivoltata contro. Da quel momento, il computer – questo strumento apparentemente pensante, ma del tutto irriverente rispetto ai sentimenti umani – governa la sua vita, persino per trovare il nuovo lavoro e per rimanerci. La faccetta che ride dovrebbe segnare un suo miglioramento professionale, ma guai se la faccetta piange, perché le penalità aumenteranno e, invece di guadagnare, accumulerà debiti. Arturo avrà la meglio sull’algoritmo solo quando cambierà prospettiva e prenderà di petto la sua vita, invece di esserne solo vittima. Ciò accadrà anche grazie a Raffaello e ad un ologramma di nome Stella, ma, soprattutto, grazie a se stesso. La lezione è chiara. Gli attori sono stati diretti magistralmente e De Luigi non è mai stato così bravo. La storia è attuale e, lo ripeto, fa pensare a tanti aspetti dell’esistenza di oggi. Complimenti al pluripremiato regista di ‘La mafia uccide solo d’estate’ del 2014, sia come attore sia, soprattutto e anche qui, come regista. PIF ha anche curato la sceneggiatura del film, insieme a Michele Astori. Voto: 7,5.

SELEZIONE UFFICIALE – EVENTO SPECIALE (film non in concorso)

Genere:

Regia:

Commedia

PIF (Pierfrancesco Diliberto)

Produzione:

Wildside, Vision Distribution e I Diavoli

Durata/ Lingua/ Anno:

108’/ Italiano/ 2021

Paesi:

Italia

Interpreti:

Fabio De Luigi, Ilenia Pastorelli, Pif, Valeria Solarino, Maurizio Nichetti

CLIP: https://www.youtube.com/watch?v=VLrau1j7a0c

F2a) Fabio De Luigi in una scena del film

Nell’immagine F2a, Fabio De Luigi in E noi come stronzi rimanemmo a guardare.
Fonte: https://www.cinematographe.it/wp-content/uploads/2021/10/pif-e-noi-come-stronzi.jpeg

F2b) Il regista e attore di E noi come stronzi rimanemmo a guardare, PIF

Nella immagine F2b il bravissimo e simpatico PIF.
Fonte: https://www.cinevagabondo.it/wp-content/uploads/2021/08/173150967-cea202f1-7860-4511-8c32-911500df2cf1.jpg

2. HIVE

Uscita nei cinema: N..
Siamo in Kosovo alla fine del secolo scorso, quando vi fu un terribile scontro armato di origine etnica. A scontrarsi fra loro furono gli albanesi e i serbi. Nel giugno del 2000, un anno dopo la fine della guerra, la Croce Rossa comunicò che i dispersi civili ammontavano a 3.368 civili[1], per la maggior parte albanesi kosovari, oltre a diverse centinaia di serbi e rom; la maggioranza della totalità fu data per ‘presumibilmente morta’. Segue la trama. Fahrije è una donna che dimostra più anni dei suoi reali, perché le sofferenze e la lotta quotidiana, da quando il marito partito per il fronte non è più tornato, sono difficili e poco comprese dalla società in cui vive. Infatti, a differenza delle altre vedove più restie ai cambiamenti culturali e di mentalità, Fajrije decide di ricoprire anche la parte maschile della sua famiglia, facendo ciò che ‘spetterebbe’ all’uomo, come guidare, lavorare e assumere decisioni per tutta la famiglia; arriva, persino, a organizzare una piccolissima impresa, prendendo con sé tutte le altre donne rimaste senza marito per colpa della guerra – le quali, man mano, superando la paura del cambiamento e ammirate da Fahrije, si ribellano allo status quo e la seguono fiduciose e felici – e mette su una produzione di salsa di peperoni che funziona. La sua attività, a inizio film, è quella di apicultrice, in versione rudimentale. Ma, quando realizza che il suocero in carrozzella, di cui lei è tenuta a occuparsi, oltre che dei due figli, non riesce a vendere sufficienti quantità di miele al mercato e ha l’occasione di prendere dei peperoni in quantità a poco prezzo, Fahrije cucina la salsa e la vende al supermercato del paese. Da lì l’opportunità e la riuscita. Le ostilità maschili non mancano e con loro alcune conseguenze per la povera Fahrije, ma ad avere la meglio è la sua tenacia. Il film è stato pluripremiato nel mondo: al Sundance Festival dove ha ottenuto 3 premi, fra cui il World Cinema Grand Jury Prize: Dramatic, al San Paolo International Film Festival, al Karlovy Vary International Film Festival e al Film Festival Internazionale di Stoccolma. Il mio voto: 8-.

SELEZIONE UFFICIALE – FILM IN CONCORSO

Genere:

Regia/Sceneggiatura:

Drammatico

Blerta Basholli

Produzione:

D Ikonë Studio, Industria Film, Alva Film, Black Cat Production, AlbaSky Film

Durata/ Lingua/ Anno:

84’/ Albanese, serbio / 2021

Paesi:

Kosovo, Svizzera, Macedonia del Nord, Albania

Interpreti:

Yllka Gashi, Aurita Agushi, Adriana Matoshi, Blerta Ismaili

Trailer in v.o.: https://www.youtube.com/watch?v=7wnrC671pZc

F3a) Locandina di Hive

Nell’immagine F3a, la locandina del film Hive diretto da Blerta Basholli.
Fonte: https://pad.mymovies.it/filmclub/2021/02/049/locandina.jpg

F3b) Blerta Basholli, regista del film

Nella immagine F3b un bel primo piano della regista del film Hive.
Fonte:https://cineuropa.org/imgCache/2021/02/09/1612863912650_1000x0750_0x0x0x0_1612863924280.jpg

3. L’ARMINUTA

Uscito nei cinema il 21 ottobre 2021
Una ragazzina dai lunghi e folti capelli rossi, perfettamente vestita, dai modi impeccabili, con l’aria di chi ha ricevuto un’educazione particolarmente severa, e non capisce il mondo adulto, che sente lontano e interpreta come durissimo, viene portata, evidentemente contro la sua volontà, nella casa di certi parenti in una zona di campagna molto povera. Non è facile per lei riconoscersi in quei congiunti dallo stile ben diverso. Man mano che la storia si sviluppa e che l’Arminuta prova ad adeguarsi a una coesistenza decisamente difficile, convinta che la madre sia ‘solo’ malata e che debba attenderne la ripresa per potere tornare a stare con lei, il rapporto con Adriana, quella nuova sorellina tanto diversa da lei, diventa importante. A unire le bambine è, soprattutto, la loro condizione di giovani vite gestite da adulti tormentati, non cattivi ma focalizzati sulle loro comprensibili necessità quotidiane ed influenzati da vecchi rancori e differenze sociali. A peggiorare la situazione interviene un terribile incidente, che sconvolgerà tutti e costituirà l’occasione per ulteriori scoperte dolorose per la piccola lady, ma anche per una conferma di chi e cosa c’è veramente a livello affettivo per lei. Grazie alla ‘guappetta’ abruzzese che le è affianco, l’Arminuta impara ad affrontare la realtà campestre, povera e sporca, cui Adriana è solita. Ciò che davvero risulta irrimediabilmente assente in quella casa è il gesto affettivo di una carezza o quello fisico di un abbraccio, ma Adriana farà anche questo, la abbraccerà, regalandole calore. La capacità strabiliante di Carlotta De Leonardis e l’intensità del viso, moderno come antico, di Sofia Fiore danno al film la qualità alta di una imperdibile poesia in cinema, grazie anche all’ottima regia di Bonito, che ha saputo scegliere le sue giovani protagoniste fra infinite provinanti e condurle. Sembra che le ragazzine abbiano davvero stretto un’amicizia o, quanto meno, creato un rapporto sul set. Certamente, potrebbe non essere così, ma, quando le ho viste in conferenza stampa, ho pensato che fosse vero. Nessuna delle due ha esperienze pregresse nel cinema, anche questo deve averle legate. Il regista ha dichiarato di avere scelto Carlotta per il ruolo di Adriana, per la sua capacità, su centinaia di coetanee, di parlare l’abruzzese e, aggiungo io, di farlo con scioltezza e con un talento innato davanti alla macchina da presa. Un film adatto a tutti, una opera ben interpretata e perfettamente diretta che merita di essere vista anche nelle scuole. Voto: 8,5.

SELEZIONE UFFICIALE – FILM IN CONCORSO

Genere:

Regia:

Drammatico

Giuseppe Bonito

Soggetto/Sceneggiatura:

Produzione:

Donatella Di Pietrantonio (romanzo) e Monica Zappelli

Miro Film, Baires Produzioni, Rai Cinema

Durata/ Lingua/ Anno:

110’/ Italiano/ 2021

Paesi:

Italia, Svizzera

Interpreti:

Sofia Fiore, Carlotta De Leonardis, Vanessa Scalera, Elena Lietti, Fabrizio Ferracane, Andrea Fuorto

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=vEVNYLOTPkQ

F4a) Locandina del film ispirato all’omonimo romanzo di Donatella Di Pietrantonio

Nell’immagine F4a, la locandina del film L’Arminuta diretto da Giuseppe Bonito.
Fonte: https://pad.mymovies.it/cinemanews/2021/178425/locandina1000.jpg

F4b) Le baby protagoniste del film L’Arminuta

Nella immagine F4b le baby protagoniste Sofia Fiore e Carlotta De Leonardis.
Fonte: https://www.askanews.it/wp-content/uploads/2021/10/20211015_143236_B22EE07F.jpg

4. LES JEUNES AMANTS

Uscita nei cinema: N.D.
Splendida la ultrasettantenne Fanny Ardant, ancor più dal vivo. Splendida anche nelle sue imperfezioni, quelle dettate o forse solo evidenziate dal tempo cui nessuno ahimè sfugge, nemmeno chi si sottopone ferocemente ai famigerati interventi di chirurgia estetica. Direi, anzi, che la chirurgia incontrollata, non solo crea dipendenza, ma sottolinea l’avanzare del tempo, perché, se da un lato cancella la ruga, dall’altro evidenzia la dissonanza fra una guancia riempita e il collo a righe. Ma la protagonista del film provocatoriamente intitolato ‘I giovani amanti’ non ci sta. Shauna rappresenta, coraggiosamente, il ribaltamento della mentalità, dura a morire, restia ad ammettere che la bellezza femminile continui a esistere, seppur colpita dalla naturale disidratazione della pelle, e che la stessa possa essere amata anche da chi di vita davanti a sé ne ha tanta. Così, trionfalmente, una grande Fanny torna alla Festa del cinema di Roma dopo due anni da quando venne per presentare ‘La belle epoque’, con il quale si aggiudicò un César per la sua ottima interpretazione nel ruolo di Marianne (https://www.traders-mag.it/roma-ff14-festa-del-cinema-2019-4-ed-ultima-parte/). In questa storia, che spinge a dare una marcia in più al cambiamento culturale che vede una donna con le sue rughe avere il fascino e le possibilità di un uomo della stessa età e in una condizione estetica paragonabile in società. Vissuta così, non deve stupire la donna che si accompagna a un uomo più giovane, perché chi dice che la normalità sia quella di una coppia formata da un settantenne e da una quarantenne e non viceversa (come le età dei protagonisti del film)? Trent’anni di differenza fra due persone implica, a prescindere dal genere di appartenenza, un abisso da colmare. La bellezza di Fanny e la bravura di tutti gli attori – un plauso, in particolare, all’interprete maschile, Melvil Poupaud – fanno sì che il film, non perfetto, riesca a impartire una lezione anche su prospettive e speranza. Trama: una donna è nell’ospedale dove è ricoverata una sua cara amica in gravissime condizioni e scambia due parole con un giovane medico di guardia, il quale, lei non lo sa, sta passando un momento terribile. Quell’istante di mutua reale comprensione, rinforzata da un dolore solitario, inconsapevolmente, accolto, li unisce nel profondo e, quando, quindici anni dopo, si rincontreranno, la magia si farà strada, soprattutto in lui, e finiranno per ritrovarsi in un modo inarrestabile che non temerà il tempo né la morte. Brava Fanny! Voto al film: 7/8.

SELEZIONE UFFICIALE – FILM IN CONCORSO

Genere:

Regia:

Drammatico

Carine Tardieu

Produzione:

Ex Nihilo e Karé Productions

Durata/ Lingua/ Anno:

112’/ Francese/ 2021

Paesi:

Francia, Belgio

Interpreti:

Fanny Ardant, Melvil Poupaud, Cécile de France, Sharif Andura

FANNY ARDANT, Festa del Cinema di Roma: https://www.youtube.com/watch?v=rr0SAQuPwSc

F5a) Locandina di Les Jeunes Amants

Nell’immagine F5a, una scena del film diretto da Carine Tardieu con Fanny Ardant.
Fonte: https://mr.comingsoon.it/imgdb/PrimoPiano/130138_hp.jpg

F5b) La regista del film Carine Tardieu

Nella immagine F5b Carine Tardieu, la regista di Les jeunes amants.
Fonte: https://s3-eu-west-1.amazonaws.com/static.screenweek.it/artist/44466.jpg?1529545043

Segue nei prossimi Il Settimanale di TRADERS’ Magazine (ogni mercoledì).

  1. https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_del_Kosovo#:~:text=La%20guerra%20del%20Kosovo%20fu,nella%20Repubblica%20Federale%20di%20Jugoslavia.

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo. Email: Alessandra.Basile@outlook.com Sito web: www.alessandrabasileattrice.com

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