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Tre ragioni per essere rialzisti

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Che differenza in poche settimane 

Era appena l’inizio dell’autunno, e la maggior parte degli investitori era piuttosto giù di corda. Impennata di prezzo dell’energia, catena di approvvigionamento in crisi, minaccia dell’inflazione: e la stampa finanziaria ha avuto di che riempire i titoli.
 
Consiglio sempre di dare un’occhiata al CNN Fear & Greed Index: è facile trovarlo su Internet, è un indicatore molto ben fatto, che  utilizza sette indicatori di sentiment e ne crea una sintesi.
 
Il 20 settembre l’indice registrava un valore 21, “paura estrema”. Un valore che in genere si trova su un picco minimo del mercato, dopo una svendita molto forte.
 
Dopo poche settimane, fino a ieri, l’indice è salito fino al valore di 86, e oggi era 83: oltre 75 significa “estrema avidità”. Insomma, i mercati festeggiano.
 
Sembra il solito interscambio depressione-euforia del mercato, ma ciò che impressiona è la velocità. Lo sbalzo d’umore da un meno 5-6% ai nuovi massimi storici. Dalla depressione, forse immeritata per un modesto pull-back, alla più assoluta euforia.
 
E per chi crede ancora che siano le notizie a condizionare i mercati, nulla è cambiato nello scenario che riempiva i titoli della stampa finanziaria: l’inflazione è lì, i problemi negli approvvigionamenti, a cominciare dai semiconduttori, erano e sono tali, il petrolio continua ad aumentare, il gas naturale pure e pagheremo bollette da rizzare i capelli.
 
Dow Jones, Nasdaq ed S&P500 fanno nuovi massimi storici, gli indici small cap raggiungono nuovi massimi. Gli indici europei performano alla grande, massimi storici per Olanda e Germania, livelli record per lo stoxx600, grandi performance per gli altri indici. Solo l’Asia è la grande assente di questo scenario, con l’esclusione del Giappone.
 
Sembra pazzesco ma è così.
 
Ci adeguiamo a seguire l’ottimismo che dilaga e ricerchiamo qualche causa razionale per indurci ad essere ancora rialzisti. Per quanto, lo vedremo.
 
La prima ragione: negli Stati Uniti, la stagione degli utili è stata molto positiva. Le proiezioni degli analisti che cominciano a tirare le somme, parlano di un aumento medio dei profitti del 35% nel terzo trimestre.
 
445 società dell’S&P500 hanno riportato utili nel terzo trimestre, battendo di una media dell’80.7% le stime degli analisti. Un dato che lascia perplessi perfino nei riguardi degli analisti …
 
C’è una ricerca interessante di Bespoke Investment Group, scovata dall’Istituto Svizzero della Borsa: quando l’S&P500 è cresciuto di oltre il 20% nei primi 10 mesi, il mercato ha continuato sempre a crescere. Potremmo definirla come la teoria dello slancio, una sorta di inerzia rialzista che si innesca. Ed è la seconda ragione per essere rialzisti.
 
Infine, vogliamo dirlo: la maggior parte degli utili, gli investitori li fanno da novembre ad aprile. Se segui i nostri contenuti, ricorderai di una nostra ricerca sul mercato del Regno Unito, che dimostra tale tendenza esistere dal 1693. E questo ci conforta a trovare una terza ragione per credere ad una continuazione del rialzo.
 
Mentre scrivo, le borse americane hanno chiuso in negativo (incredibile, alle volte succede anche questo). Dopo la corsa delle ultime due settimane, una pausa ci vuole, ed è il secondo giorno. E la nostra previsione di qualche fuoco pirotecnico nel cammino verso fine anno rimane tale.
 

Ma la traiettoria rialzista è lì e sembra destinata a durare. Quell’estrema avidità diventerà avidità o neutralità e poi il mercato tornerà a salire per il rally di fine anno.
 
E il 2022? Io non credo a una crescita degli utili come quella che stiamo vedendo ora. Penso che abbiamo toccato il top degli utili e il 2022 vedrà una crescita, sì, ma più moderata.
 
E appena i mercati se ne accorgeranno, è inevitabile pensare che rallentino. Sarà così?
 
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P.S.: è un’epoca storica dove l’elemento liquidità in eccesso non permette confronti con il passato. Questo condiziona molto, troppo, qualsiasi proiezione vogliamo fare. Questo è ciò che può far sbagliare le previsioni. E ne ha fatte sbagliare, e tante. È un’epoca di eccessi. È il cammino, lungo e difficoltoso, verso la nuova normalità che si manifesterà dal 2025 in poi. Perché per il primo quinquennio di questa era, siamo sistemati così.
 
“Ascoltarlo, mette serenità”,
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Maurizio Monti

  Editore Istituto Svizzero della Borsa

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