La benzina della libertà
In tutto il mondo, le aziende di telecomunicazione nei primi anni ’80 avevano un controllo monopolistico assoluto sia sui servizi telefonici che sulle apparecchiature, nei rispettivi paesi nelle quali erano collocate.
È facile pensare alla gloriosa SIP italiana (e prima della SIP c’era la TIMO), piuttosto che alla Swisscom svizzera, o alla AT&T negli Stati Uniti.
È proprio dalla storia di quest’ultima che vorrei prendere spunto per immaginare uno scenario fantasioso … che potrebbe prima o poi diventare realtà.
L’AT&T provvedeva alla fornitura di circa l’85% delle linee telefoniche degli Stati Uniti.
La divisione Western Electric di AT&T produceva quasi tutte le apparecchiature telefoniche. All’inizio, AT&T con il suo leggendario Bell Lab, conduceva ricerche di tecnologia d’avanguardia.
Poi, il regime sostanzialmente monopolistico nel quale operava la portò ad essere rapidamente l’antitesi della innovazione.
Gli ingegneri di AT&T si rifiutavano categoricamente di riprogettare i telefoni, ad esempio: i modelli prodotti a quell’epoca, secondo loro, era pensati per durare 75 anni. Cioè, avremmo ancora oggi i telefoni appesi al muro con il disco per fare il numero.
Nel 1984, il governo degli Stati Uniti divise la At&T in sette aziende diverse. Scatenando una grande rivoluzione tecnologica.
I consumatori poterono per la prima volta scegliere telefoni realizzati da qualsiasi produttore. I prezzi dei telefoni diminuirono rapidamente.
Nacquero Sprint e MCI, cioè concorrenti veri di AT&T, con tariffe competitive e telefoni avveniristici: vivavoce e segreterie telefoniche divennero di uso comune.
Lo scioglimento di fatto di AT&T ha portato al boom delle telecomunicazioni degli anni novanta. E il modello, basato su competizione e sviluppo, si diffuse negli anni a venire in tutto il mondo.
Ora, viene la parte fantasiosa e immaginaria.
Siamo nei nuovi anni venti, decennio di profonda trasformazione epocale. E la tecnologia, le big della tecnologia sono i giganti protagonisti di tale trasformazione.
La presunta reputazione dei giganti è quella di essere innovatori. In realtà, innovano alla maniera di AT&T con dubbio interesse a soddisfare il pubblico e grande interesse a carattere monopolistico a conservare posizioni dominanti.
Pensa a Microsoft, guarda il tuo computer, e, salvo il Mac di Apple, hai dovuto scegliere Windows. Non hai scelto Windows, hai dovuto sceglierlo.
Pensa a Facebook … e pensa, per esempio, che ha incorporato Instagram e Whatsapp.
Pensa a Google e dimmi se quando fai qualche ricerca su internet usi Bingo o Google.
Stai scegliendo il meglio o è l’unica scelta possibile? E se è l’unica scelta possibile, non è forse come il telefono nero da parete di AT&T o quello a disco da tavolo della nostra gloriosa SIP, o quello similare, 3 chilogrammi di telefono, della Swisscom svizzera (io l’ho avuto e quando me l’hanno cambiato ho implorato mi lasciassero quello vecchio, ma non ci fu verso di convincerli)?
A noi sembra, tutto questo, l’unica scelta possibile. Lo è, perché di fatto siamo in mano a monopolisti.
Il governo degli Stati Uniti fece una scelta molto coraggiosa nel 1984.
Lasciami immaginare che oggi possa avvenire una scelta similare …
Lasciami immaginare, fantasticare, che puoi scegliere diversi sistemi operativi per il tuo computer, che Whatsapp o Instagram non siano dentro Facebook, dando a quest’ultima la possibilità di costruire su di noi profili così precisi da riuscire a capire che cosa ci piace o non ci piace o addirittura come probabilmente voteremo alle prossime elezioni.
Lasciami immaginare che Google non sia l’unica scelta possibile, ma che ci possano essere tante alternative possibili, con una ripartenza alla pari e senza il vantaggio competitivo incolmabile di un monopolista.
Forse, non senti questa necessità? È probabile.
Ma una scelta coraggiosa di spin off dei giganti della tecnologia restituirebbe al mondo molte libertà perdute. E la libertà crea idee, le idee creano imprese e le imprese creano ricchezza e lavoro. E anche, perché no, tante opportunità in borsa.
Ho finito di fantasticare. Ma io credo sarebbe la strada giusta, per questi anni venti. E chissà che la realtà non superi la fantasia.
Torniamo alla realtà di oggi.
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La seconda metà degli anni venti sarà l’epoca della rivendicazione delle libertà. Crediamo ancora nelle democrazie e nel capitalismo delle democrazie? Crederci è l’unico modo per non farci sopraffare. Penso che tu non voglia che tuo figlio prenda ordini da un manager cinese. Non lo voglio neanche io.
Crediamoci e questo non accadrà. La benzina della libertà farà decollare il nostro modello, contro tutti gli altri.
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Maurizio Monti
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