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Trimestre difficile? Ecco la strategia necessaria

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Il coraggio di farlo

Il mercato azionario ha tentato la ripresa, dopo un gennaio piuttosto travagliato.

La settimana del 21 gennaio è degna di essere ricordata negli annali del trading, per l’incredibile movimento di su e giù dell’S&P500 sui minimi. A inizio settimana l’affondo e poi il recupero a forma di V nello stesso giorno è stato fuori di ogni parametro statistico.

Da martedì a venerdì della stessa settimana i minimi hanno testato più volte il supporto al 12.50% della discesa prima di riuscire a ripartire.

Le sorprese, peraltro, sono andate avanti anche nella settimana appena trascorsa: ha iniziato Google con l’annuncio di utili straordinari, ha proseguito Facebook/Meta con il più grande calo della sua storia, a causa di una trimestrale molto deludente. Ha concluso Amazon che ha contribuito ad un clima di maggiore ottimismo.

Poi, il giovedì, il rapporto di ADP con 301.000 posti di lavoro in meno faceva presagire un non-farm payroll disastroso: e così non è stato con un dato di ben 467.000 posti di lavoro in più.

Insomma, continua la confusione, con una lettura di dati poco chiara.

La Lagarde, ammettendo che, forse sì, un po’ di inflazione ce l’abbiamo anche noi e i tassi, forse, chissà, potrebbe essere che prima o poi debbano essere ritoccati al rialzo, ha fatto esplodere l’euro contro le altre valute, a partire dall’euro-dollaro, euro-sterlina, euro-yen ed euro-canada, con massimi che non si vedevano da mesi.

Grande protagonista della settimana insieme con l’euro, il petrolio toccava quota 93 dollari. E sul 12,50% del range del minimo-massimo maggio-novembre 2021, il Bitcoin faceva un vigoroso rimbalzo superando quota 40.000.

Oro e argento sono rimasti al palo, con deboli movimenti durante la settimana, e una grande voglia inespressa di rimbalzo da parte dell’oro.

In settimana, il debito nazionale degli Stati Uniti ha superato quota 30 trilioni di dollari: il Wall Street Journal, il 2 febbraio, titolava “Il debito nazionale raggiunge una pietra miliare”.

Gli indici americani hanno recuperato una parte soltanto del terreno perduto in gennaio e hanno sostato poco sopra la metà dell’ultimo range.

L’S&P500 ha incontrato una forte resistenza al 62.50% dell’ultimo range a 4586 e solo il superamento di tale quota può darci un segnale di continuazione rialzista.

Al momento il massimo del volume di transazioni si è sviluppato visibilmente intorno a 4500, che è parso passare da supporto a resistenza più volte, in una probabile lotta fra squali.

Il Nasdaq è apparso più debole, dopo avere recuperato la media mobile a 200 periodi, la perforava di nuovo al ribasso: e la sua figura appare molto più critica di quella dell’S&P500.

Il Dow Jones, nel rialzo, ha superato il 62.50% dell’ultimo range di discesa, ma si è ritratto per appoggiarsi poi sulle media mobile a 200 periodi.

Siamo insomma a metà del guado ed è molto difficile dire se andremo avanti con una ulteriore gamba ribassista o proseguendo al rialzo. Come previsto, un primo trimestre tutt’altro che lineare e piuttosto difficile da interpretare.

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P.S.: “Il coraggio – diceva Winston Churchill – è la prima delle qualità umane, perché garantisce tutte le altre”.

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