La chiave di volta.
Sono in molti a parlare di ciclo presidenziale, riguardo al comportamento dei mercati in funzione di quanto avviene al cambio di inquilino alla Casa Bianca.
In alcune occasioni in passato abbiamo parlato di tale ciclo e vale la pena di approfondire l’argomento, così da trarre considerazioni sui mercati attuali.
C’è spesso un ciclo di medio termine nei prezzi del mercato azionario americano, che vede un minimo dopo 16-25 mesi dalle elezioni presidenziali. Misurato dal novembre del 2020, con le elezioni di Biden, questo significa un minimo di mercato fra marzo e dicembre del 2022.
Il minimo del 13 ottobre sarebbe perfetto per adeguarsi a tale ricorrenza statistica, anche se non possiamo escludere un altro minimo in dicembre: peraltro la probabilità di un minimo inferiore a quello del 13 ottobre entro l’ultimo giorno del 2022 appare sempre più bassa.
E’ interessante osservare che dal 1904 in poi, durante ogni presidenza repubblicana, il mercato azionario statunitense ha fatto nuovi massimi storici. Nel contempo, i maggiori ribassi della storia, superiori al 29%, sono stati anch’essi tutti sotto presidenza repubblicana.
In nessun caso di presidenza democratica, l’indice Dow Jones ha visto un ribasso superiore al 29%.
Il minimo del 13 ottobre 2022 sul Dow Jones ha segnato un – 22.4% rispetto al massimo storico di gennaio.
Questo significa che da un punto di vista meramente numerico il minimo di ottobre ha buone probabilità di tenere o di essere violato soltanto di poco. Dal punto di vista del timing, una eventuale violazione al ribasso dovrebbe avvenire entro il 31 dicembre oppure non avvenire per parecchio tempo.
Trascurando il timing dei 16-25 mesi dalle elezioni, durante la presidenza Biden se il Dow Jones index violasse al ribasso 26.225 (cioè il -29% dal massimo), si tratterebbe del primo caso nella storia con un presidente democratico.
Qualcuno osserva che con Roosevelt, democratico, ci fu un ribasso superiore al 29%: ma, nella realtà, il ribasso si era già configurato e consumato con il presidente precedente, Hoover, repubblicano, nello storico crash 1929-1932.
C’è una considerazione ulteriore e molto importante da fare, sulla correlazione dei tre principali indici americani.
Al momento, il Dow Jones è stato l’unico dei tre ad avere violato il massimo di agosto: questo è un segnale molto importante di ripresa, quanto un segnale molto importante di divergenza con gli altri due indici Nasdaq e S&P500.
I nostri algoritmi temporali vedono il 6-8 dicembre, il 23 dicembre e il 10 gennaio come date importanti dal punto di vista dei possibili turn around del mercato.
La divergenza di cui sopra deve essere colmata presto o prima o poi l’allineamento comporterà un probabile arretramento del Dow Jones: e questo significherebbe un’onda ribassista, che, come detto, potrebbe, oppure no, violare il minimo di ottobre.
Tale onda ribassista potrebbe sviluppare il suo minimo entro i primi due-tre mesi del 2023 e servirebbe da stabilizzatore del mercato, con i tre indici che tornerebbero ad allinearsi.
Se questo si verificasse, non può escludersi un’onda rialzista successiva, diciamo fino a metà maggio, che potrebbe anche sorprenderci dal punto di vista della inaspettata forza rialzista.
All’opposto, se ci trovassimo di fronte al primo caso della storia di violazione al ribasso di quota -29% (26.225) sul Dow Jones durante una presidenza democratica, sarebbe molto difficile capire quale diventerebbe il fondo di tale movimento: molto probabilmente vedremmo un ribasso di portata eccezionale.
Ci sarà una crisi finanziaria nel 2023? A vedere questi dati, direi di no: la probabilità dice stabilizzazione, dopo una eventuale possibile ultima fase perturbata.
Poi, guardandoci intorno, che non ci sia da essere troppo ottimisti mi pare chiaro. Queste potrebbero essere le condizioni nelle quali un ampio trading range di sostanziale lateralità di breve-medio termine diventa il dominatore del mercato. E il range potrebbe essere anche molto più ampio di come ora ce lo aspettiamo. Torneremo ad esaminare ancora tali aspetti.
Maurizio Monti
Editore Traders’ Magazine Italia
P.S.: Siamo alla temporanea fine del mercato ribassista? Quella divergenza fra Dow Jones e Nasdaq/S&P500 è la chiave di volta.
Se vedremo i tre indici riallinearsi al rialzo dopo una fase prossima ribassista, dove il minimo del 13 ottobre può essere o meno inviolato, allora, credo, ci siamo: per un po’ andiamo al rialzo e può essere un rialzo forte.
So quanto sia azzardato ipotizzare tale previsione. Non c’è da fare trading sulle previsioni, come sempre. Ma disegnare lo scenario aiuta, anche quando si sbaglia, aiuta a disegnare quello alternativo molto più facilmente.
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