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Cosa accadrà alle Crypto valute nel 2023

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In un marasma di notizie allarmanti nel mondo degli asset digitali si sta rischiando di perdere di vista quali siano le reali opportunità derivanti dalla tecnologia che sta alla base dei crypto assets.

“Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”; le costanti notizie propinate dai media sulla crisi del mercato crypto non consentono di cogliere le reali potenzialità, che sono insite in questo settore, per l’economia e per le imprese.

Per questo è bene suddividere questo mercato in quattro parti:

  • Speculazione degli asset digitali.
  • Uso degli asset digitali.
  • Uso della tecnologia alla base degli asset digitali.
  • Regole coerenti a difesa del mercato.

La speculazione

La memoria delle persone non consente di ricordare che

La speculazione non dipende dal mercato dove si opera finanziariamente ma dipende da COME si opera nel mercato di riferimento.

1929: Wall Street, 24 e 29 ottobre furono i giorni neri della borsa americana trascinando il mondo in una catastrofe finanziaria mai vista prima di allora.

1973: l’OPEC decide di aumentare il prezzo del petrolio oltre il 70% e alla fine dello stesso anno ne raddoppia il prezzo ulteriormente, creando una crisi energetica senza precedenti.

2008: il 15 settembre fallisce la Lehman Brothers, dichiarando lo stato di insolvenza. Lehman aveva 155 miliardi di debiti obbligazionari e 613 miliardi di debiti bancari. Ecco la lista delle banche fallite (a seguito del fallimento Lehman) solo negli Stati Uniti D’America:

  • Cape Fear Bank
  • New Frontier Bank
  • Merced Bank
  • First Priority Bank
  • Guaranty National Bank
  • Meridian Bank
  • Main Street Bank
  • Washington Mutual (327 miliardi di asset, fallisce per un massivo ritiro di 16 miliardi in 10 giorni)
  • IndyMac
  • First National of Nevada
  • ANB Financial
  • Silver State Bank
  • Columbian Bank and Trust
  • First Priority Bank
  • First Heritage Bank
  • Ameribank
  • Douglass National Bank
  • First Integrity Bank
  • Hume Bank

2011: crisi degli Stati Sovrani con un indebitamento globale che porta ad una recessione tutto il mondo, manifestando nell’eurozona il rischio economico più importante.

La storia è piena di crisi economiche dettate dalla smania di arricchirsi in poco tempo, il tutto a scapito delle persone più inesperte. In ogni epoca della storia dell’uomo si sono affrontate vere e proprie “catastrofi economiche” dovute alla speculazione.

Inutile sottolineare che la maggioranza delle crisi finanziarie è stata manipolata da informazioni fuorvianti (per non scrivere ingannevoli o subdole) utilizzate al fine di condizionare la massa per portarla a stravolgere lo stato reale delle cose. L’uomo non reputa più necessario comprendere se la notizia sia vera o falsa; nel dubbio agisce sconsideratamente, senza pensare a cosa questo possa portare, cercando altresì di agire “prima degli altri” (convinto – presuntuosamente e ignorantemente – di essere un esperto “trader” e non un semplice “manipolato”).

I legislatori sono intervenuti molte volte su come devono essere gestite le informazioni in ambito finanziario con il fine di controllare l’effetto “paura incontrollata”, ma ben poco tale tentativo è servito all’interno del sistema globale che oggi regola le nostre vite.

Ed ecco che anche le neonate cryptovalute non sono immuni dagli effetti devastanti già noti nella finanza tradizionale.

Il 2022 si ricorderà come l’anno in cui gli intermediari e le stesse crypto sono stati presi di mira in ogni modo possibile, sottoponendo l’intero sistema ad un attacco mediatico che mira a soffocare la loro utilità e la tecnologia che ne è necessario postulato.

Le stesse banche evitano, per quanto sia loro possibile, l’apertura dei conti correnti ad operatori del settore crypto, adducendo alla base di tale decisione la pericolosità che manifesta il settore e la rischiosità reputazionale che porta con sé, dimenticandosi che non tutti gli intermediari crypto svolgono la stessa funzione nel mondo delle crypto e che si deve iniziare a comprendere come realmente utilizzare tali tecnologie e quale possa essere l’uso produttivo dei sistemi di tokenizzazione.

Di recente un giornale online, esponente di rilievo in questo mercato, pubblica un articolo sulle criticità mostrate da una Stable Coin denominata theter scrivendo quanto segue:

“Eliminare la commissione di rimborso/prelievo dello 0,1% La commissione dei prelievi e dei depositi di Tether è sempre impostata allo 0,1%, indipendentemente dalla quantità di denaro inserita o prelevata. Tutti gli altri emittenti di stablecoin non addebitano commissioni del genere e Tether è l’unica nel settore a farlo. Il prezzo è davvero troppo alto e gli utenti ne cominciano a risentire. Per garantire la vera e propria stabilità della moneta, bisogna liberarsi della commissione, o per lo meno ridurla. In conclusione, quelle che potrebbero sembrare forti critiche a Tether sono altresì dei consigli per migliorare la stabilità della moneta che nell’ultimo periodo sembra aver visto momenti migliori. Il crollo delle piattaforme di LUNA e FTX, sono stati deleteri per Tether USDT, anche se sembra che altre stablecoin stiano prendendo il sopravvento Tether (USDT) resta prima per capitalizzazione ed è pronta a resistere al periodo di crisi. “

Fonte: https://cryptonomist.ch/2023/01/05/stablecoin-tether-sotto-esame/

Crediamo che, davvero, si stia perdendo il senso della misura e della sostanza.

Vediamo perché.

Su un deposito di 1 milione il prelievo sarebbe di 1.000 €. Su un deposito di 100 € sarebbe di 0,10 euro (dieci centesimi di euro). Come possiamo pretendere che una (società emittente una)
stablecoin non debba farsi pagare per l’attività che svolge? Come rendiamo stabile una moneta se non consentendole di alimentarsi direttamente tramite le commissioni che giustamente richiede (o comunque dovrebbe richiedere)?

Il mercato delle crypto valute si è formato negli anni, basandosi su alcune regole – non scritte ma applicate – per cui, alla base di tutto, le crypto devono essere liquide immediatamente, senza intermediari, senza alcun costo per l’uso, con rendimenti superiori ai rendimenti dei mercati tradizionali, devono generare collaterali al solo click, possibilmente anonimi, ma – allo stesso tempo – le operazioni devono essere trasparenti rendendo pubblica ogni transazione.

Oltre a quanto richiesto dagli utenti, interviene poi la normativa posta dai vari governi che pretendono una copertura 100% dei cambi, una infrastruttura in grado di sovrintendere ogni processo AML (esattamente come una banca), sistemi informatici a prova di hacker, regolari processi di informazione con le autorità. In altre parole questi Exchange devono operare come una banca ma senza alcuna protezione (rispetto alle numerose previste per le Banche) garantendo al 100% i clienti.

Qualora paragonassimo le attività degli Exchange con le attività di società come Visa e Mastercard, per attività analoghe (gestione dei flussi e conversione nei sistemi di pagamento) le commissioni potrebbero partire dal 5 e arrivare al 10% (a seconda dei paesi dove operano). Per le stesse attività American Express o Diners (ma anche altre società del settore) richiedono queste percentuali che possono, anche e addirittura, aumentare.

Come possiamo immaginare che un Exchange, per quanto forte e stabile, possa resistere in un panorama di questo genere?

Alla base del problema vi è l’illusione (o presunzione?) degli utilizzatori/clienti. Gli stessi pretendono di guadagnare in poco tempo quello che non hanno guadagnato in una vita con un istituto bancario, di non assumere alcun rischio, di non pagare alcuna commissione e di restare liquidi a loro assoluta discrezione. Il solo pensare di poter ottenere questi risultati appartiene, come dicevamo, alla pura illusione…

Nessuna banca nel mondo, opera in questo modo e nemmeno le assicurazioni sono sottoposte ad una pressione così forte dal punto di vista economico e patrimoniale.

Uso corretto delle Crypto

Sempre, ripetiamo, sempre, dobbiamo far coesistere opportunità con tempo e controllo, analizzando le evoluzioni naturali del mercato.

Il sistema finanziario tradizionale ha impostato l’intera struttura su paletti chiari e definiti, prevedendo sanzioni per chi volutamente alteri mediante informazioni false e tendenziose il mercato, stabilisce dei perimetri di prelievo e, solo per le banche, ha stabilito la famigerata “riserva frazionaria” (ovvero 1% a garanzia per ogni euro incassato).

Quindi cosa accadrà nel 2023 per le crypto?

Per una persona che possieda delle crypto valute, o che intenda effettuare degli investimenti con le crypto, il miglior suggerimento è acquistare solo le primarie monete Ethereum e Bit Coin su tutte) e dimenticarsi di averle comprate.

Il tempo è sicuramente elemento a favore.

I mercati sono in forte assestamento grazie all’accelerazione che i governi hanno posto agli adeguamenti normativi in questo mercato. Quanto più ci si avvicina ad un ordinamento in grado di proteggere gli intermediari (come esistente per le banche) tanto più sicuro sarà l’utente che ne fa uso.

I crolli subiti nel 2022 sono stati generati più da notizie eclatanti (e certamente “pilotate”) che da una cattiva gestione degli stessi operatori. Nessuno è scappato con la cassa. Semplicemente questi soggetti hanno cercato di creare strategie per consentire ai clienti di guadagnare ben oltre il limite consentito dal tempo, in tale ricerca hanno quindi assunto rischi che, per quanto misurati e valutati, non hanno “ir-razionalmente” considerato come possibile il pericolo dell’effetto “prelievo di massa”.

Tutti contenti nel guadagnare quello che si sperava… ma, alle prime voci pilotate, prelievo e fuga.

Questo sistema non può funzionare. E non genera alcun valore né per il mercato né per le persone.

Per questo nel 2023 i players seri, e ne esistono molti, continueranno nella loro missione di stabilizzare questo agitato mare economico, sempre con le ombre di notizie mal dirette, allarmi di attacchi nucleari, notizie su una recessione, crollo di altri intermediari ecc. Queste notizie e fatti sono oramai una costante e il miglior consiglio che possiamo dare è di non ascoltare (le notizie) e prendere comunque buona nota (dei fatti) avendo analizzato di tali accadimenti quali fossero i postulati e la storia.

Prendere solo il giusto tempo, considerare la propria situazione complessiva, analizzare in modo intelligente le necessità a breve, a medio e lungo periodo rimanendo ancorati a una diversificazione quanto più ampia possibile.

Come dire: il miglior consiglio di sempre.

Marco Pedrazzoli

Consulente metaverso-blockchain-architetture digitali d’impresa

Esperto in Architetture Digitali Industriali, Sistemi di Tokenizzazione, Processi di Strutture Blockchain. Proviene dal mondo della finanza tradizionale come consulente per strutture complesse di gestione per supportare i fondi di investimento ed intermediari finanziari nella costruzione della struttura finanziaria e strategica prevalentemente nel mondo d’impresa delle PMI. Si occupa di formazione finanziaria per reti di Financial Advisor. Oggi esperto per intermediari Crypto e intermediari Exchange e DAPP. Scrittore di diverse pubblicazioni e libri sui temi finanziari e storia del mercato digitale, opera tutt’ora come relatore presso master universitari e corsi di di perfezionamento nelle università. Membro del comitato organizzativo di WBTC-World Blockchain Technology Congress, Expo internazionale del panorama digitale.

 

 

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