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Punto di inversione sulla Borsa Americana?

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Minimo a metà marzo?
 
Il Bitcoin contro dollaro, il 21 novembre scorso, toccava il suo minimo di periodo a 15479.
 
Cominciava una paziente ascesa, con insolita prudenza, rispetto ai ricordi di spunti di volatilità che abbiamo su tale strumento.
 
Il massimo relativo successivo a tale onda rialzista trovava il suo picco a 18.373 il 14 dicembre.
 
Il giorno 13 dicembre
 l’S&P500 toccava i 4180, livello superato in volatilità solo di recente, e il Dow Jones faceva registrare un massimo importante, che superava il massimo del 16 agosto: questo particolare caratterizza tuttora la sua divergenza rispetto agli indici S&P500 e Nasdaq, che sono ancora lontani da detto massimo.
 
Sul Bitcoin, seguiva un pausa riflessiva che lo affondava di circa 2000 punti, facendolo entrare in una fase laterale molto lunga, parallela a quella vissuta dalle borse americane a cavallo delle festività natalizie.
 
Con l’inizio dell’anno, in parallelo alle borse, ripartiva il trend rialzista del Bitcoin. L’onda lo portava al massimo del 2 febbraio a 24.258.
 
L’1 febbraio vedeva il massimo relativo il Dow Jones, mentre il 2 febbraio toccava all’S&P500 e al Nasdaq.
 
Stavolta era il Dow Jones in divergenza inversa, poiché sia l’S&P500 che il Nasdaq superavano i massimi del 13 dicembre, pur continuando a rimanere sotto quelli del 16 agosto.
 
Nei giorni 3,4,5 febbraio il Bitcoin, che è negoziato anche nel weekend, scendeva e proprio la domenica faceva il movimento ribassista più consistente degli ultimi giorni.
 
Il titolo Apple, di cui abbiamo parlato nei nostri due articoli precedenti, venerdì 3 febbraio faceva un potente movimento rialzista, molto euforico e molto speculativo. Molto spesso i movimenti di fine ciclo temporaneo si concludono proprio in questo modo.
 
L’S&P500 ha toccato quota 4208, un po’ più di metà strada fra i 4180 del 13 dicembre e i 4217 del 13 settembre: zona, comunque molto ricca di resistenze.
 
Tutto questo che cosa ci dice?
 
La borsa americana sta cercando un picco per fermarsi e cominciare a riprendere fiato per ricaricarsi.
 
E’ arrivato il momento? E’ possibile, esaminiamo alcuni dettagli.
 
– Le divergenze illustrate sopra coincidono spesso con le ultime fasi di un ciclo, che il cambio di trend poi riequilibra;
– Il Bitcoin, come abbiamo anche dimostrato in altri articoli del passato, è spesso un indicatore che accompagna o alle volte anticipa i movimenti delle borse americane;
– La sparata di Apple è molto significativa e anticipatrice di un possibile ritracciamento;
– I dati usciti venerdì sono tutti pro-aumento dei tassi (al di là delle parole di Powell): non farm payroll da record per numero di posti di lavoro creati, indice di disoccupazione a livelli così bassi che nessuno più ricordava, ISM non manufatturiero da economia in pieno sviluppo;
– Clima geopolitico improvvisamente e ulteriormente deteriorato con i rapporti USA-Cina di nuovo in forte tensione per il pallone aerostatico abbattuto dagli Stati Uniti: i cinesi dicevano che era per scopo di studio scientifico meteorologico, ma gli americani hanno pensato che la meteorologia studiata sopra le basi statunitensi che contengono missili nucleari non era granché opportuna né credibile. 

Aggiungiamo che sia il Vix che il VVix sembrano avere toccato un minimo molto importante nella giornata di giovedì, da cui si sono rialzati immediatamente: segnale molto debole in verità, perché sono rimasti stabili e addirittura in leggero ribasso venerdì, mentre l’S&P500 cercava di sondare l’area dei massimi per poi ritrarsi e scendere.
 
La discesa nell’ultima parte della sessione di venerdì può essere indicativa soltanto di prese di profitto di fine settimana, ovviamente. E non è detto quindi che i massimi relativi prima di una inversione temporanea del trend siano già stati fatti: però qualche sintomo può esserci.
 
Non riteniamo pericolosa una discesa dell’S&P500: ovvero, i minimi del 13 ottobre, a nostro avviso, hanno una probabilità molto alta di non essere infranti per lungo tempo.
 
Come diciamo da inizio anno, non attribuivamo all’S&P500 una probabilità significativa di un affondo fino a 3200-3300, non per ora almeno, e ora le probabilità sono sempre meno.
 
I livelli di supporto per la settimana sono nell’area 4035-4050 per l’S&P500, mentre 4235-4250 è l’area di resistenza.

 

 

 

 

 
 

 

Maurizio Monti
Editore Traders’ Magazine Italia

P.S.: Sull’S&P500, un nuovo test dell’area 3788 (una sorta di doppio minimo), come rampa di lancio di ripartenza, nelle prossime settimane, seguito da una ripresa dei prezzi sarebbe un segnale rialzista molto forte.
 
Dal punto di vista del timing, i nostri algoritmi individuano nel 15 marzo, più o meno 4 giorni, la prossima inversione: se effettivamente ora, o in questo giorni, inizia un’onda ribassista potrebbe configurare metà marzo come timing per il minimo.
 
Da lì potrebbero esserci due mesi di rialzo fino alla prima decade di maggio. Peraltro, un maggio burrascoso, dopo un anno come il 2022, è molto probabile.

 

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