L’ultima settimana di marzo ci ha regalato un rialzo significativo sull’S&P500, a dimostrazione di una temporanea pausa di relax nelle ansie degli investitori, dopo i fallimenti delle banche, in particolare Silicon Valley e Credit Suisse, e la conseguente evocazione di un nuovo 2008. Come annunciato in altri nostri articoli precedenti, vedevamo il periodo dal 10 al 24 marzo come molto critico e così è stato. Ancora nell’area della possibile paura c’era l’ultima settimana di marzo: ma il Fear & Greed Index di CNN ha visto un rapido recupero dall’extreme fear alla neutralità, chiudendo nella giornata di venerdì a un valore di 49 su 100. I titoli preferiti dei giornali che abbiamo visto spuntare ovunque, anche su testate molto blasonate, mettono in guardia da una possibile attuale Bull Trap. Nell’articolo pubblicato all’inizio della settimana scorsa, individuavamo il giorno 30 marzo come un punto importante, con l’approssimazione di un giorno, per una possibile, ma temporanea inversione. In realtà, dal 13 ottobre scorso, il mercato ha puntato al rialzo, sia pure con i ritracciamenti tipici delle fasi di incertezza. E parlare di Bull Trap vera e propria significherebbe un allungo per riportare i prezzi sotto 3800: e pensiamo proprio che non sia questo il caso. Se ritraccia un po’ dopo un allungo, non è una Bull Trap. La trappola vera sta nell’alternarsi di notizie che portano tensione (fallimenti delle banche, inflazione e tensioni internazionali), con un desiderio legittimo di ripristino della normalità. Questi sono i momenti in cui i mercati potrebbero andare al rialzo in modo verticale, successivamente a un momento di temporanea grande paura o panico. Ovvero, tempi dove lo switch fra panico e euforia è rapido e inaspettato. Chi ha vissuto in passato momenti come questi, sa quanto possano essere distruttivi e logoranti dal punto di vista psicologico e di impatto sui conti. Gli errori di valutazione si moltiplicano e si susseguono e contribuiscono ad alimentare l’incertezza. Il 2023 continua a muoversi all’interno del range del 2022, e, a nostro avviso, questa situazione perdurerà per tutto l’anno. Fino alla prima decade di maggio la nostra visione è sostanzialmente rialzista. Ma si tratta di uno scenario in forte bilico: entriamo nelle settimane critiche dove la questione debito degli Stati Uniti, che al momento cova sotto la cenere, può esplodere da un momento all’altro. O può esplodere qualche fenomeno collaterale ad esso. Al Congresso non c’è ombra di accordo sulla estensione del tetto del debito, attualmente a 31,5 trilioni di dollari. Trump ha ricominciato a parlare in pubblico per preparare la sua campagna elettorale: De Santis, se è l’antagonista certamente auspicabile di un Trump sempre più aggressivo, deve maturare una esperienza politica che lo rende ancora un nano rispetto al suo avversario. Al momento non ci sono contendenti ulteriori che sembrano emergere all’orizzonte. Il clima è quello di un do ut des fra Democratici e Repubblicani difficile da trovare e concordare: quasi una rinuncia a discutere. Perfino la Yellen ha sembrato manifestare quella alternanza di euforia e panico di cui abbiamo parlato sopra: con dichiarazioni che annunciavano ciò che poi veniva smentito il giorno dopo. La questione debito può maturare a maggio e protrarsi fino a giugno-luglio, con conseguenze negative sui mercati azionari americani. Ma in una situazione in bilico come quella descritta, può esplodere prima o dopo: nondimeno attribuiamo la maggiore probabilità ad un aprile positivo. Questa settimana vede solo quattro giorni di mercato americano aperto, per la festività del venerdì di Pasqua. Giovedì dovrebbe già risentire di minori volumi. Se ci sarà una pausa o una accelerazione, dopo l’exploit della settimana scorsa, è difficile dirlo: ma noi propendiamo per una piccola pausa e un nuovo allungo. La chiusura di venerdì sull’S&P500 ha coinciso con una resistenza che spesso mostriamo nei nostri webinar: la linea che trova le sue radici nel 9 marzo 2009, il minimo del giorno della ripartenza del mercato dopo la grande crisi. Più sopra c’è una zona densa di resistenze di tutti i tipi, dove 4208.50 è il prezzo finale delle resistenze di breve. La violazione ipotetica di tale livello, che noi riteniamo molto probabile in aprile e ancora più probabilmente nei primi 15 giorni di aprile, significa che è in corso la quinta onda del movimento rialzista iniziato il 13 ottobre. Sopra, c’è l’assalto al massimo di agosto 2022 a 4327: e questa è un’altra storia, significa che il mercato diventa bullish. Quella sì, sarebbe una fantastica Bull Trap per maggio-giugno. E se è una Bull Trap fantastica, perché non crederci? |
Maurizio Monti
Editore Traders’ Magazine Italia
P.S.: La nostra azzardatissima previsione di massimo per il 2023 sull’S&P500 è a 4561. Però non sappiamo che cosa avviene a maggio-giugno. Se sarà un ritracciamento, diciamo simile a quello che c’è stato in marzo, allora la previsione è confermata.
Se a maggio-giugno il disastro è grande, allora l’area di lateralità può comprimersi, e anche di molto.
Sicuramente, vedremo molta volatilità. Per chi fa opzioni, significa molta molta necessaria prudenza.
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