I datori di lavoro statunitensi hanno ampliato la propria forza lavoro e aumentato l’organico a un ritmo rapido lo scorso mese, senza farsi scoraggiare dalla fase avanzata del ciclo economico e dalla rapida e furiosa campagna di inasprimento della Federal Reserve, evidenziando la notevole resilienza del mercato del lavoro e la sua capacità di sostenere l’economia generale fino all’ultima parte del 2023.

Secondo le statistiche più recenti del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti, nel mese di settembre il Paese ha creato 336.000 posti di lavoro, rispetto ai 170.000 previsti, a seguito di un aumento rivisto al rialzo di 227.000 posti di lavoro in agosto. Nel frattempo, i dati sulle famiglie hanno mostrato che il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 3,8%, indicando uno squilibrio persistente tra domanda e offerta di lavoratori.

In altre parti dell’indagine istituzionale, la retribuzione oraria media, un potente indicatore dell’inflazione attentamente monitorato dalla Federal Reserve, è aumentata dello 0,2% su base mensile, portando il tasso annuo al 4,2% dal 4,3% precedente, un decimo percentuale al di sotto delle previsioni in entrambi i casi.

Immediatamente dopo la pubblicazione del rapporto sull’occupazione, il dollaro statunitense, misurato dall’indice DXY, ha esteso il suo rialzo della sessione, spinto dall’aumento dei rendimenti dei titoli del Tesoro. Nel frattempo, i prezzi dell’oro hanno preso una svolta al ribasso, influenzati dall’aumento dei tassi e dalle dinamiche del mercato valutario.

I politici della Fed hanno sollevato la possibilità di un ulteriore inasprimento della politica monetaria quest’anno, ma non hanno abbracciato fermamente questa linea d’azione.