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Un giugno “infido” per le Borse

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O solo ondivago.

Quando ci sono cambi di direzione frequenti, anche intraday, sui massimi delle borse, raramente è un buon segno. Anzi, non lo è proprio.

Domenica scorsa, sulla rubrica Ultima Ora di Traders’ Magazine, nell’articolo “Le prossime due settimane sull’S&P500” pubblicavamo come proiezione sulla settimana appena trascorsa:

“I due livelli di minimo e massimo della barra madre sono ora da considerare come i primi livelli di supporto e di resistenza: 5273 e 5368, rispettivamente. Il rimbalzo avvenuto venerdì scorso è sembrato voler rappresentare appunto un rimbalzo, con un tentativo di aggressione dell’area 5330/5333, fallito a 5329.

Ipotizzando di seguire la dinamica della volatilità come indicatore di direzione, nella settimana potrebbe esserci un ri-test dei minimi recenti, forse un affondo sotto 5273 (il picco di volatilità potrebbe coincidere con la rottura di tale livello), fino a 5250/5200.” 

Riprendiamo la narrazione proprio dalla giornata di venerdì 31 maggio alle 14.30, quando veniva pubblicato il dato sui consumi individuali degli americani, il cosiddetto PCE. 

Si tratta di una dato diverso dal CPI, anche perché prende in considerazione soltanto il breve periodo (un mese). Il dato è stato considerato positivo dalle borse, al primo impatto subito dopo la pubblicazione.

Alle 7.30, orario del Chicago Mercantile, equivalente alle nostre 14.30, nella sessione Globex l’S&P500, già in recupero da un paio d’ore, rompeva al rialzo la fatidica soglia dei 5250 punti, rotta al ribasso il giorno precedente dopo il settlement delle 22.

L’impatto positivo del PCE faceva solleticare dal basso ancora una volta la soglia dei 5273: l’S&P500 veniva infatti fermato a 5272.50, divenuto resistenza.

Alle 8.30 di Chicago, le 15.30 italiane, l’apertura vedeva un nuovo test dell’area a ridosso di 5273 e l’inizio di un affondo, che rompeva il già perforato livello 5250 per dirigersi verso 5200.

A 5205 l’S&P500, accompagnato brillantemente da un’onda di circa 40.000 put zeroday vendute a 5200, cominciava il rimbalzo.

E che rimbalzo … Mentre si chiudevano molte posizioni call vendute nell’area intermedia dei 5275 e 5250, alle 13.30 di Chicago, le 20.30 italiane, l’S&P500 indugiava un poco sotto 5250.

Molti avrebbero puntato ad una lateralità nell’ultima ora di mercato aperto e assoluto dormiveglia nell’ora successiva prima di chiudere definitivamente la settimana.

Invece, nell’ultima mezzora, fra le 21.30 e le 22, orario in cui nelle ultime settimane i volumi di contrattazione sono enormemente aumentati, l’S&P500 decollava di nuovo sfidando la gravità, andando a solleticare l’area 5300.

Il nugolo di call zeroday vendute in quell’area fermavano la salita, per indurre ad un settlement sotto tale livello, per poi lasciare libera l’oscillazione fino a 5307 e una chiusura settimanale appena sotto 5300.

102 punti l’oscillazione intraday dell’S&P500, ma saliscendi tutto pilotato dalla sete di profitto sulle opzioni zeroday.

Una candela forte di inversione, che sul versante del Vix è corrisposto ad un brusco calo della volatilità.

Il Vix, nel corso della settimana trascorsa, ha toccato un massimo importante a 14.88, più alto di circa 1.30 punti rispetto alla nostra proiezione pubblicata sull’articolo di Traders’ Magazine citato sopra. La proiezione era basata su valori medi statistici, invece il picco ha toccato quasi il valore massimo storico di aumento di volatilità nell’ultima settimana di maggio. E’ comunque da sottolineare che era partito eccezionalmente basso.

La prima settimana di giugno vede invece, tendenzialmente, nella statistica stagionale, un calo della volatilità, che nelle ultime due ore della giornata di venerdì 31 è stato peraltro ampiamente anticipato: il Vix ha chiuso a 12.92, invertendo la propria posizione e andando a collocarsi nell’area da noi definita di “bassa volatilità”, compresa fra 12.62 e 14.09.

Il mese di giugno, per le borse americane, è un mese infido, uno dei più difficili da interpretare.

Prendendo tutto il mese a riferimento, negli ultimi 25 anni, il mese ha chiuso in negativo 14 volte, contro 11 positive.

Negli ultimi 15 anni, la negatività si è verificata 8 volte, negli ultimi 10 anni 5 volte.

Ciò che rende molto controversa l’interpretazione di giugno sono i punti di inversione: Giugno disegna molto spesso una “M” con un doppio picco, il primo nel corso della prima settimana (diciamo entro l’8 giugno), poi un ribasso nella seconda settimana e alle volte in parte della terza.

La data più frequente del primo minimo è intorno al 13-14 giugno. 

Poi, un secondo picco (frequentemente più basso del primo o comunque che non supera il primo picco) fra il 18 e il 24 giugno, che quest’anno coincide con il periodo a cavallo della scadenza tecnica (a proposito: Vi ricordo che ci vediamo a Torino, all’Università SAA per l’Opzionaria Friendly Tour proprio nel giorno della scadenza tecnica 21 giugno – trovate sotto l’iscrizione per chi vuole partecipare in sala).

Infine, il 25-27 giugno è la data più frequente per il minimo del mese, o, comunque, per un secondo minimo dopo quello a ridosso di metà mese. Da quel minimo, poi, si sviluppa un mese di luglio che tende ad essere positivo.

La volatilità misurata dal Vix rileva anch’essa due minimi e due picchi. I minimi intorno all’8 giugno e al 23 giugno, i massimi intorno al 13 e al 27 giugno. 

L’ipotetico massimo della volatilità il 13 giugno è normalmente più alto del massimo dell’ultima settimana di maggio: questo significherebbe un valore sopra 15 o anche ben sopra 15. 

Dall’8 al 13 giugno, negli ultimi 15 anni la volatilità è aumentata 12 volte e 3 volte è diminuita.

A dimostrare l’aggettivo “infido” che attribuisco al mese borsistico di giugno, il valore medio di aumento di volatilità in tale periodo è stato del 13.85%, ma con picchi massimi che superano o lambiscono il 50% (per chiarezza: sono percentuali da applicare all’indice, non sono i valori dell’indice).

Per citare un caso recente, gli abbonati ai nostri servizi di Opzionaria ricorderanno il mese di giugno del 2022: in quel periodo abbiamo avuto una accelerazione di volatilità del 41% (che fra l’altro è continuata in abbondanza per tre giorni ancora fino al 16 giugno), dove abbiamo applicato le strategie di allontanamento del rischio (senza pregiudicare peraltro il nostro profitto, solo posponendolo nel tempo).

Il secondo picco di volatilità è coerente con la proiezione del secondo minimo dell’S&P500 ed è su livelli simili a quello del primo picco, con una variazione di volatilità che potrebbe quindi essere altrettanto notevole.

Fra i due picchi la pausa è molto frequente. Prendendo a riferimento il periodo 13-23 giugno negli ultimi 15 anni, ben 13 volte la volatilità misurata dal Vix è calata con valore medio del -9% e un valore limite del -21%.

Per riepilogare l’algoritmo basato sulla stagionalità vede un massimo dell’S&P500 l’8 giugno, con un minimo del Vix, un minimo il 13 giugno, con un massimo (forse consistente) del Vix, un nuovo minimo dell’S&P500 il 25-27 giugno con un massimo del Vix il 27 giugno.

Rammento che le zone temporali indicate sopra sono da intendersi come punti possibili di snodo: questo significa che la direzione del mercato potrebbe essere l’inverso di quella ipotizzata, con maggiore probabilità di inversione nelle date indicate.

Durante la notte, dopo la pubblicazione del presente articolo, il nostro sistema calcolerà gli algoritmi non stagionali. Se confermerà quelli calcolati nella scorsa settimana, avremo un periodo 11-14 giugno indicato come punto di inversione principale del mese: se così fosse, sarebbe coerente con l’ipotetico minimo (o subordinatamente, con minore probabilità, massimo) del 13 giugno.

Sarà materia che tratteremo nel prossimo articolo, cercando anche di dare dei valori numerici a tali proiezioni.

Sul nostro canale webinar, parliamo di Stellar, sistema di trading che punta al breve periodo: entrare per uscire rapidamente con le opzioni, con rischio contenuto e ottimo rendimento.

Parliamo anche di volatilità, come in questo articolo, e troverai l’applicazione pratica di quanto abbiamo discusso qui.

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P.S.: Poi, magari, la realtà sarà diversa. Giugno può essere rialzista o ribassista, ma è soprattutto molto ondivago e questo non rende facile la negoziazione in questo mese. Ammesso che ci sia un mese facile per fare trading, ovviamente. 

Sono 75 minuti di grande Cultura Finanziaria che ti aspettano sul nostro canale webinar, approfittane, perché vedrai tre moduli costruiti per una perfetta sincronia di una grande strategia in opzioni. 

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Il 21 giugno prossimo ritorna Opzionaria Friendly Tour nel suo format di una giornata intera di grande Cultura delle opzioni nell’Aula d’Onore della SAA, all’Università di Torino.

Nella seconda Master Edition passeremo insieme una fantastica giornata a mercati aperti, nel giorno della scadenza tecnica trimestrale: analizzeremo la Mappa del Mercato, man mano che si forma nel corso della giornata, esamineremo strategie operative da mettere a mercato, valuteremo il timing corretto, metteremo sotto la lente la volatilità della giornata, e le prospettive per i giorni e le settimane successive.

Vedremo la stagionalità, l’analisi grafica, i volumi, gli open interest, gli indicatori, gli algoritmi di prezzo e tempo, i diversi modelli di costruzione delle strategie operative: saranno sette ore di grande Cultura, in cui condivideremo la Conoscenza e la Passione per i mercati.

Qui sotto, trovi il link per iscriverti: per favore, iscriviti solo se hai reale intenzione di venire in sala il 21 giugno, l’evento è gratuito, la registrazione sarà resa disponibile gratuitamente solo ai partecipanti all’evento.

 

 

 

 

Maurizio Monti

  Editore Istituto Svizzero della Borsa

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