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123 anni fa, come oggi

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Così sono i mercati.

Nella vivace New York degli inizi del XX secolo, la città che non dorme mai, le giornate erano lunghe e gli affari erano redditizi.

Era un’epoca d’oro per l’industria e la Borsa di New York era il cuore pulsante di tutta questa prosperità.

Gli agenti di cambio, nei loro abiti eleganti e orologi da tasca lucenti, vagavano per Wall Street, anticipando grandi opportunità di investimento.

Ma, come in tutte le età dell’oro, anche le ombre si profilavano all’orizzonte.

All’epicentro di questo tumulto c’erano due titani finanziari, J.P. Morgan e E.H. Harriman.

Questi uomini non erano solo potenti magnati. Erano rivali in una feroce competizione per il controllo di una delle compagnie più strategiche dell’epoca: la Northern Pacific Railway.

La Northern Pacific Railway era l’azienda che gestiva una linea ferroviaria, che era in realtà un’arteria cruciale che collegava l’ovest e l’est degli Stati Uniti, un gioiello ambito che prometteva grandi profitti e, soprattutto, il controllo sui trasporti e sulla logistica del paese.

Morgan e Harriman, consapevoli del suo valore, iniziarono ad acquistare azioni della società con una voracità senza precedenti.

La primavera del 1901 portò con sé un’ondata di speculazioni.

Gli agenti di cambio, sempre attenti ai movimenti dei magnati, si accorsero del massiccio acquisto di azioni della Northern Pacific e decisero di stare al gioco.

Gli ordini di acquisto hanno inondato il mercato e il prezzo delle azioni ha iniziato a salire alle stelle.

Una voce si diffuse rapidamente nelle sale di Wall Street: c’era una guerra silenziosa tra Morgan e Harriman.

Ognuno cercava di acquisire quante più azioni possibile, indipendentemente dal costo.

La carenza di azioni disponibili divenne un problema critico e coloro che avevano venduto allo scoperto, scommettendo che il prezzo sarebbe sceso, si ritrovarono intrappolati in una trappola mortale.

Il 9 maggio 1901, un giovedì soleggiato che sarebbe stato ricordato per sempre, il mercato esplose nel caos.

Il prezzo delle azioni della Northern Pacific, che era in costante aumento, raggiunse i 1.000 dollari per azione in una frenesia di acquisti, prima di crollare miseramente.

Gli uffici di intermediazione divennero palcoscenici di panico.

I trader correvano avanti e indietro, urlando ordini, cercando disperatamente di coprire le loro posizioni lunghe. Alcuni cedevano alla forte pressione psicologica, altri cercavano di negoziare nella speranza di salvare parte dei loro investimenti.

Il panico non si era limitato alle azioni della Northern Pacific.

La crisi si è propagata come un incendio boschivo, colpendo l’intero mercato. I prezzi di altri titoli hanno cominciato a crollare e la fiducia degli investitori è crollata.

Quella che era iniziata come una battaglia tra due titani finanziari si trasformò in un crollo che minacciò di distruggere il mercato azionario di New York.

In mezzo a questo turbinìo, J.P. Morgan e E.H. Harriman capirono che la loro rivalità aveva portato non solo la Borsa di New York, ma anche l’economia in generale, sull’orlo del baratro.

Questi uomini, sebbene agguerriti concorrenti, erano anche visionari capaci di vedere il quadro generale. Consapevoli delle conseguenze delle loro azioni, decisero di intervenire.

Morgan e Harriman si incontrarono in un ufficio tranquillo, lontano dal caos di Wall Street.

Lì, in un clima carico di tensione, raggiunsero un accordo per calmare la tempesta che avevano scatenato.

Decisero di consentire a coloro che erano intrappolati in posizioni lunghe di riacquistare le azioni della Northern Pacific a un prezzo fisso, evitando così un’ondata di fallimenti che sarebbe stata devastante.

L’accordo ha avuto l’effetto desiderato.

Il panico cominciò a dissiparsi e la calma tornò gradualmente a Wall Street. Anche se le ferite avrebbero avuto bisogno di tempo per guarire, l’intervento di Morgan e Harriman ha impedito una grave catastrofe.

Il panico del 1901 lasciò un segno indelebile nella storia di Wall Street. Ha ricordato i pericoli della speculazione sfrenata e della mancanza di regolamentazione nei mercati finanziari.

Sebbene questo evento non sia così noto come il “crollo” del 1929, il suo impatto fu significativo.

Nel corso del tempo, il panico del 1901 contribuì alla creazione di una maggiore supervisione e regolamentazione dei mercati, aprendo la strada a un sistema finanziario più robusto. 

Maurizio Monti 

Editore Traders’ Magazine Italia

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