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FREE – Lacrime per Nicole Kidman, che vince la Coppa Volpi per il sensuale “Babygirl” a Venezia 81, ma perde improvvisamente l’adorata mamma

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Nel film, l’attrice veste i panni di una donna al potere in azienda, ma sottomessa nell’intimo, in particolare con un giovane stagista del suo staff. Banderas interpreta il marito, che impara quanto la mentalità maschilista non appartenga più nemmeno ai giovani maschi. Nella lotta al famigerato patriarcato, la vittoria della Kidman è per tutto il genere femminile. Voto: 7,5

Trama
Nel thriller erotico di Halina Reijn – il cui titolo “Babygirl” già racconta molto, visto che la protagonista è un’ultracinquantenne con una parte profonda in sé evidentemente infantile – Nicole Kidman e Antonio Banderas sono sposati da tempo e hanno un’allegra famiglia. Tutto bene, all’apparenza. Tuttavia, Romy, che è un’acclamata CEO, il cui punto di forza è risolvere situazioni altrui, prendendo il comando del caso e gestendo personale sotto di sé, passa dal vertice di una società di uomini a una posizione a quattro zampe di fronte a un ragazzino che le impartisce ordini come fosse un cane da ammaestrare.

Il film, che è, anche, di genere suspense, indaga l’animo umano, particolarmente quello femminile, e il dualismo che può nascondervisi: da un lato, la ferrea professionista sul lavoro, con una fisionomia che sostiene il ruolo, dall’altro, la bambina, la babygirl, incerta e bisognosa, un po’ capricciosa, che chiede attenzioni e cerca punizioni eccitanti.

Intanto, abbiamo un Banderas nei panni di Jacob, un ruolo originale per lui: si tratta del marito di Romy, un bravo regista teatrale, forse concentrato più sul suo lavoro che sulla moglie, che, tuttavia, ama senza se né ma, come ama la famiglia che hanno creato assieme; ha, però, una mentalità retrograda e maschilista, pur non essendo un maschio alfa, nemmeno sessualmente, ed è, in parte senza volontà, sordo alle esigenze della consorte, che vede come la mogliettina tradizionale con un desiderio a letto semplice da soddisfare.

Sarà il giovane Samuel, alias l’attore Harris Dickinson, a intuire i bisogni, per lui attraenti, della sua responsabile, della quale smaschererà fragilità e sensualità. Ma la carriera della donna dal fisico invidiabile viene così messa a repentaglio: una sola telefonata potrebbe farla saltare. No risk no fun?

LA REGISTA

F1) Un abbraccio affettuoso fra Nicole e la regista Halina in sala grande
Un abbraccio affettuoso fra Nicole e la regista Halina in sala grande

Nella Figura F1, regista e protagonista di “Babygirl” all’anteprima del film al Lido.
Fonte/credits: ph. Alessandra Basile

A interessare la regista è stata – così ha detto la stessa al Lido, presentando il suo film – la dualità della natura umana. Parlando della relazione fra Romy e Samuel, ha dichiarato che consente loro “di mettere in scena la loro confusione riguardo a potere, genere, età, gerarchia e istinto animale. Nonostante i tabù, la gioia di quell’esplorazione è liberatoria e persino curativa”.

Analisi & Recensione
La prima scena di “Babygirl” è eloquente ed è il fil rouge del film: sesso tradizionale fra Kidman e Banderas, seguito da autoerotismo della prima. Tuttavia, questo aspetto di una relazione sentimentale è, in verità, il lumino su ben altro: è lo strumento per riflettere su quell’ “io” più profondo della persona in coppia (o in famiglia), certe volte dimentica della propria essenza a prescindere dal legame affettivo con altri. Il personaggio della Kidman, se sul lavoro e con i figli si sente appagata, nell’intimità con il marito non lo è affatto, tanto da ricorrere a video hard per far da sè. Quando, in ufficio, arriva un intraprendente stagista di bell’aspetto, i suoi sogni più proibiti diventano realtà. Il suo è, in verità, un bisogno di essere voluta, maneggiata, guardata senza filtri, accettata fino in fondo, con le sue debolezze, insomma amata a 360°.

Il sesso diventa, come spesso accade, una cartina di tornasole. Non solo per Romy, ma anche per Samuel, che ha altre esigenze e difficoltà e che, in lei, e, a un certo punto, nella sua famiglia, trovano una risposta, facendogli compiere un cammino evolutivo.

Infine, ma assolutamente non meno importante, è di crescita anche il percorso del marito Jacob, che scopre, in un momento esilarante del film, quanto vecchia ed errata sia la sua concezione dell’altro sesso, grazie all’intervento di uno che ha la metà dei suoi anni(!).

La Nicole Kidman del magnifico “Eyes wide shut”, il masterpiece del 1999 diretto da Stanley Kubrick, torna a un film sensuale, qui lanciandosi in scene ben più spinte che nel menzionato lungometraggio girato con l’ex marito, Tom Cruise, e lo fa con grande e lodevole coraggio.

Un plauso, dunque, all’attrice australiana, ancora bellissima nel fisico, tanto da dare punti a molte ventenni di oggi, ma ahimè torturata nel viso, che avrebbe avuto maggiore giustizia con i segni naturali dei suoi anagrafici 57 anni, dalla troppa chirurgia plastica, prima subita e poi corretta. Il fascino, spesso, cammina in direzione opposta allo stiramento di pelle e rughe, capace solo di togliere, in un volto, quei lineamenti che ne determinano armonia e vera beltà.

F2) Antonio Banderas e Harris Dickinson alla conferenza stampa di “Babygirl”
Antonio Banderas e Harris Dickinson alla conferenza stampa di “Babygirl”

Nella figura F2, i due attori maschili del film di Halina Reijn in concorso a Venezia 81.
Fonte/credits: ph. Alessandra Basile

Congratulazioni a Nicole per la vittoria! Il suo ruolo simboleggia il potere femminile, quello vero. Le donne – noi – non sono uomini, non sono “meno” perché fragili, non sono a scadenza, come vorrebbe la società odierna, ancora così meschinamente maschilista, che prova di continuo a targetizzarle attraverso i media, le pubblicità. Abbasso i paletti retrogradi!

Buona, non eccellente, è la recitazione in “Babygirl”. Nicole e Antonio, soprattutto, possono assai di più. Basti pensare ai ruoli superbi della prima in “The Others” e in “The Hours”; certo, due capolavori di registi straordinari, capaci di raccontare storie potenti con sceneggiature di calibro elevato e dialoghi inconfrontabili con quelli di “Babygirl”. Ma di nuovo: brava Nicole!

Conclusione
Nicole Kidman è stata colpita da due avvenimenti contrapposti: un successo in vita e una morte improvvisa. Se la sua gioia è stata incommensurabile per l’attribuzione della Coppa Volpi alla migliore interpretazione femminile, il dolore che l’ha travolta nello stesso momento è stato inconsolabile. L’attrice ha perso, senza preavviso, la mamma, cui era legatissima. A lei ha dedicato l’ambito premio, dicendosi profondamente triste, con “il mio cuore a pezzi”.
Tornando al film, se viene visto con lo sguardo indagatore di chi va oltre la superficie, assume un valore superiore a quello suggerito dai primi minuti di montato e la sua visione diventa consigliabile a un pubblico esteso, bambini e, forse, ragazzini esclusi. Voto: 7,5.
Forza Nicole, forza le donne!

F3) Kidman, Banderas e Dickinson con Reijn alla conferenza stampa di “Babygirl”

Kidman, Banderas e Dickinson con Reijn alla conferenza stampa di “Babygirl”

Nella figura F3, il cast principale di “Babygirl” e la regista in conferenza stampa.
Fonte/credits: ph. Alessandra Basile

 

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo.

Email: Alessandra.Basile@outlook.com Sito web: www.alessandrabasileattrice.com

 

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