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L’onda lunga del VIX a ottobre

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Punti di inversione e distorsione.

Nell’articolo pubblicato sabato nella sezione Ultima Ora abbiamo rappresentato un ottobre pre-elettorale piuttosto movimentato, con tre possibili punti critici, l’ultimo dei quali, intorno al 25-29 ottobre, potrebbe essere il peggiore: e su questo dedicheremo ancora spazio nei prossimi articoli.

Limitando per ora l’analisi al periodo già preso in esame, 27 settembre – 18 ottobre, l’S&P500 va incontro a un punto di inversione di probabile piccola entità ad inizio mese, ma vede il punto più critico statistico fra l’8 e il 12 ottobre, dove potrebbe esserci una caduta del mercato relativamente importante, per una ripresa, poi, fino alla scadenza tecnica del 18 ottobre.

Stiamo parlando di oscillazioni che nella media statistica di tutto il periodo sono intorno al 2.5/2.8%, anche se ottobre, nella storia ha fatto vedere valori limite di oscillazione molto più grandi (non dimentichiamo, ad esempio, l’ottobre 1987 o il 2007).

La struttura di fondo del mercato continua ad essere rialzista.

Esaminando il Vix, negli ultimi 34 anni e nel periodo di cui sopra, per 20 volte il Vix ha visto una ascesa fino al 12 ottobre.

Negli anni di rialzo della volatilità la media è stata contenuta ad un + 15.48% (come dire un Vix fra 18 e 19 rispetto ai valori attuali).

Nondimeno gli anni di picco hanno visto valori molto importanti: ad esempio nel 2018, il massimo superò il +100%, con valore close to close di +71% (che significherebbe una massima espansione del Vix alla data del 12 ottobre a oltre 32/33).

Negli anni dove il Vix è sceso, la media è stata del -12.44%, che significherebbe un ritorno del Vix intorno al valore 14.5, tutt’altro che impossibile.

Limitando l’analisi ai soli anni elettoriali, la probabilità di una ascesa del Vix fino al 12 ottobre aumenta di molto: negli 8 anni elettorali, all’interno del range di 34 anni preso in esame, 6 volte su 8 la volatilità è salita fino al 12 ottobre ed estendendo la rilevazione fino al 18 ottobre 7 volte su 8.

Interessante che togliendo il 2008, anno di volatilità che possiamo classificare come outlier dal punto di vista statistico, il risultato grafico non cambia di molto.

La media di aumento della volatilità fino al 12 ottobre, con i soli anni elettorali e togliendo il 2008, è intorno al +19% (valore del Vix fra 19 e 20), mentre gli anni 1996 e 2020 in cui la volatilità è scesa si è abbassata solo di -7%.

Il Vix sembra confermare quindi una tendenza a movimenti di mercato irregolari nel mese immediatamente precedente alle elezioni, ponendo particolare focus sui giorni 11-14 ottobre come possibile picco di volatilità.

La probabilità statistica aumentata di una unità su 8, dilatando l’analisi fino al 18 ottobre, vede diminuire il valore medio di aumento percentuale: questo indica il fenomeno tipico della “persistenza” di alta volatilità, ma decrescente, fino al 18 ottobre.

E’ interessante osservare che l’anno che si aggiunge al protrarsi della volatilità è il 2020.  

La legge della volatilità è quella di produrre figli simili a se stessa, dove quindi l’alta volatilità tende a persistere sia pure in forma decrescente dopo avere toccato il picco, perché alta volatilità genera alta volatilità (ed è vero anche il contrario: basta osservare i lunghi mesi in cui il Vix oscilla intorno al nostro valore statistico calcolato di 12.62, come limite fra bassa e bassissima volatilità).

 

Maurizio Monti

Editore

Traders’ Magazine Italia

 

P.S.: I punti di inversione, alle volte, giocano al contrario: il mercato segue onde di salita e discesa ed è fortemente condizionato se una onda prevista in salita è in realtà una discesa o viceversa, perché finisce con il condizionare tutto ciò che avviene dopo.

In modo particolare gli elementi distorsivi più frequenti nell’analisi dei punti di inversione sono le lateralità o i movimenti estremamente rapidi, che avvengono nell’arco di poche ore o comunque di poco tempo.

Un esempio recente di tale fenomeno è stato l’11 settembre scorso, dove un ri-test dei minimi, che poteva far presupporre una ulteriore onda ribassista, è durato solo due ore, pur essendo un’onda ribassista e anche violenta di 100 punti circa, che ha dato poi luogo ad un eccezionale rimbalzo di 160 punti.

Quel fenomeno di annunciata inversione, che si è limitata ad un ri-test e a un rimbalzo, quindi ad una sostanziale lateralità rialzista, ha creato una perturbazione del trend tipico della seconda quindicina di settembre, molto spesso negativa, che ha dato luogo, invece, quest’anno, ad una continuazione rialzista, che ha poi portato l’S&P500 a superare quota 5800.

Nelle analisi dei punti di inversione, va sempre tenuto conto che la sequenza può alterarsi se un punto di inversione non è del tutto coerente con la previsione e finisce con il perturbare i punti di inversione ad esso successivi.

La magnitudine è un altro elemento distorsivo dei punti di inversione: ne parleremo in un prossimo articolo e nelle edizioni di Classroom.

 

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