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La paura striscia sotto la patina del Risk On

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La lezione del 5 agosto.

Il Consumer Price Index americano ha confermato che la previsione di 0.1% mese su mese era un po’ troppo ottimistica: dal dato è emerso un più realistico 0.2% e un tasso di inflazione corrente al 2.4%.

Il dato ha contenuto l’esuberanza mostrata dal mercato nella giornata di mercoledì.

La reazione di volatilità è stata relativamente modesta, e la giornata di contrattazione è stata dominata da una sostanziale lateralità, con il minimo a 5811 e il massimo a 5844 sul future dell’S&P500.

Il supporto nell’area 5800-5815 appare essere molto forte, dopo la difficoltà patita per romperlo quando ancora era resistenza. E dal lato alto, 5850 era altrettanto protetto.

Il supporto strategico è più lontano, in area 5716, principalmente dominato dalle put collocate a 5750, specie sulla scadenza 25 ottobre, vendute a prezzi fra 35 e 40 punti.

Dal lato alto la resistenza strategica è ancora a 5883.

Venerdì parte la stagione degli utili, previsti, mediamente, in sostanziale crescita, grazie al buon andamento economico di cui beneficiano gli Stati Uniti.

I dati economici positivi fanno rivedere la previsione di un ulteriore calo dei tassi di altri 50 punti base in novembre, ricollocando la previsione a 25 punti base. Viene stimata anche una probabilità del 15% di nessuna riduzione in novembre.

Nella giornata di oggi, 11 ottobre, è la volta dei prezzi alla produzione, altrettanto importanti dal punto di vista dell’osservatorio FED.

Il mercato ha deciso per il momento di girarsi dall’altra parte, riguardo al rischio della reazione di Israele contro l’Iran, accreditando che gli Stati Uniti abbiano ancora la capacità di contenere i progetti bellici dello stato ebraico.

Se questo sia realistico o no, è difficile dirlo.

C’è invece da osservare che dopo la giornata di mercoledì, con un prezzo del petrolio in discesa rapida che, insieme con le borse in salita, ha fatto prontamente gridare al risk on, ieri il petrolio è tornato a salire.

Sul nostro sistema Profit Energy siamo in posizione long sul petrolio ed in profitto e ne siamo ben felici: ma l’indizio non è rassicurante dal punto di vista della valutazione del rischio. E’ evidente che il petrolio sta prezzando il rischio Iran.

L’aumento del prezzo del petrolio è tanto più significativo se consideriamo che il dollaro si è significativamente apprezzato contro tutte le valute.

L’oro, sulla scia del dato inflattivo leggermente più alto delle attese (o forse semplicemente più “normale” di come lo si volesse rappresentare), ha rimbalzato dopo la forte caduta di mercoledì, riguadagnando prezzi sopra 2630.

Peraltro, superati i primi 90 minuti dopo la notizia, è apparso piuttosto congestionato ed affaticato. Probabilmente, avrebbe bisogno di un ulteriore affondo fino all’area 2500 e forse oltre, per ripartire di nuovo.

Il future del Treasury Bond americano è sembrato in caduta libera dopo il 17 settembre, giorno in cui la FED ha tagliato i tassi di 50 punti base.

Nella giornata di ieri ha violato quota 120, andando ad appoggiarsi su un supporto strategico, che coincide con la media mobile a 200 periodi.

Gli investitori nel comparto obbligazionario non sembrano concretamente credere al contenimento dell’inflazione e ora quotano i rendimenti in misura maggiore di quanto fossero prima del 17 settembre.

Il Vix resta posizionato sopra quota 20, confermando un sentiment di mercato non proprio sereno: in linea con la stagionalità del periodo pre-elettorale e, comunque, sicuramente esacerbato dai timori provenienti dal Medio Oriente.

Così, assistiamo ad un Vix costantemente alto e ai mercati sui massimi.

Questo fattore, insieme con la prezzatura quanto meno originale che i market maker stanno assegnando alla volatilità delle opzioni, distribuendola in modo irregolare sulla chain, riduce l’effetto del time decay, con disappunto di risultato sui sistemi che cercano il guadagno dal passare del tempo.

Tutto questo è destinato a passare, ma, nel frattempo, il pianeta opzioni sembra essere molto diverso dal solito, come se le leggi che lo regolano, alla fine leggi scientifiche certe, fossero state temporaneamente sospese.

Sul nostro canale webinar, abbiamo mostrato le tre grandi categorie di sistemi Anti-volatilità: il modello classico, protettivo, un modello che definiremmo intermedio, protettivo e aggressivo insieme, e, infine, per la prima volta, un modello anti-vola con dichiarata volontà di essere sistema di profitto.

Un’ora di Cultura cui non puoi rinunciare: come dominare la volatilità che ti viene contro, anche quando ti viene contro all’improvviso. La lezione che ci ha insegnato il 5 agosto.

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P.S.: Il mercato fa spallucce e tira al rialzo, qualsiasi cosa avvenga.

Ma la paura, sotto sotto, continua a strisciare.

E’ il momento della prudenza e del contenimento del rischio: ecco perché l’anti-Crash è l’argomento del giorno, a cui non puoi sfuggire.

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Maurizio Monti

Maurizio Monti

Editore

Istituto Svizzero della Borsa

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