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Rosso o Blu, nulla di quanto occorre

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Si può rendere possibile l’impossibile?

Il vento del mondo gira a destra.

La stampa americana e inglese sta commentando in modo più o meno vivace, piuttosto che riflessivo, la vittoria di Trump.

In Inghilterra, sta assumendo rilievo la signora Kemi Badenoch, nigeriana di origine, come nuovo capo del Partito Conservatore.

Il gruppo laburista al governo non ha mai nascosto, anche con gaffe clamorose, la propria ostilità a Trump. E ostilità fra Gran Bretagna e USA è qualche cosa che si era visto poche volte o forse mai nella storia.

Così, la Badenoch, sicuramente molto più Trump-oriented viene vista come la futura interlocutrice privilegiata, magari, perché no, vincitrice in future elezioni anticipate che facciano di nuovo cambiare idea agli inglesi sul colore del loro governo.

In Germania, la crisi di governo è conclamata.

Seguiranno le elezioni anticipate e la svolta a destra della Germania è quasi matematica.

L’Austria la svolta l’ha praticamente già fatta.

Il mondo occidentale svolta a destra, per ricercare soluzioni a problemi che non sono risolvibili, se non con cambi radicali del sistema economico-sociale, che nessuno se la sente di fare, perché non c’è il coraggio, la competenza, la forza, per farli.

Nulla di quanto occorre.

Praticamente non c’è nulla di quanto occorre.

Così, oscilliamo, a destra o a sinistra a seconda delle epoche, ma i problemi di fondo sono quelli.

Se vogliamo riassumerli in una sola drammatica espressione: “Errata distribuzione della ricchezza”.

Mica poco.

Una delle principali cause sulla quale sono caduti gli imperi nella storia a partire dall’Impero Romano in poi. 

Vince l’uno o vince l’altro, alla fine cambia poco.

Nelle ultime settimane, molto si è parlato di quali settori e quali strumenti finanziari siano da tenere in maggiore considerazione, in funzione della vittoria dell’uno o dell’altra candidata.

E’ quello che ci si chiede sempre, in vista delle elezioni.

E’ anche la ragione per cui il periodo pre-elettorale vede un aumento della volatilità.

In realtà, se ci pensiamo bene, se esaminiamo a fondo quello che è avvenuto, e non solo negli Stati Uniti, al cambiare dei diversi governi, capi e presidenti, ci accorgiamo che sono cambiate le tattiche, di fatto non sono mai cambiate le strategie di fondo.

Cambiano le tattiche, sì, cambiano.

Al cambio delle tattiche, i mercati seguono, salendo sul carro dei vincitori.

Il cambio di colore della Presidenza degli USA ha determinato un cambiamento nel panorama finanziario mondiale.

I primi sintomi sono di borse americane destinate ad entrare in bolla e borse europee verso un periodo di debolezza strutturale.

Inoltre, i bond hanno anticipato i tempi di debiti sempre più straripanti, scendendo e trascinando, temporaneamente, anche l’oro.

Tanto per confermare che il mercato dei bond stenta ad allinearsi, o non si è affatto allineato se preferisci, con il taglio dei tassi da parte della FED.

Ma le strategie, no. Non cambiano.

In realtà, se è vero che, ad esempio, la politica sull’immigrazione sia molto diversa fra democratici e repubblicani negli USA, ciò su cui i due partiti vanno perfettamente d’accordo è nel fare debiti.

E nel farli in modo sempre più eccessivo, fino a far dichiarare a Powell, con molta semplicità, giovedì scorso, come se fosse acqua fresca, che il debito USA è fuori controllo.

Mancava dicesse, facendo le spallucce: “E io che ci posso fare? Io stampo soltanto, sono altri a fare debito…”.

Siccome è inevitabile fare debito, che poi serva per abbassare le tasse o per aumentare il welfare, cambia poco.

Debiti sono.

Il mondo gira.

Così, se il mondo gira a destra, come ora, piuttosto che a sinistra, in realtà ciò che occorre è capire come riorganizzare la distribuzione della ricchezza, che è un problema gigantesco dove da una parte c’è un oceano immenso e dall’altra parte tanti piccoli fiumicelli.

Con il debito, i diversi governi, di qualunque colore siano, cercano con dei secchielli di spostare un po’ di acqua dall’oceano dei ricchi ai fiumicelli dei più poveri o della classe media, se esiste ancora.

Poi che lo facciano diminuendo le tasse, favorendo o no l’immigrazione, inventando redditi di cittadinanza o superbonus al mille per cento, finanziando le industrie green o quelle tradizionali, cambia poco.

Sono secchielli che cercano di bilanciare il flusso d’acqua oceanico, contro un flusso d’acqua di fiumicelli minacciati dal deserto del cambiamento climatico.

Tutto questo mentre personaggi geniali da circo equestre montano sul carro del Vincitore, che geni li definisce, perché sanno bene che in questo modo possono “consigliare” quanti secchielli adoperare.

Ora, godiamoci le borse americane che salgono.

L’S&P500 continuerà a salire: il 32% del suo valore è concentrato su sette magnifiche.

Così sette valgono un terzo e 493 valgono due terzi.

Fra le sette è tornata Tesla.

Secondo il suo Genio fondatore, con i robot umanoidi di sua invenzione, che elimineranno la manodopera umana, varrà in futuro 25 trilioni di dollari, appena meno del PIL degli Stati Uniti.

Del resto, che sia un Genio lo ha certificato Trump, votato dalla maggioranza della popolazione degli Stati Uniti.

Fra Geni ci si intende, si esce dalla stessa lampada.

Nulla di quanto occorre.

“Io libererò l’uomo dalla schiavitù del calcolo”.

La frase è di Pascal, quando realizzò la prima calcolatrice.

Oggi, l’Intelligenza Artificiale e la Robotica possono dare all’umanità l’incredibile opportunità di aumentare la ricchezza, liberare tempo umano, liberare l’uomo da molte schiavitù ancora presenti nella società contemporanea.

Il valore aggiunto che si può creare è immenso.

La politica deve fare quanto occorre: quel valore aggiunto va distribuito in modo equo, senza cadute di carattere socialistoide e senza eccessi di accumulazione smisurata.

Ma deve intervenire, la rivoluzione in arrivo è grande.

E’ un vortice da cui possiamo essere portati in alto o scaraventati in basso.

I taxi andranno senza autista.

La tua auto non avrà bisogno di te per andare a destinazione.

I camion non avranno bisogno di conducente.

Le fabbriche e i luoghi di produzione avranno bisogno di molte meno persone, che manovrano robot.

I principali processi di customer care, di assistenza, di prenotazione, di amministrazione, di insegnamento avranno bisogno della metà delle persone che impiegano oggi.

Purtroppo, ora, non c’è nulla di quanto occorre, per rendere questo cambiamento un beneficio per l’umanità.

La politica, diciamolo, ha dimostrato finora di non sapere fare nulla di quanto occorre.

Parla di tattiche, ma non arriva a ridefinire le strategie.

Maurizio Monti

 

 

Maurizio Monti
Editore
Traders’ Magazine Italia 

 

P.S.: “Una volta eliminato l’impossibile ciò che rimane, per quanto improbabile, dev’essere la verità.”

(Arthur Conan Doyle).

O rendiamo possibile ciò che ora sembra impossibile, o la verità che scopriremo a fine decennio sarà piuttosto amara.

Del resto, non abbiamo scelta.   

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