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Grafico dell’e-mini future dell’S&P500
Dal fatidico minimo del 5 agosto, l’S&P500 ha seguito un canale ascendente con relativa regolarità.
I massimi più importanti di agosto, settembre e ottobre hanno seguito la linea superiore del canale.
Dal lato opposto, i minimi del 9 e 10 settembre e del 4 novembre hanno delineato la linea inferiore.
L’ultimo massimo dell’11 novembre, che potremmo definire lo sfogo dell’euforia Trumpiana post elettorale, non è riuscito a toccare la linea superiore, l’ha solo sfiorata, prima di cadere giù.
Un classico, insomma, di quello che saranno i fuochi di paglia legati a Trump.
I mercati sono i migliori interpreti delle azioni umane se li sai leggere.
Nella giornata di venerdì 15 novembre, giorno di scadenza tecnica, la linea 5888, pari al 50% dell’ultimo range, ha fatto da supporto.
La chiusura è stata nei pressi di 5900, per accontentare i grandi venditori di opzioni in quella zona.
Subito dopo il settlement, il sintomo evidente non è stato buono: la settimana si è chiusa sui minimi, senza mostrare capacità di recupero.
Nell’articolo pubblicato ieri ( https://www.traders-mag.it/sell-off-di-ieri-ha-un-perche/ ) sul sito di Traders’ Magazine sulla sezione Ultima ora, abbiamo constatato come il sell-off sia un sintomo della rotazione più volte avvenuta in passato quando il tasso di interesse del decennale Usa raggiunge o naviga intorno al 4.5%.
E, come dicevamo, il sell-off può essere molto più consistente se il Treasury dovesse continuare al rialzo fino al 5%.
In un precedente articolo ( https://www.traders-mag.it/trump-inflazione-su-o-giu/ ) sempre tratto dal sito di Traders’ Magazine, scrivevamo:
“O, più semplicemente, il debito americano è sempre più difficile da vendere e gli investitori vogliono un maggiore premio di rischio? Fatto sta che il future sul Treasury ha i valori della primavera scorsa, quando la stagione del taglio dei tassi era ancora molto lontana.”
Ora siamo di fronte ad un bivio importante.
La stagionalità dell’S&P500 nel periodo 1-29 novembre è in trend prevalente positivo.
Gli anni elettorali attenuano la positività, anche a causa di una maggiore oscillazione di volatilità, di cui abbiamo già constatato gli effetti.
Il giorno 1 novembre l’apertura dell’S&P500 future ha visto il prezzo di 5742.
L’onda rialzista, fino a 6053, ha avuto una dimensione di circa 321 punti, in linea con le medie statistiche per attendersi il ritracciamento, che poi è avvenuto.
Secondo i numeri della stagionalità, il range possibile di novembre calcolato sulle massime estensioni oscilla fra 5633 (minimo più basso) e 6282 (massimo maggiore).
Dal lato alto, la media di rialzo stagionale, vede il valore 5932, abbondantemente superato dal massimo già fatto l’11 novembre.
Se esaminiamo il canale rialzista e i relativi livelli, osserviamo che a 5800 circa viaggia il 75% dell’ultimo range e alla data di mercoledì prossimo 20 novembre, in ipotesi di continuazione del ritracciamento, verrebbe toccato il lato basso del canale su tale prezzo.
L’affondo in volatilità arriverebbe a 5764, che è il 12.50% del range, punto ipotetico di equilibrio fra ripartenza e prosieguo del trend rialzista (o quanto meno non ancora inversione del trend), oppure, in caso di rottura, inizio di un trend ribassista.
E’ interessante osservare che il valore 5764 è pur sempre superiore a 5742, e rispetterebbe, in lontana ipotesi di una chiusura in quella zona, la statistica positiva di novembre, sia pure per poco.
Le date comprese fra il 19 e il 21 novembre, in ipotesi di settimana negativa, sono quelle dove, in passato, negli anni elettorali, più frequentemente si è verificato un minimo.
I dieci giorni intorno al black Friday sono tendenzialmente positivi, e accompagnati, secondo statistica stagionale, da calo della volatilità.
Se il ritracciamento fosse già concluso, non sembra sia così, la ripartenza vedrebbe facilmente riportare i valori verso l’area dei massimi, con possibili nuovi massimi oltre 6100/6150 entro i primi giorni di dicembre.
La lettura più probabile per la settimana entrante è quella di un rimbalzo fino a 5950, probabilmente lunedì, un affondo successivo nella giornata di martedì, con supporto a 5850 e un mercoledì che potrebbe completare l’affondo fino a 5800 o oltre.
La volatilità avrebbe un picco relativo fra il 20 e il 21 novembre.
La ripartenza di quello che potrebbe essere solo un rimbalzo o un proseguimento del trend rialzista potrebbe avvenire dalla fine della settimana, andando a coronare la settimana successiva del Thanksgiving e del Black Friday della tradizionale positività.
Nell’articolo di domani, riservato agli abbonati a Traders’ Magazine, esamineremo le conseguenze di tale impostazione dal punto di vista delle strategie di protezione dalla volatilità.
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P.S.: La volatilità di dicembre e gennaio è quotata troppo alta dai market maker.
C’è qualcosa che non sappiamo. Oppure la proiezione sui tassi dei Treasury è così violenta, da far presupporre un sensibile aumento di volatilità e il prosieguo di una rotazione dall’azionario all’obbligazionario.
Di certo, un nostro algoritmo temporale, invero molto infrequente, con cadenza circa biennale, vede un punto di inversione il 6 dicembre prossimo, con una approssimazione ampia di una settimana in più o in meno.
E’ un algoritmo potente, non trascurabile.
Molto spesso cicli importanti della durata di 6-10 settimane iniziano con tale algoritmo.
Vedremo se l’algoritmo avrà ragione anche questa volta, e, soprattutto, quale sarà la direzione del trend.
Vedendo il prezzo della volatilità di dicembre, non c’è da essere molto tranquilli.
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Maurizio Monti
Editore
Istituto Svizzero della Borsa