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10 gennaio: mercati americani allineati per rompere i minimi?

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Vola vola vola.

Dove eravamo rimasti.
In alcuni nostri articoli recenti

https://www.traders-mag.it/europa-in-recupero-e-america-negativa/

https://www.traders-mag.it/2-gennaio-sp500-disegna-manuale-analisi-tecnica/

riferendoci all’S&P500 future, avevamo scritto:

Il supporto inferiore ora è collocato a 5865, ben lontano dalla chiusura di giornata di giovedì 30 dicembre.

Il livello 5865 è stato bucato durante la sessione di contrattazione americana di venerdì 10 gennaio.

Alla chiusura delle 22, ora europea, l’S&P500 future aveva recuperato il punto preciso e segnava 3866.50.

A metà sessione, l’affondo ha raggiunto 5845.

Sarebbe potuta sembrare una raccolta di liquidità per ripartire, il future era riuscito a recuperare fino a oltre quota 5900, dove è stato di nuovo pesantemente venduto.

Il festival dei doppi e tripli minimi
Sia il Nasdaq che l’S&P500 hanno chiuso in area di triplo minimo, dopo i minimi del 20 dicembre e del 2 gennaio.

Il Dow Jones ha chiuso sotto, anche se di poco, dall’area dei minimi.

Il Vix ha oscillato fra 18.50 e 20 circa, chiudendo nel range superiore.

Contrariamente a quanto avvenuto costantemente nelle ultime settimane, la volatilità, peraltro, è esplosa meno del solito: non sembrava una giornata di panico, ma di normale ribasso.

Tesla, Google, Microsoft, Amazon, Nvidia, Meta hanno doppiato all’unisono i minimi del 2 e del 3 gennaio, da titoli governatori dei listini quali sono.

Qui sotto il grafico di Nvidia come esempio di tutte e sei:


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Nvidia alle ore 20 circa europee del 10 gennaio 2025

Altre magnifiche
Solo Apple sembra essere in divergenza negativa rispetto alle altre sei magnifiche, come puoi vedere dal grafico sotto: il titolo sembra essere in caduta libera molto più delle sue cugine e ha toccato il minimo a 233.


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Apple alle ore 20 circa europee del 10 gennaio 2025

Nelle prime 10 società a maggiore capitalizzazione dell’S&P500, c’è anche la holding di Warren Buffett, la Berkshire Hathaway, che ha toccato un minimo pari ai valori del 5 novembre scorso, rompendo una linea di supporto importante e toccando 660.640.

Qui sotto il grafico, a dimostrare un mercato azionario americano che comincia ad avere la febbre.


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Berkshire Hathaway alle ore 20 circa europee del 10 gennaio 2025

Dove va ora il mercato?
Nei nostri articoli recenti avevamo parlato in più occasioni del periodo 10-17 gennaio, in quanto la probabilità ribassista, annunciata dai nostri algoritmi temporali, era molto forte.

Nell’articolo del 3 gennaio, pubblicato sul sito dell’Istituto Svizzero della Borsa

https://istitutosvizzerodellaborsa.ch/nvidia-risorgere-azionario-americano/

avevamo scritto, citando un articolo precedente, del 31 dicembre:

“In una giornata compresa fra il 10 e il 15 gennaio, con più forte probabilità per il 13 o 14 gennaio, viene indicato un movimento ribassista con possibile forte aumento della volatilità.”

Rispetto ai minimi di giornata, titoli ed indici hanno recuperato qualcosa, ma hanno viaggiato sempre in territorio fortemente negativo.

La scia negativa si è alimentata da subito dopo il non-farm payroll molto positivo: siamo tornati indietro a quando le buone notizie facevano scendere il mercato.

La buona notizia di una economia florida toglie le speranze di una significativa riduzione dei tassi, aumenta la richiesta di rendimento sull’obbligazionario, configurando così una fuga progressiva possibile dal mercato azionario.

Il supporto 5865 è stato al momento soltanto bucato: la divergenza con un Dow Jones che ha già rotto il supporto dei minimi precedenti è però un pessimo sintomo, insieme con l’allineamento dei principali titoli sulla linea dei minimi. 

La probabilità maggiore, a nostro parere, è di un inizio settimana prossima volatile e molto ribassista.

Il primo supporto inferiore dell’S&P500 è a 5815.

Ma la proiezione rende probabile un affondo fino a 5765 e 5744, prima, e a 5710 poi.

E c’è solo da sperare che basti, perché la settimana a cui andiamo incontro sarà molto impegnativa.

Scenario alternativo?
C’è sempre, perché le probabilità sono una cosa, ma il futuro non lo vede nessuno: se i supporti reggono, i doppi e tripli minimi fanno il loro dovere di far rimbalzare titoli ed indici, e il rimbalzo si trasforma in ripresa, allora il mercato riparte.

Attribuiamo una probabilità molto bassa che questo accadrà.

 

Nei prossimi articoli …
Parleremo di stagionalità della volatilità: vedremo le reazioni del Vix negli ultimi 35 anni, durante il periodo successivo al 10 gennaio.

Vedremo se la stagionalità andrà d’accordo o no con gli algoritmi.

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P.S.: Attenzione alle esplosioni di volatilità che possono accompagnare la discesa.

La volatilità non è esplosa venerdì, perché la discesa si è distribuita su un grande numero di titoli e non solo sui tecnologici.

Se ci fosse una accelerazione con maggiore forza ribassista dei tecnologici, vedremmo il Vix andare molto in alto.  

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