Prove generali pericolose.
Il Nasdaq cade senza freno
Sulla scia della cattiva notizia dei dati pubblicati dall’Università del Michigan venerdì scorso, 7 febbraio, il Nasdaq ha cominciato a scendere in modo precipitoso, trascinando con sé l’S&P 500.
Secondo le regole del CME, che calcola la velocità di caduta degli indici da esso regolati con software molto sofisticati, la contrattazione è stata sospesa, sebbene solo per poco tempo.
La velocità di caduta superava alcuni standard del CME.
Liquidità scarsa
Quando un mercato scende troppo velocemente, la causa principale è la mancanza di liquidità.
In alcuni nostri articoli precedenti avevamo manifestato il timore che questo potesse verificarsi a breve. Per citare solo l’ultimo articolo Fine settimana difficile per le borse avevamo scritto: “I salti improvvisi di volatilità non sono mai sintomi positivi.
Il mercato entra facilmente in tensione e, soprattutto, vanno in tensione i market maker.”
Venerdì, in realtà, i market maker, più che andare in tensione, sembravano essere andati a prendersi un caffè.
La scarsa liquidità è dovuta anzitutto alla situazione dei grandi operatori, che sono iper-investiti.
In secondo luogo, in un mercato dove tutto sta funzionando molto male, gli HFT spengono i loro sistemi, contribuendo a rendere la liquidità ancora più rarefatta.
Volatilità delle tecnologiche
La schiacciante prevalenza delle Magnifiche e delle tecnologiche sul peso del mercato trasmette alle opzioni negoziate sugli indici una maggiore volatilità implicita.
Paradossalmente, l’elevato valore delle tecnologiche è così assurdo che solo una loro forte discesa potrebbe contribuire a ribilanciare il mercato.
Ma se le tecnologiche scendono, il mercato, nelle suddette condizioni di scarsa liquidità ed elevata volatilità, rischia di collassare nel completo abbandono da parte dei market maker.
Accelerazione delle scadenze brevi
L’impennata continua dei volumi delle opzioni a brevissima scadenza, a cominciare dalle zero-day e one-day, costringe i grandi operatori a operazioni di copertura complesse, in cui la rottura di supporti e resistenze, quando avviene, è accompagnata da forti accelerazioni di prezzo.
In sintesi
Il mix complessivo di quanto sopra rende il mercato attuale estremamente rischioso e potenzialmente soggetto a crolli improvvisi ed esplosioni incontrollate della volatilità.
La domanda è: i regolatori intendono intervenire in qualche modo?
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P.S.:
In articoli e webinar abbiamo esaminato a fondo il fenomeno avvenuto il 5 agosto.
In realtà, quanto accaduto il 5 agosto potrebbe ripetersi se non vengono affrontate le cause.
All’epoca fu il crollo del Nikkei.
Oggi, il Nasdaq, per una notizia negativa ma non certo catastrofica, va in caduta libera fuori controllo.
Questo non è il mercato, bellezza. Non è neanche un casinò. O forse è un casinò… senza l’accento sulla “o”.
Regolatori: vi decidete a metterci mano?
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