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Bob Dylan continua a mietere successi, anche con i panni di Thimotée Chalamet: 8 gli Oscar cui “A complete unknown” è candidato

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Bob Dylan, oggi 83, ha fatto sognare generazioni e ha sconvolto il mondo, quando ha rifiutato di ricevere l’ambitissimo Premio Nobel per la letteratura, conferitogli nel 2016.

Vero nome Robert Allen Zimmerman.

Indimenticabile e suo “Knockin’ on Heaven’s Door”, così come “Blowing in the wind“, “Mr Tambourine Man” e moltissimi altri brani. Quello del 1991 fu un esempio della musica popolare americana, inoltre riuscì e riesce tuttora ad emozionare chi lo ascolta.

I testi di Dylan sono potenti, poetici, duri e fondati su valori importanti, capaci di trasmettere messaggi coraggiosi; per questo restano preziosi negli anni.

È proprio Bob Dylan il protagonista assoluto di “A complete unknown”, diretto da James Mangold, il regista di “Ragazze interrotte”, il film del 1999 nel quale una giovane e strepitosa Angelina Jolie si faceva notare, poi conquistandosi il premio Oscar per la performance in un ruolo non protagonista. A proposito dell’importante statuetta, Mangold è un regista newyorkese pluricandidato, oltre che uno sceneggiatore e un produttore, cinematografico e televisivo.

Trama

Timothée Chalamet è Bob Dylan nel Biopic di James Mangold. In particolare, si parte dagli esordi del cantautore, con il suo incontro, nel 1961, in un ospedale, con il mito Woody Guthrie, professionalmente ammaliato da Bob, seppure annientato dalla sua malattia; dall’ascesa, dunque, nella scena musicale folk dell’allora diciannovenne, arrivato nella Grande Mela con un paio di dollari appena.

Interessante, anche, il focus sul carattere difficile di Bob Dylan, sulla sua personalità anticonvenzionale e sulla sua incredibile capacità nella scrittura dei testi che cantava. Due furono gli amori di Bob Dylan, due per lo meno quelli sui quali pone un focus il film: Sylvie Russo (Elle Fanning) – che si chiama, in verità, Suze Rotolo, ma sarebbe stata la stessa star a chiedere di lasciarla fuori almeno come nome, non essendo un’artista né un personaggio pubblico – e la cantautrice Joan Baez (Monica Barbaro).

Dylan si relazionò con loro in momenti diversi: Sylvie alias Suze fu la sua musa a inizio carriera e colei che gli diede una casa, amandolo profondamente, sì ricambiata ma con l’ombra dell’“altra”; l’altra, appunto, era l’attraente Joan, con cui strinse una collaborazione professionale, che proseguì anche dopo la conclusione della loro storia sentimentale. Forse, l’intesa mentale, di creatività professionale, era proprio ciò che la fidanzatina non poteva, né avrebbe voluto, condividere con Bob; lei, che era estranea al suo mondo, verso il quale provava, intuitivamente, della gelosia per non riuscire a competere per lui. Il momento americano narrato è molto affascinante anch’esso, come lo stesso regista ha sottolineato, parlando del suo ultimo film. La parte più bella della storia è che è vera.

Recensione

Il film, che tiene lo spettatore seduto per più di due ore in modo sempre scorrevole, è caratterizzato da un’ottima ricostruzione, in ogni dettaglio, del periodo storico, culturale e sociale, soprattutto artistico, in cui ha trionfato Bob Dylan, anche se il suo successo perdura. Se mancano i colpi di scena, non necessari peraltro, il ritmo tuttavia è costante e corre su un binario di energia sottile.

Il lavoro di Chalamet sul personaggio, soprattutto prima del set, è strepitoso. L’attore ha addirittura cantato ben 40 brani del maestro, il quale ha accolto il risultato dei suoi sforzi con entusiasmo. Chalamet ha studiato, per mesi, chitarra e armonica e ha interpretato i brani del film senza mai ricorrere al playback, mai. Chalamet è, naturalmente, candidato all’Oscar. La cerimonia si terrà il prossimo 2 marzo.

Vincerà? Assai probabile, anzi il pronostico di Traders’ Magazine Italia è: Sì.
Edward Norton, che nel film veste i panni del gigante della canzone folk statunitense, Pete Seeger, è davvero bravissimo. Anche qui siamo in zona statuetta: Norton, che si fece notare con “Schegge di paura” nel 1996, è candidato all’Oscar per il ruolo di “Miglior attore non protagonista” in “A complete unknown”.

Bob Dylan ottantenne
Nella figura F1 Bob Dylan, ormai 80 Fonte: Licenze Creative Commons pics, web searching – https://consigli24.ilsole24ore.com/wp-content/uploads/sites/88/2021/05/80-anni-di-Bob-Dylan-cover.jpg

Profumo di vittoria e incassi

Il titolo “A complete unknown”, richiama il ritornello di “Like a Rolling Stone[1]. Certo, l’espressione “un totale sconosciuto” per alludere a Bob Dylan colpisce. Il successo cinematografico del grande cantautore persevera anche grazie al suo giovane interprete: solo negli States, il film è avviato a superare i 70 milioni di dollari; complessivamente, avrebbe incassato, fra Nord America e resto del mondo, sui 97 milioni di dollari. Da noi, l’introito è stato di circa 3,5 milioni, sempre nella moneta americana.

Il lungometraggio mira a ben 8 Premi Oscar; fra le categorie coinvolte, oltre a “Miglior attore protagonista” (Timothée Chalamet) e “Miglior attore non protagonista (Edward Norton), anche “Miglior film”, “Miglior regia”, “Migliore sceneggiatura non originale”. Le prime due categorie sono le stesse nelle quali ha ottenuto i riconoscimenti ai Golden Globe, ai quali ha vinto anche come “Miglior film drammatico”.

Conclusione

Ecco, diversi sono i motivi per vedere “A complete unknown”: per sbirciare nella carriera, conoscendone le canzoni, e nella vita personale di un genio musicale come Bob Dylan; per conoscerne gli esordi, fra fatiche e vittorie, frustrazioni e soddisfazioni, fra amici estimatori e relazioni intime complicate quasi quanto lui, capace di affascinare ma incapace di amare una donna più della musica, forse; per sostenere il cinema, quello che eccelle, artisticamente e tecnicamente. Uscita nelle sale Il film di James Mangold è uscito nelle nostre sale lo scorso 23 gennaio. Il mio voto: 9+. Da vedere!

[1]   “How does it feel, how does it feel? To be without a home. Like a complete unknown, like a rolling stone”  

 

Alessandra Basile Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo. Email: Alessandra.Basile@outlook.com Sito web: www.alessandrabasileattrice.com  

Della stessa autrice: “VITTORIA” (film), l’ossessione di una madre, la generosità di un padre e la grandezza di una famiglia nonostante la burocrazia italiana: 8+

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