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Il grande segreto di Walt Disney

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Come fare la differenza.

Paranoia politica.
Nell’immaginario collettivo, Walt Disney è ricordato come l’uomo che ha creato un impero basato sulla magia, l’immaginazione e la felicità. Tuttavia, pochi sanno che dietro i sorrisi di Topolino e la magia di Disneyland, la Disney ha avuto un ruolo inaspettato nella politica e nella sicurezza americana.

Al culmine della Guerra Fredda, con la diffusione della paura del comunismo a Hollywood, Disney divenne un informatore dell’FBI sotto la guida di J. Edgar Hoover. Questa storia, lungi dall’essere una sceneggiatura cinematografica, era reale e ha avuto inizio negli anni ’40, in una Hollywood dove la paranoia politica raggiungeva il suo apice.

Disney e la caccia alle streghe di Hollywood.
Per comprendere il rapporto di Disney con l’FBI, dobbiamo tornare al 1941. Quell’anno segnò un punto di svolta nella sua vita, quando affrontò uno sciopero degli animatori del suo studio. Per Disney, non si trattava solo di una questione lavorativa; era convinto che il comunismo stesse infiltrandosi a Hollywood, minacciando il sogno americano che lui rappresentava.

Fermo sostenitore del capitalismo e dei valori tradizionali americani, Disney vedeva nel comunismo un pericolo. Durante lo sciopero, accusò alcuni suoi dipendenti di essere agitatori comunisti e, nel 1947, testimoniò davanti alla Commissione per le attività antiamericane della Camera, denunciando sceneggiatori e animatori che riteneva legati al comunismo.

In questo contesto si approfondì il suo rapporto con l’FBI. Hoover, sempre alla ricerca di alleati influenti nel mondo dello spettacolo, vide in Disney un partner di valore.

Un “agente in servizio speciale”.
Secondo documenti declassificati anni dopo, nel 1954 Disney venne ufficialmente nominato “agente in servizio speciale” dall’FBI. Il suo ruolo non era quello di una spia sotto copertura, alla James Bond, ma piuttosto di un informatore che segnalava sospetti comunisti nell’industria cinematografica.

Disney organizzava incontri con gli agenti dell’FBI nei suoi studi e forniva informazioni sulle persone nell’industria, non solo per proteggere gli Stati Uniti dal comunismo, ma anche per rafforzare i suoi legami con il governo.

Hoover e il favore di Disneyland.
Il rapporto tra Disney e Hoover non era unilaterale. In cambio della sua collaborazione, Disney ricevette diversi vantaggi, tra cui la possibilità di filmare nei locali dell’FBI, privilegio raro per i registi dell’epoca. Si ritiene inoltre che l’FBI abbia facilitato alcune procedure burocratiche per la costruzione di Disneyland.

Curiosamente, Disney incluse l’FBI in modo favorevole in alcune delle sue produzioni. I documenti dell’FBI mostrano che negli anni ’50 e ’60, Disney consultò l’agenzia su come rappresentare l’FBI nei suoi film e programmi televisivi, garantendo che l’immagine dell’agenzia rimanesse impeccabile nella cultura popolare.

Eroe patriota o collaborazionista dello Stato?
Per alcuni, Disney era un patriota che usava la sua influenza per proteggere il suo paese da una minaccia reale. Per altri, era un collaborazionista che contribuì a fomentare un clima di paura e persecuzione durante l’era maccartista.

La verità è che il suo rapporto con l’FBI rivela un aspetto poco conosciuto della sua personalità: oltre al genio creativo, Disney era un uomo con convinzioni politiche forti e disposto a prendere misure drastiche per difenderle.

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