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Giornata gelida per le borse americane

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Non proprio un annuncio di primavera.

Rimbalzo frettoloso.
Nell’articolo pubblicato per gli abbonati a Traders’ Magazine, avevamo anticipato la possibilità di una continuazione del rimbalzo avvenuto sulle borse nelle ultime due ore della sessione americana di venerdì 28 febbraio scorso.

Tale rimbalzo era stato previsto essere di breve durata, con maggiore probabilità di termine entro martedì-mercoledì di questa settimana.

In realtà il rimbalzo dei mercati americani è durato soltanto poche ore: ha fatto toccare al future dell’S&P500 quota 6000, per poi essere respinto verso il basso.

Nella prima fase della sessione americana, con i mercati europei ancora aperti, il livello 5950 ha resistito a lungo: la magnifica Nvidia scendeva, ma molti acquisti su titoli difensivi riuscivano a sostenere l’indice.

Poi Nvidia è crollata e Trump ha parlato: i dazi per il Messico e il Canada entrano in vigore da domani.

Questo è bastato per causare un’ondata di vendite, che hanno affondato l’S&P500 fino a 5831.

Negli ultimissimi minuti, un faticosissimo recupero ha riportato il prezzo sopra 5850.

 

La divergenza: chi ha ragione?
Il Nasdaq ha confermato che dal punto di vista tecnico, l’impostazione grafica è diventata ribassista, avendo di nuovo violato e chiuso sotto il minimo del 13 gennaio, in divergenza rispetto agli altri due indici.

L’S&P500 ci è andato vicino, ma il minimo del 13 gennaio è ancora tale.

Così, ora è da chiedersi chi abbia ragione fra i due, anzi fra i tre, perché anche il Dow Jones ha ancora lasciato inviolato il minimo del 13 gennaio.

 

Difesa e attacco.

borse americane
Value_Growth_03032025

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Rapporto Value/Growth rispetto allo SPY

 

L’immagine del grafico qui sopra è stata presa alle ore 21.15 europee del 3 marzo.

Nel grafico puoi vedere il grafico a candele rappresentare il rapporto fra due ETF di Vanguard, che raggruppano rispettivamente titoli difensivi Value e titoli aggressivi Growth.

In rosso è invece rappresentato il grafico lineare dello SPY, l’ETF dell’S&P500.

Da fine dicembre i titoli difensivi hanno preso il graduale sopravvento nei confronti di quelli aggressivi: e risulta evidente come l’S&P500 all’inizio sia riuscito a sostenere il rialzo, che però è risultato instabile e traballante.

Poi, i difensivi non sono sufficienti a sostenere l’indice se i tecnologici continuano a scendere: così l’S&P500 viene giù in parallelo al Nasdaq, anche se in misura relativamente inferiore.

Un po’ come è avvenuto nel micro-cosmo della giornata di ieri: per un po’ i difensivi hanno tenuto, ma finché i tecnologici, Nvidia in testa, avranno il peso che hanno, il mercato non solo non performa, ma finisce con lo scendere in modo pesante.

 

Volatilità verso le stelle.
In tali condizioni, la bassa liquidità dei grandi operatori, tutti iper-investiti, la più alta volatilità dei titoli tecnologici a maggiore peso, e l’incredibile quantità di opzioni a brevissima scadenza creano un mix esplosivo sulla volatilità, con il Vix che non riesce a tornare ai valori ordinari.

Non è un bel mercato.

 

 

Dove andiamo ora?
Alle 22.15 di ieri, l’S&P500 aveva recuperato terreno, fino a 5875.

La mia sensazione è che a 5900 e a 5950 ci siano stati molti grandi operatori presi di sorpresa e probabilmente alcune posizioni sono da ricoprire o comunque sistemare.

Se è così, quelli sono i livelli del rimbalzo della giornata di martedì.

Quello che c’è da vedere è se questa settimana può ancora essere una pausa del ribasso oppure no. Con un lunedì così sembrerebbe di no.

In ogni caso, la seconda e la terza settimana di marzo potrebbero essere altrettanto negative.

 

 

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