Quali sono gli aspetti importanti quando si fa trading di opzioni?
Reddito costante e trading in borsa sembrano contraddirsi perché il mercato azionario non è prevedibile e quindi non lo sono nemmeno i risultati dei trading. Tuttavia è possibile vendere opzioni sulla borsa dei futures e per questo ricevere dei premi. Ciò consente di convertire l’attività di un trader direttamente in reddito, senza dover implementare specifiche previsioni direzionali.
continua da Fattori di successo per i sottoscrittori di opzioni
Fattore di successo 7: L’importo corretto del premio
Quando si seleziona un’opzione dalla catena delle opzioni disponibili, bisogna considerare l’importo relativo del premio. Questo deve essere sufficientemente elevato da coprire i costi di transazione per la sottoscrittura dell’opzione e un eventuale riacquisto.
Il profitto per chi sottoscrive opzioni è dato dal premio incassato, al netto dei costi di transazione e del valore di riacquisto. Come regola generale, il valore dell’opzione dovrebbe essere di almeno 0,50 dollari per garantire che i costi di transazione siano coperti e che il capitale investito generi un rendimento adeguato.
Se il premio è troppo basso, il rapporto tra capitale impiegato e durata dell’investimento non sarà conveniente.
Fattore di successo 8: Capitale disponibile
Chi scrive opzioni riceve immediatamente il premio accreditato sul proprio conto. Tuttavia, ciò non significa che non ci siano più rischi. In particolare, chi utilizza strategie Short-Put deve disporre di un capitale sufficiente.
Ricordate che un contratto di opzione rappresenta 100 azioni. Pertanto, per ogni contratto, è necessario avere abbastanza capitale per poter acquistare le azioni sottostanti, se richiesto.
Il mercato delle opzioni si concentra principalmente sulle borse statunitensi, poiché la maggior parte delle azioni tradate proviene dagli USA. Le opzioni di tipo “americano” possono essere esercitate in qualsiasi momento prima della scadenza. Questo significa che il venditore potrebbe essere obbligato ad acquistare le azioni sottostanti in qualsiasi momento, specialmente se l’opzione finisce “deep in the money” e l’acquirente decide di esercitare il diritto all’acquisto.
Per questo motivo, è sempre fondamentale disporre di capitale sufficiente per gestire tali situazioni.
Fattore di successo 9: Chiudere prematuramente una posizione come sottoscrittore
Se le condizioni di mercato cambiano, non esitate a chiudere una posizione prima della scadenza. A volte, un’operazione potenzialmente valida richiede semplicemente più tempo per svilupparsi. In questi casi, può essere conveniente “rollare” la posizione, ovvero chiuderla e aprirne immediatamente una nuova sullo stesso sottostante.
Quando si effettua questa operazione, potrebbe essere utile anche modificare il prezzo di esercizio e la durata del nuovo contratto, in modo da adattare nuovamente la gestione del rischio. Molti trader professionisti che scrivono opzioni preferiscono chiudere le proprie posizioni poco prima della scadenza anziché attendere il termine del contratto.
Il prezzo di un’opzione è determinato dal suo valore intrinseco e dal valore temporale. Il valore temporale dipende dalla volatilità del sottostante, dalla durata residua dell’opzione e dal tasso di interesse. Man mano che la scadenza si avvicina, il valore temporale si riduce rapidamente, rendendo il valore residuo molto basso. Pertanto, chiudere anticipatamente una posizione può essere vantaggioso, in quanto consente di liberare liquidità per nuove operazioni con un maggiore potenziale di rendimento.
Tassazione: Un sistema complicato
La tassazione nel trading di opzioni può risultare particolarmente complessa. Il problema principale riguarda i diversi tipi di transazioni e la complessità delle normative fiscali, al punto che si potrebbe quasi considerarla una misura di sostegno per i consulenti fiscali.
Nel trading direzionale classico, ad esempio quando si acquistano call per speculare su un rialzo del mercato, i profitti sono soggetti all’imposta sulle plusvalenze, che in Germania è del 25% sui guadagni di capitale, più il 5,5% di sovrattassa e, se applicabile, l’8% di imposta.
Tuttavia, per i privati, la normativa fiscale consente di compensare le perdite solo fino a un massimo di 20.000 euro, creando un’asimmetria fiscale tra profitti e perdite. Questa particolarità della legge tedesca è stata più volte criticata per la sua ingiustizia. L’unico modo per aggirare questa limitazione è operare tramite una società di capitali. Nel dicembre 2023, il tribunale fiscale della Renania-Palatinato ha confermato l’irrazionalità di questa regola.
Le operazioni di vendita di opzioni (selling) sono invece considerate redditi da capitale e non sono soggette al limite di compensazione delle perdite. Anche le perdite derivanti dalla chiusura anticipata di posizioni di vendita non rientrano in questa limitazione. Tuttavia, nel caso di opzioni su indici, se la posizione viene liquidata in contanti, la perdita viene classificata come derivante da operazioni a termine e quindi soggetta al limite di compensazione delle perdite.
Per questo motivo, chi vende opzioni in modo privato dovrebbe sempre chiudere le proprie posizioni prima della scadenza. Il problema diventa più complesso nel caso in cui l’opzione venga esercitata. Se ciò accade, le azioni sottostanti vengono assegnate al portafoglio a un prezzo specifico (strike).
Se queste azioni vengono successivamente vendute o cedute attraverso l’esercizio di un’opzione call, si può generare un profitto o una perdita. I guadagni e le perdite derivanti dal trading di azioni possono essere compensati tra loro, ma non con quelli derivanti dalle operazioni su opzioni. Sia i guadagni che le perdite sulle azioni rientrano nella categoria dei redditi da capitale e sono soggetti alla tassa sulle plusvalenze tedesca.
La situazione diventa ancora più intricata quando si effettuano operazioni in valuta estera, come la conversione da euro a dollaro USA. In Germania, i guadagni valutari sono sempre soggetti all’imposta sulle plusvalenze, indipendentemente dalla durata del possesso.
Per i trader professionisti che utilizzano strategie più complesse e con un capitale elevato, la costituzione di una società di capitali, come una UG o una GmbH, rappresenta una soluzione vantaggiosa dal punto di vista fiscale.
NDR: Questo estratto fa riferimento solamente alla tassazione vigente in Germania, al mero scopo divulgativo. Consigliamo sempre di verificare la situazione puntuale del proprio Paese di attività.
Conclusione
Il trading di opzioni è un “gioco strategico”.
Chi decide di intraprenderlo deve avere una conoscenza approfondita della materia.
La maggior parte dei trader utilizza TWS di Interactive Brokers, una piattaforma che viene offerta anche da altri broker come LYNX o CapTrader. Questa piattaforma consente anche il paper trading, ovvero la simulazione di operazioni senza l’uso di denaro reale. Per i principianti è un’ottima opportunità per acquisire esperienza pratica, mentre per i professionisti il trading di opzioni non riguarda semplicemente la previsione dei prezzi, ma piuttosto la combinazione tra prezzo, volatilità e probabilità.
La maggior parte degli esperti di opzioni non specula sulla direzione del prezzo, ma sulla volatilità. Il concetto di volatilità si basa sull’ipotesi che i movimenti di mercato seguano una distribuzione normale.
Se si rappresentano graficamente le variazioni di prezzo, il risultato dovrebbe essere una curva a campana. Ma è davvero così? Nella maggior parte dei casi sì, ma non si può fare totale affidamento su questa ipotesi. Per questo motivo, il vero professionista delle opzioni è sempre anche un esperto nella gestione del rischio.
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Indicatori per le opzioni: le greche
L’origine degli indicatori risale alla formula di Black-Scholes per il calcolo dei prezzi delle opzioni. Nell’applicazione pratica nel trading di opzioni, l’insieme di questi indicatori è stato semplificato e raggruppato sotto il termine “Greche”.
- Delta: È l’indicatore più conosciuto e misura la variazione del prezzo di un’opzione rispetto a una variazione unitaria del prezzo del sottostante (ad esempio, un’azione). La vicinanza al prezzo di esercizio e il tempo residuo fino alla scadenza giocano un ruolo chiave. Il Delta varia tra -1 e +1.
- Gamma: Indica quanto varia il Delta quando il prezzo del sottostante cambia di un’unità. Il Gamma è quindi un indicatore che misura la sensibilità di un altro indicatore (Delta). Matematicamente, è la seconda derivata della formula di Black-Scholes rispetto al prezzo del sottostante. Un Gamma elevato indica un’alta sensibilità del Delta di una call in caso di aumento del prezzo del sottostante o del Delta di una put in caso di calo del prezzo del sottostante.
- Vega: Misura la variazione del prezzo di un’opzione in risposta a una variazione della volatilità del sottostante di un punto percentuale. Long call e long put hanno un Vega positivo, quindi beneficiano di un aumento della volatilità. Short call e short put, invece, hanno un Vega negativo, quindi traggono vantaggio da una riduzione della volatilità del sottostante.
- Theta: Indica di quanto si riduce il prezzo di un’opzione ogni giorno a causa del passare del tempo fino alla scadenza. Per questo motivo, il Theta gioca un ruolo centrale nell’analisi della perdita di valore temporale di un’opzione. È rappresentato da un valore decimale con segno negativo e riflette la prospettiva di un acquirente di opzioni, che subisce una perdita di valore temporale. La perdita di valore temporale aumenta man mano che la scadenza si avvicina.
- Rho: Misura la sensibilità del prezzo di un’opzione (o di un portafoglio di opzioni) rispetto a una variazione del tasso di interesse privo di rischio. Il Rho può quindi riflettere anche il rischio aggregato di un portafoglio di opzioni rispetto a variazioni del tasso di interesse di riferimento.
- Omega: È un indicatore di sensibilità che misura la variazione percentuale del prezzo di un’opzione in risposta a una variazione dell’1% del prezzo del sottostante.
Redazione Traders’ Magazine Italia
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