Salita con l’ascensore.
Invece che gettare un po’ di acqua sul fuoco ad un mercato già tiratissimo, la conferenza di Powell ha aggiunto benzina, aiutato, poi, da altri speaker della FED, che continuano a ritenere che la loro funzione sia di parlare invece che agire.
Per zittirli c’era voluto, a suo tempo, il fallimento della Silicon Valley Bank (ricordi? erano scomparsi tutti), ma ormai, malgrado i 114 miliardi settimanali con cui la FED contribuisce al salvataggio del sistema bancario americano, ricomprando titoli al valore nominale anziché a quello di mercato, quell’evento appare essere solo un lontano ricordo.
Confesso, sono rimasto sorpreso del cambio di stile di comunicazione di Powell: quasi avesse ceduto alla pressione dei mercati che ormai non consideravano più attendibile l’atteggiamento da falco. O avesse ceduto alla pressione politica, per andare verso le elezioni con tassi sui mutui calmierati.
Nasdaq e Dow Jones hanno toccato nuovi massimi storici, anche se si sono ritratti impauriti dallo sfondarli alla grande.
L’S&P500 ha invece chiuso la settimana senza riuscire a raggiungere il massimo assoluto a 4808, con una modesta almeno temporanea divergenza rispetto agli altri due indici.
La volatilità ha avuto un piccolo sobbalzo negli ultimi due giorni della settimana, mentre il rapporto fra VVIX e Vix raggiungeva la mitica soglia di 7.14, indicando un surriscaldamento evidente delle opzioni del Vix rispetto alla calma apparente dell’S&P500.
Il surriscaldamento non è sfuggito ai broker americani che, in conclusione di serata di venerdì, hanno aumentato in modo significativo i margini richiesti nei conti di trading: segno evidente che la voglia di copertura dei grandi operatori da un eventuale dietro front dei mercati li ha preoccupati non poco.
La stagionalità della volatilità implicita delle opzioni dell’S&P500 ha una statistica di decenni che volge assolutamente al ribasso almeno fino a Natale, se non addirittura, come è avvenuto negli ultimi 5 anni, fino alla fine d’anno.
Ovviamente se il mercato decidesse di scendere, la volatilità potrebbe avere una impennata percentuale significativa, tenuto conto dal basso livello da cui partirebbe.
Un banalissimo aumento da 12 a 16 nei valori del Vix significherebbe un + 33%, valore incrementale non trascurabile nei prezzi delle opzioni, che giustifica ampiamente la reazione dei broker.
In passato, il cosiddetto punto di “pivot” della FED, è generalmente arrivato con mercati molto più sotto tono di quanto dimostrino di essere adesso. Questo contribuisce ad una percezione di aumento del rischio di caduta.
Nondimeno, la probabilità di un arresto della fase rialzista è piuttosto remota.
Può starci un ritracciamento di almeno 1-4 giorni, ma la settimana entrante è probabile confermi una classica lateralità pre-natalizia: che può anche indurre movimenti da “grandi manovre” che sfruttano la tendenziale riduzione di volumi di questo periodo.
Tutto questo può tradursi in false rotture in agguato, più che a un grave rischio di crash. Però, quello che dicono i broker è meglio ascoltarlo, quindi attenzione ai margini, religioso controllo degli stessi rispetto alla disponibilità del conto per prevenire sorprese.
I mercati non fanno crash dal basso ma dall’alto.
L’S&P500 per scendere di 512 punti ci ha messo tre mesi, per salire di 669 punti ci ha messo 45 giorni.
E’ evidente che le posizioni dei ribassisti più incalliti sono state polverizzate, contribuendo a dei reverse di posizione che hanno accelerato il mercato al rialzo.
Se pensiamo che alla scadenza del 15 dicembre i livelli critici erano attestati fra 4580 e 4600, la giravolta di posizioni per sostenere l’impatto del mercato che finisce 110-130 punti più in alto deve essere stata massiccia.
Maurizio Monti
Editore Traders’ Magazine Italia
P.S.: In un prossimo articolo, tratteremo l’analisi con gli algoritmi settimanali.
Non sembra che ci siano grandi variazioni, ma se il mercato dovesse regalarci un ritracciamento, certamente, ogni analisi predittiva diventerebbe più realistica, potendo ragionare su un movimento ad onde e non su una linea retta verticale, che sembra una salita con l’ascensore (quello che alle volte, si dice, avvenga nelle discese).
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