Lezioni dal Franco Svizzero.
Il 15 gennaio del 2015
Nel ricordo collettivo, il 15 gennaio del 2015 è rimasto come la giornata drammatica per gli investitori sul Franco Svizzero.
In quel giorno, alle 10 del mattino, il governatore della Banca Nazionale Svizzera annunciava che non intendeva più sostenere quota 1.20 contro euro.
L’euro e tutte le altre valute crollarono contro il franco in una giornata epocale, dove perfino alcuni broker fallirono.
Il Franco Svizzero non era nuovo a questi problemi.
Non tutti, però, sanno che la tradizione di “valuta forte” legata al franco svizzero ebbe un precedente importante, quanto a creare perturbazioni sul mercato valutario.
Era, infatti, la vigilia di Natale del 1978. Giorno in cui i mercati finanziari sono in una condizione di bassa liquidità, con mercato laterale, calmo e lento.
Molti uffici finanziari avevano già le luci spente, la maggior parte dei trader non era operativo.
Quel giorno, invece, era destinato a diventare una delle date più insolite nella storia del mercato Forex.
La fine degli anni settanta vedeva un franco svizzero fortissimo. L’Europa usciva faticosamente dalla formidabile crisi energetica che aveva costretto i governi a decisioni impietose.
L’inflazione era molto alta e dai paesi europei, più o meno palesemente, affluivano in Svizzera capitali ingenti, desiderosi di mettersi al riparo dall’inflazione, convertendosi in Franchi Svizzeri.
In Italia era l’epoca degli spalloni, persone che prelevavano contanti dagli italiani e li portavano clandestinamente nelle banche svizzere, per ripararsi da inflazione e instabilità politica e monetaria.
In quel contesto di Franco Svizzero fortissimo, nelle prime ore di quella vigilia di Natale del 1978, si diffuse un rumor ….
Da tempo, gli esportatori svizzeri lamentavano una condizione di difficoltà alla vendita per l’eccessiva forza del franco. E richiedevano alla Banca Nazionale Svizzera di intervenire per indebolire il franco.
Così, sul mercato, giusto in quelle ore, trapelò la convinzione che la Banca Nazionale Svizzera sarebbe intervenuta di lì a poco per vendere franchi e indebolire la propria valuta.
Un effetto domino in un mercato vuoto
Pur in assenza di dichiarazioni ufficiali, il rumor corrispondeva esattamente ad un timore già esistente sul mercato.
Sul mercato si scatenò la corsa alla vendita di franchi. Che, in assenza di compratori, anche per la scarsa liquidità di quel giorno particolare, cominciò rapidamente a rotolare all’ingiù.
In franco crollò contro il dollaro e contro il marco tedesco.
Perfino la lira italiana, in quel contesto ebbe un forte recupero contro franco.
L’impatto umano dietro il crollo
Per molti trader, anche professionisti, quel giorno fu un incubo.
Le comunicazioni non erano veloci in quell’epoca e non c’era la possibilità di verifica in tempo reale.
In uffici mezzi vuoti, i pochi rimasti assistevano sugli schermi di Reuters alla caduta irrefrenabile del franco, senza una ragione effettivamente verificata.
Come sempre…
Molti operatori persero tanti soldi. Le posizioni sui franchi erano tutte a favore di un rialzo del franco contro tutte le altre valute, niente avrebbe fatto presagire un cambio di trend, addirittura un crollo come quello che stava avvenendo.
Alcuni, come sempre, guadagnarono, capirono la situazione e si posizionarono di conseguenza.
Come andò a finire.
La voce che aveva scatenato il caos risultò falsa.
Le fake news non sono tipiche dell’era dei Social, sono sempre esistite.
La Banca Nazionale Svizzera non intendeva affatto intervenire per indebolire il franco.
Quando il mercato se ne rese conto, il franco tornò ben presto sulle posizioni di partenza, lasciando sul campo molti morti e feriti.
Attenzione…
I giorni a bassa liquidità possono nascondere trappole di questo tipo.
Se qualcuno ricorda il giorno dopo il Thanksgiving di due anni fa sul mercato americano dei future ha sicuramente un ricordo vivo di un giorno a bassa liquidità dove avvengono cose strane.
E’ il mercato, bellezza.
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Maurizio Monti
Editore
Istituto Svizzero della Borsa