La vera genesi del mercato azionario.
Se hai visitato la città di Amsterdam, hai goduto dell’immagine di una città magica, con scorci ed angoli indimenticabili.
Se ora immagini di passeggiare per le affollate strade di Amsterdam nel XVII secolo, hai probabilmente una sensazione non molto differente: i canali si snodano intorno a te e le case di mattoni si innalzano sopra i marciapiedi di ciottoli.
Ma nella Amsterdam di quell’epoca, vedevi qualche cosa di particolare: un grande numero di mercanti muoversi rapidamente, trasportando merci esotiche provenienti da tutti gli angoli del mondo.
Nel cuore di questa prospera città, nel 1602, sorge un edificio che cambierà per sempre il modo in cui comprendiamo e facciamo affari: la Borsa di Amsterdam, la prima borsa valori ufficiale al mondo.
Per molti, la storia del trading evoca immagini di Wall Street a New York o della Borsa di Londra.
Ma pochi sanno che Amsterdam, città famosa per i suoi canali e i suoi tulipani, era il vero epicentro del moderno commercio finanziario.
In questa città, la Compagnia olandese delle Indie Orientali, conosciuta come VOC (Vereenigde Oostindische Compagnie), prese una decisione rivoluzionaria che gettò le basi del mercato azionario come lo conosciamo oggi.
La VOC non era un’azienda qualsiasi. Fondata nel 1602, divenne rapidamente una delle corporazioni più potenti e ricche del suo tempo, con il monopolio del commercio in Asia.
Ma ciò che la rese davvero eccezionale fu la sua struttura finanziaria innovativa.
Invece di fare affidamento esclusivamente sugli investimenti di pochi ricchi, la VOC decise di raccogliere capitali offrendo azioni al grande pubblico. Era nato l’azionariato diffuso.
Questa decisione è stata radicale. Per la prima volta qualsiasi cittadino con un po’ di soldi poteva diventare un investitore e possedere una parte di un’azienda che operava dall’altra parte del mondo.
Gli investitori acquistavano azioni della VOC e in cambio ricevevano un documento attestante la loro partecipazione alla società.
Man mano che l’azienda prosperava, i profitti venivano distribuiti sotto forma di dividendi.
Nasceva così il concetto di condivisione del rischio e del rendimento, principio fondamentale nel mondo del trading e degli investimenti.
La creazione della Borsa di Amsterdam non solo ha facilitato l’acquisto e la vendita di queste azioni, ma ha anche consentito l’emergere di un mercato secondario.
Qui, gli investitori potevano scambiare azioni tra loro, fissare i prezzi e speculare sul valore futuro delle società.
Questo dinamismo attirava tutti i tipi di personaggi: dai mercanti esperti agli avventurieri e agli speculatori.
Le vivaci discussioni e le accese negoziazioni nelle strade e nei caffè di Amsterdam hanno dato vita ad un mercato finanziario attivo e in continua evoluzione.
La Borsa di Amsterdam non solo ha cambiato il modo di fare affari, ma ha anche democratizzato gli investimenti. Prima della sua creazione, solo i più ricchi potevano partecipare alle grandi imprese commerciali.
Ora, chiunque avesse sufficiente visione e capitale poteva investire, diversificando il proprio portafoglio e potenzialmente aumentando la propria ricchezza.
Questo accesso più ampio alle opportunità di investimento ha favorito lo spirito imprenditoriale e ha contribuito ad alimentare l’età d’oro dei Paesi Bassi.
Nondimeno, non tutto era perfetto. La Borsa di Amsterdam è stata anche teatro delle prime bolle finanziarie e delle prime crisi di mercato.
Uno degli esempi più noti fu la “Tulip Mania” del 1630, quando la speculazione dilagante sui prezzi dei bulbi di tulipano portò a una bolla che alla fine scoppiò, causando significative perdite finanziarie.
Questo episodio è stato una prima lezione sui pericoli della speculazione eccessiva e sui rischi intrinseci del mercato.
Nonostante queste sfide, la struttura e le pratiche della Borsa di Amsterdam hanno stabilito un modello che sarebbe stato replicato in tutto il mondo.
Le moderne borse valori di Londra, New York e altre città globali seguono principi simili: facilitare l’acquisto e la vendita di azioni, fornire un mercato secondario per la negoziazione e promuovere la trasparenza e l’equità nelle transazioni.
Ai tempi della bolla dei Tulipani, nacquero dei titoli che assomigliavano alle nostre opzioni contemporanee. Per garantirsi un prezzo fissato per i bulbi, si facevano contratti che oggi definiremmo contratti di opzione.
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P.S.: La prossima volta che senti parlare di Wall Street o della Borsa di Londra, ricorda che la vera genesi del mercato azionario si trova nelle strade tranquille ma storicamente vivaci di Amsterdam.
La decisione rivoluzionaria della VOC di emettere azioni al pubblico e la creazione della prima borsa valori formale hanno gettato le basi per il mondo dinamico e complesso del trading che conosciamo oggi.
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Editore Istituto Svizzero della BorsaMaurizio Monti