La volatilità affonda ancora una volta.
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Negli Stati Uniti, sono in tanti a parlarne, anche testate prestigiose.
Il sito Truflation.com sta mettendo in discussione i metodi di calcolo dell’inflazione da parte del Bureau Of Labor Statistics, definendoli assolutamente obsoleti.
Truflation fornisce una visione molto chiara e a tempo reale del proprio criterio di calcolo, evidenziando i diversi settori, ed aggiornando i dati sul proprio sito giorno per giorno.
Sul sito sono disponibili tutti i principali indici macroeconomici, consultabili liberamente.
Colpisce molto la differenza significativa fra l’ultimo valore dell’inflazione annua, pubblicato dall’organo statistico ufficiale degli Stati Uniti (3.3% anno su anno), con il valore di Truflation: 2.21% alla giornata di ieri.
Negli ultimi 12 mesi, il valore massimo dell’inflazione USA calcolata con il metodo Truflation è stato del 3.34%, toccato il 19 settembre 2023.
Da quel picco, l’inflazione, secondo il loro metodo di calcolo, è scesa, fino a toccare il minimo a 1.97% il 18 febbraio scorso, per poi rimbalzare con andamento a massimi decrescenti e raggiungere il valore attuale citato sopra.
Il dato ufficiale del CPI viene spesso sottoposto a revisioni che lo modificano. Ed è sicuramente una informazione che arriva tardivamente.
In questo senso, Truflation fornisce un contributo di maggiore modernità rispetto al calcolo ufficiale dell’inflazione USA, ancora basato su metodologie piuttosto discutibili, se parametrate alla velocità di trasmissione di informazioni dei sistemi contemporanei.
Il dato ufficiale del CPI, pubblicato mercoledì scorso 12 giugno, è stato positivo, con una diminuzione dell’inflazione su base annua.
La previsione di un aumento dello 0.1% su base mensile mi aveva lasciato perplesso, e ho espresso in più occasioni la mia perplessità: il dato uscito, invece, è stato addirittura migliore delle attese con lo zero per cento (sia pure arrotondato, il dato reale ha qualche decimale), ma non ha fatto svanire la mia perplessità.
A novembre del 2023 ci fu un dato consimile (relativo al mese di ottobre, 0%) e poi fu revisionato successivamente: il dato, letto insieme con le altre informazioni del CPI, fece esplodere il mercato al rialzo. La revisione non riportò indietro il mercato.
Anche in questo caso, il mercato è esploso al rialzo.
Malgrado il metodo di calcolo di Truflation consideri l’inflazione molto più bassa del dato ufficiale, nel mese di maggio il loro indice è salito mese su mese dello 0.2%.
E questo accentua ancora di più la mia perplessità su quello zero per cento uscito dai dati ufficiali.
Da novembre a oggi, il mercato ha assorbito una ipotesi di sei tagli dei tassi, fino a un solo taglio nel 2024 (e, aggiungo io, forse non ci sarà neanche quello).
Malgrado questo, l’S&P500 è salito più di 1300 punti.
Ovviamente, il mercato può stare in ipercomprato per anni e di certo non sarebbe la prima volta.
E sono in molti a pensare che salirà salirà salirà ancora. E che salga ancora lo credo anche io, almeno per un po’: ma che tutto questo sia nella norma, proprio no.
Anche Warren Buffett sta mostrando molta prudenza. La sua Berkshire Hathaway è nella condizione di massima liquidità: ben 189 miliardi non sono investiti e attendono.
E’ noto che Buffett utilizza, fra gli altri, un indicatore macro piuttosto semplice: il rapporto fra il valore di capitalizzazione del mercato azionario di un paese e il suo prodotto interno lordo.
Ora il mercato azionario americano vale circa il doppio del prodotto interno lordo. Forse Buffett pensa sia un po’ troppo…
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P.S.: Il valore massimo del Vix in questa settimana è stato 13.47. Inferiore al valore medio di aumento fra prima e seconda settimana di giugno che si è registrato storicamente, che avrebbe dovuto far toccare all’indice quota 14 circa.
L’indice poi è affondato subito, creando una figura di temporanea inversione rialzista rispetto alla prima settimana, ma violando poi di nuovo al ribasso la nostra linea di demarcazione fra bassa e bassissima volatilità, collocata a 12.62.
Insomma, le borse americane festeggiano, almeno per ora, e la volatilità affonda.
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Maurizio Monti
Editore Istituto Svizzero della Borsa