Dopo un venerdì disastroso.
Il su e soprattutto giù delle Borse.
Ammesso che abbia senso parlare del perché ci sia un ribasso o un rialzo nelle borse, le ragioni di questo ribasso le abbiamo
spiegate nei nostri due articoli precedenti, pubblicati sulla home page di Traders’ Magazine:
https://www.traders-mag.it/come-2008-non-proprio/
https://www.traders-mag.it/guerra-vera-dichiarata-wall-street/
Il vero problema, ora, è che se è la guerra dichiarata da Wall Street a Trump a causare il crollo delle borse, questo rende molto più difficile del solito provare a fare proiezioni.
La guerra dichiarata non finirà se l’avversario non si ritirerà.
Questo significa un passo indietro di Trump.
Trump farà qualcosa per cercare di tornare indietro? Qualcosa, esatto. Solo qualcosa. Qualche palliativo per attenuare la tensione, ma sarà insufficiente.
Che prove abbiamo per dirlo?
In un post sui social media, Charles Gasparino, noto “cronista su dettatura” di Fox Business, la rete favorevole a Trump, ha riferito che l’amministrazione sta “diffondendo la voce a chiunque voglia ascoltare” che decine di paesi hanno preso contatto negli ultimi giorni, esprimendo la volontà di negoziare.
La mossa sembra mirata ad alleviare le preoccupazioni del mercato in seguito al forte sell-off innescato da un’ondata di nuovi dazi annunciati dal presidente Trump la scorsa settimana.
Quindi, qualche tentativo di rimescolare le carte ci sarà. Ma Wall Street rimane estremamente arrabbiata e sfiduciata verso la politica americana.
Bessent dimissionario?
Bessent, Segretario al Tesoro, è sul punto di dare le dimissioni, se già non le ha date o non le avrà date quando leggerai questo articolo.
E Bessent sembra essere l’unico a capire che se i Paesi colpiti dai dazi (Europa compresa) dovessero attuare l’unica risposta efficace alla politica folle del Presidente, gli Stati Uniti rischiano grosso: e l’unica risposta efficace è un disimpegno graduale e sistematico dai bond americani, specialmente a lungo termine, anche sostituendoli con scadenze a breve.
Questo significherebbe tenere gli Stati Uniti in ostaggio sul loro debito. Un gioco molto pericoloso. Peraltro, è una partita fra incompetenti, dall’una e dall’altra parte: in Europa nessuno, nell’attuale entourage della BCE, è in grado di sostenere tale azzardo.
Così, fra incompetenti, Trump rischia di vincere, mentre le borse e quindi gli investitori ne faranno le spese
Bessent è anche l’unico ad avere capito che la posta in gioco è molto molto più alta dei dazi e della bilancia commerciale degli USA, da sempre cronicamente negativa: la posta in gioco è il ruolo del dollaro sui mercati internazionali e la perdita di credibilità degli USA a livello mondiale.
E, sempre Bessent, per provenienza culturale, sa che una guerra dichiarata da Wall Street in un paese come gli Stati Uniti non è esattamente il tipo di guaio in cui trovarsi.
Rimbalzo o crollo ulteriore?
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Rapporto SPX/VIX al 4 aprile 2025
Il rapporto fra l’indice dell’S&P500 e il Vix è nei pressi di un punto critico già visto in passato.
Siamo alle soglie di un supporto dove l’S&P500, in passato, è rimbalzato.
Il 5 agosto 2024, il supporto è stato perforato per qualche ora, e non rotto, e poi l’S&P500, già nel pomeriggio è risalito e la volatilità è scesa.
E’ avvenuto lo stesso nei minimi del 2023, del 2022 e del 2021. Non è avvenuto così con il periodo del Covid (non visibile nel grafico).
Ci sono quindi prospettive di un rimbalzo? O il sell-off è destinato ad arrivare molto più a fondo?
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