Un’idea per strategie di reddito nel mercato valutario e non solo
Dietro il classico Carry Trade si nasconde un’idea semplice: prendere in prestito denaro in una valuta a basso interesse e investirlo in una valuta ad alto interesse. Supponendo che i prezzi rimangano invariati, si guadagna il differenziale del tasso di interesse come rendimento di ritorno. Questa strategia funziona a volte bene, a volte meno bene, con le valute. Ma è interessante anche che l’idea possa essere trasferita ad altri mercati per ricavare strategie generali di reddito.
C’è, ovviamente, un problema per cui puoi “semplicemente” guadagnare il differenziale del tasso di interesse sul mercato valutario, come descritto sopra: il rendimento di un Carry Trade dipende in modo cruciale da come si sviluppa il tasso di cambio durante il periodo di investimento. Il rendimento ottenuto corrisponderebbe al differenziale del tasso di interesse solo se il tasso di cambio rimanesse invariato. Un apprezzamento della valuta ad alto interesse rispetto alla valuta a basso interesse, invece, porta ad un ulteriore aumento del rendimento, mentre un deprezzamento della valuta in cui si è investiti porta ad una diminuzione del rendimento. Può succedere rapidamente che la svalutazione superi (di gran lunga) il differenziale di tasso di interesse raggiunto nel carry trade. In caso di corrispondente forte oscillazione del tasso di cambio a svantaggio della valuta d’investimento, la strategia può quindi subire perdite elevate, sebbene il differenziale dei tassi di interesse mostri generalmente una deriva positiva, ma relativamente piccola, nel tempo. Quando si utilizzano strumenti di leva appropriati, un Carry Trade mal gestito può quindi terminare anche con una margin call.
L’idea del Carry
Anche l’esempio del Carry Trade sul mercato valutario è fondamentalmente interessante. Assumendo tassi invariati, ci sarebbe un profitto crescente nel tempo, che può essere inteso come un rendimento di base. In altre parole, c’è un piccolo vantaggio. Se questo trade dovesse essere eseguito più e più volte, ci si potrebbe aspettare un profitto medio. Esso deriva dal fatto che si assume il rischio di Carry delle variazioni di prezzo negative, ovvero la posizione “porta nel tempo”.
Se osserviamo questa descrizione generale, diventa chiaro che il carry è una strategia comune nei mercati. Tre esempi sono:
- Rendimenti da dividendi su azioni
- Cedole di obbligazioni societarie
- Bonus di opzione per i sottoscrittori di opzioni
Tuttavia, anche qui il Carry non è affatto privo di rischi. Simile al trading di valuta sopra descritto, si guadagna il rendimento base corrispondente, ma in caso di variazioni sfavorevoli di prezzo durante il periodo di detenzione, questo può essere rapidamente sovracompensato. Se un’azione ha un rendimento da dividendo del cinque percento, ma il suo prezzo scende del 20 percento, l’operazione è chiaramente un affare in perdita. Al contrario, se il titolo sale invece del 20 percento, i profitti aumentano in modo significativo. Il valore atteso è quindi complessivamente positivo, ma possono esserci forti oscillazioni. Finché non ci sono movimenti di prezzo chiaramente sfavorevoli, le strategie di Carry vengono eseguite secondo i piani.
Conclusione
In generale, il Carry è il tasso di rendimento base per assumersi il rischio di “portare una posizione nel tempo”. Nell’ipotesi (teorica) che in media guadagni e perdite di prezzo sono ugualmente probabili e sono ugualmente elevati, questa strategia offre un valore atteso leggermente positivo.
Marko Gränitz
Dott. Marko Gränitz è un autore e relatore nel campo delle ricerche sul mercato dei capitali e conduce interviste ai trader in tutto il mondo. Pubblica regolarmente articoli sui principali risultati di studi scientifici sul suo blog. L’attenzione si concentra sulle anomalie di rendimento e in particolare sulla ricerca del momentum.
www.marko-momentum.de