Diario di ordinaria burocrazia
Cari Lettori di TRADERS’, devo raccontarvi una cosa che mi è accaduta. Non vedo l’ora di farlo. Dovete saperlo.
Stavamo preparando il materiale necessario per il Lugano Fund Forum : all’inizio, si era pensato a un po’ di materiale promozionale, poi abbiamo pensato che era giusto regalare i numeri gratuiti come abbiamo fatto in altre manifestazioni, come alla Tol Expo 2013 di Milano, per esempio, o anche nei nostri TRADERS’ tour. Per farVela breve, da un paio di scatole iniziali, abbiamo messo su un bel carico di 19 colli, e circa 260 kg : la carta pesa.
Quando abbiamo radunato tutto insieme, ci ha preso un brivido : passare la frontiera con tutta quella roba.
Chiamo un vecchio amico spedizioniere: prendo la cosa alla larga, sai è un po’ di materiale promozionale, non mi diranno niente, vero ? Indotto alla confessione dal mio amico, dichiaro i 19 colli e, soprattutto, il peso. Bene: secondo il mio amico c’era la certezza matematica di una serie impressionante di guai a cui sarei andato incontro, fra cui il sequestro della merce.
Il sequestro ? Il sequestro delle mie riviste ? Il sequestro di TRADERS’ ? Ma come si permettono ? …
Il mio amico mi spiega pazientemente che cosa fare: una fattura proforma, una dichiarazione, anzi forse due, aspetta che guardo, no , ne basta una sola, però devi mettere in fattura una frase che Ti mando in email, mi raccomando metti quella frase, precisa come la troverai scritta.
Faccio la fattura proforma, sbaglio, ovviamente, la frase, metto un importo di 50 euro, la mando al mio amico, che mi richiama subito: hai sbagliato , asino, copia esattamente la frase che Ti ho detto di scrivere. E poi 50 euro …. Chi vuoi che creda che 260 kg di merce valgano 50 euro …. Gli spiego: ma sai, sono riviste, le regaliamo, che valore vuoi che metta ? Devo mettere un prezzo al chilo ? come la mortadella ? Ma e’ TRADERS’ sai ….Il mio amico mi spiega che c’e’ un tariffario doganale, dove, sì, è complesso da spiegare, ma per 260 kg di merce dobbiamo mettere di più … concordiamo, dopo un negoziato all’ultimo chilo, 850 euro ….
A quel punto, la spiegazione di ciò che avrei dovuto fare, che racconto come ciò che ho effettivamente fatto: mi sono recato in una località vicino Como, presso uno spedizioniere corrispondente, al quale ho consegnato i documenti così preparati, peraltro già anticipati in email, lui me ne consegnava altri: con un documento blu , al momento dell’accesso agli spazi doganali , un signore della Guardia di Finanza mi apponeva un timbro su una casella “visto entrare” , una sorta di attestazione di voyeurismo burocratico.
Con quel modulo blu, che ormai comprovava in modo irrimediabile che ero stato visto entrare, mi potevo presentare all’ufficio numero 1 (si chiama così) dove un altro signore della Guardia di Finanza mi invitava a firmare il modulo, probabilmente per avere il riscontro inconfutabile che concordavo sul fatto che ero stato visto entrare. Alla mia richiesta di una penna, per poter adempiere a tale necessario riscontro (ebbene sì, mi avete visto entrare, lo ammetto, non volevo disturbare, ma vorrei partecipare ad una fiera a Lugano ….), la risposta desolante fu che non aveva penne da prestarmi, e che avrei dovuto recarmi al vicino banco, predisposto per la compilazione dei modelli, e, quindi, corredato di penne. Riconobbi il banco, dal fatto che c’erano due penne legate con una catenella alla parete (o porti via anche la parete o lasci qui le penne, il cartello mancava ma ci sarebbe stato bene): firmai il modello e mi recai di nuovo all’ufficio numero 1.
A questo punto la Guardia di Finanza provvedeva a separare in due il modello collocandolo in due diverse cartelle, e lasciandomi solo con un modulo bianco, con un codice a barre in testata. Con quello potevo presentarmi ad un ufficio compreso fra 15 e 22, dove avrei trovato un funzionario della dogana Svizzera che avrebbe registrato quel codice a barre (che pensavo contenesse la scritta: “visto uscire”, invece era un numero dal significato imperscrutabile, registrato nei database della dogana svizzera). A quel punto avevo il documento che mi permetteva di uscire dagli spazi doganali, non senza averlo esibito ad un’altra funzionaria della dogana svizzera (lo sapevo: c’era un “visto uscire”).
Non era finita. In territorio svizzero, dovevo recarmi da un altro spedizioniere corrispondente il quale preso il modulo bianco con il codice a barre e la fattura proforma originaria, dopo avere registrato a computer il fatidico codice a barre e avere ottenuto dal computer un gaudioso assenso all’ingresso delle mie riviste nella Confederazione elvetica, mi comunicava trionfalmente che la merce era stata sdoganata e che potevo proseguire verso la destinazione finale.
Tutto questo, per dire una cosa: i documenti hanno passato una decina di mani diverse, e’ stato registrato in ogni modo possibile il mio passaggio, sono stato visto entrare, visto uscire, i documenti sono stati timbrati, firmati, trattenuti, passati. Il trionfo finale è stato inequivocabile: puoi proseguire, noi abbiamo fatto quello che dovevamo fare.
Non ci crederete: nessuno ha guardato che cosa trasportavo. Quei 19 colli potevano contenere qualsiasi cosa, non importava nulla a nessuno. Importava la carta, i timbri, la penna attaccata con la catenella per firmare il documento. Importante era il trionfo di una burocrazia fine a se stessa, quanto inutile e perniciosa alle collettività degli umani.
Se dovete esportare dei lingotti d’oro in Svizzera, ora sapete come fare. Un amico spedizioniere che Vi spiega come preparare i documenti, fra i quali la fattura proforma con 250 kg di materiale promozionale. Mi raccomando: tutti i passaggi spiegati come sopra, precisi, occhi bassi, andate a firmare sul banco, perché allo sportello non hanno penne, fatelo in modo rassegnato, fateVi vedere entrare e vedere uscire, certificatelo con la Vostra firma, osservate la lettura di quel codice a barre come qualche cosa di imperscrutabilmente necessario per il Vostro benessere di cittadini, siate grati e riconoscenti. E godeteVi i Vostri lingotti d’oro, se siete così fortunati da averli. Lasciateli lì e non tornate più indietro. Hai visto mai che la procedura , magari, è diversa ….
P.S.: sui lingotti, ovviamente, ho scherzato. Ma sulla burocrazia che limita, comprime o uccide le nostre libertà di cittadini, di uomini di imprenditori no, proprio non ho scherzato: è tempo di combattere per una inversione di tendenza del fenomeno. Ed esserne convinti, in tanti, è un primo passo per questo, per il bene collettivo. Hanno già compresso la nostra libertà finanziaria in tutti i modi: diciamo insieme BASTA.
P.P.S.: Grazie della Vostra partecipazione al LuganoFundForum, grazie a tutti Voi Lettori che avete visitato il nostro stand, che avete ricevuto il nostro omaggio, come nostro segno di riconoscenza, grazie della Vostra cortesia, grazie di tutte le volte che ci date la possibilità di parlare direttamente con Voi ed incontrarVi ! Grazie del Vostro continuo sostegno !
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