Il docufilm sul compositore di colonne sonore numero 1 è arrivato nelle nostre sale il 27 gennaio.
Il protagonista di ‘Ennio’, una splendida serie di interviste per una durata complessiva di quasi tre ore, altri non è che Ennio Morricone. Quanto ci manca! Alla macchina da presa, il regista di Bagheria autore dell’indimenticabile successo ‘Nuovo Cinema Paradiso’, la cui colonna sonora ne sigillò l’apprezzamento di critica e pubblico: Giuseppe Tornatore. Proprio Morricone aveva curato la musica di quel capolavoro targato 1988 e vincitore meritatissimo dell’Oscar come miglior film straniero. La serie di interviste appena menzionata è molto ben orchestrata, per usare un termine allineato al contesto, infatti i singoli colloqui, che non sono particolarmente lunghi, sono montati secondo un certo ritmo che li rende ancora più interessanti; non solo: agli stessi si alternano dei video attinenti, perciò, se Morricone descrive come è arrivato a comporre la musica di uno dei film western di Leone, poco dopo appare una scena dello stesso con le immagini e il suono armonizzati in un tutt’uno. Uno schema, questo, che è originale e funziona bene, anche perché, nel passaggio da racconto a video, spesso il maestro viene filmato mentre accenna le note dei suoi successi a voce oppure sul piano di casa sua. In ‘Ennio’, a parlare in memoria di Morricone e dei rapporti con lui, professionali e umani, intervengono diverse personalità del mondo sia della musica, soprattutto classica, infatti il compositore nasceva artisticamente come trombettista, indotto dal padre anch’egli esperto dello stesso strumento musicale, sia della televisione e, ovviamente, del cinema.
Gli esordi: Salce
Nel 1961, il grande Ennio Morricone componeva, per la prima volta, la colonna sonora di un film, Il federale. Il relativo regista, che fu così illuminato e in gamba da ‘scovarlo’, si chiamava Luciano Salce[1], il quale, per quanto ha fatto, fra film cult e ‘iniziazione’, almeno rispetto a determinate carriere poi rivelatesi di gran successo, di alcune star nostrane nel mondo cinematografico, non ha, a mio parere, mai ricevuto il riconoscimento che gli si sarebbe dovuto assicurare, anche post-mortem. Salce, il cugino di mia nonna, fu il regista dei primi due ‘Fantozzi’ (cioè della commedia amara che rispecchiava la classe lavorativa italiana della seconda metà del secolo scorso e una certa italianità, con una rappresentazione esasperata, che pescava nel vero, dell’italiano medio; fu un’assoluta novità ai tempi e, addirittura, forgiò nuovi termini ed espressioni poi entrati nel nostro dizionario, come l’aggettivo ‘fantozziano’; e il cast? Una fucina di talenti comici capeggiati da, un irripetibile in quel ruolo, Paolo Villaggio, autore della storia del film) e lo scopritore di molti attori, come lo stesso Tognazzi che era già celebre quando partecipò a ‘Il federale’[2], ma ebbe un salto nella sua carriera che gli permise di intraprendere un nuovo genere di film, ciò che lo avrebbe consacrato come stella nostrana. Mi sono soffermata tanto su Luciano Salce parlando di Morricone, perché, accanto al motto, per riprendere le sacrosante parole di Elia Kazan, ‘Effort is all. Continue and you may get there despite everything’[3], il ruolo prezioso dello ‘scopritore’, oggi più raro che mai(!), andrebbe apprezzato e sostenuto: l’azione incoraggiante verso una data direzione è spesso essenziale per il talento che potrebbe, altrimenti, restare nell’ombra.
F1) Locandina Ennio di Giuseppe Tornatore
La figura F1 mostra la locandina del docufilm su Ennio Morricone, 2022, diretto da Tornatore.
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Intervistati e modus operandi
A parte il regista, presenziano fra gli intervistati del docufilm: Quentin Tarantino, Bruce Springsteen, Clint Eastwood, Nicola Piovani, Oliver Stone, John Williams, Hans Zimmer, Barry Levinson, Bernardo Bertolucci, Dario Argento, Quincy Jones, Vittorio Taviani. Ennio nacque, dunque, da un trombettista di Arpino (Frosinone); il suo sogno da bimbo era quello di fare il medico, ma studiò musica spinto dal padre. Come trombettista di origini umili, il suo ingresso nel campo altezzoso dei compositori fu irto. Subì qualche discriminazione, poi, anche come artista per via del suo legame con il cinema, visto dai puristi della musica non proprio di buon occhio: si pensi al suo maestro Goffredo Petrassi, seppure egli stesso autore di alcune colonne sonore del 900, tant’è che una delle sale del Parco della Musica è la Petrassi. Tra gli strumenti usati nelle orchestre dirette dal Maestro, ricorrevano, oltre alle trombe, specie dopo la morte del padre, i violini, il flauto e persino degli oggetti comuni, quali i barattoli del brano Il barattolo di Gianni Meccia; inoltre, una specificità caratterizzante era data dall’uso di suoni come le cavalcate, gli spari e anche i fischi. La colonna sonora di Per un pugno di dollari, nel 1964, divenuta famosissima, fu resa unica dal fischio dell’amico polistrumentista Alessandro Alessandroni, mancato cinque anni fa, cui Morricone disse ‘vieni a farti una fischiatina’, senza troppe spiegazioni. Il film in questione, interpretato da un giovane e bello Clint Eastwood, segnò l’esordio del legame artistico-umano fra Sergio Leone, il re dei celebri spaghetti western, ed Ennio Morricone, la cui abilità fu quella, altro elemento fortemente innovativo, di entrare nella sceneggiatura immedesimandosi con la storia contenuta. Le note del Maestro miravano a mettere in evidenza e arricchire le scene, le battute, le espressioni degli attori e, dunque, a illuminare il film e il suo regista. Egli, spesso, dava vita a più temi musicali che poi intrecciava in uno complessivo o potenziava i rumori, i suoni, di certi momenti del film del quale la musica diventava, così, una vera protagonista.
F2) Ennio Morricone in un momento del suo lavoro
La figura 2 mostra un Ennio Morricone concentrato e trascinato mentre dirige un’orchestra.
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Ennio e Maria, 70 anni insieme
Se la stima affettuosa per Morricone da parte degli intervistati del film è palpabile, definirei esemplare e invidiabile il rapporto fra Ennio e la moglie Maria, amata per 70 anni fin dal 1950. Solo la morte poteva interrompere questa unione forte e delicata nella sua riservatezza e semplicità e così, purtroppo, è andata. Il musicista è mancato un anno e mezzo fa: era il 6 luglio del 2020. Ennio, a proposito del suo rapporto con Maria, diceva: ‘Nell’amore come nell’arte la costanza è tutto. Non so se esista il colpo di fulmine, o l’intuizione soprannaturale. So che esistono la tenuta, la coerenza, la serietà, la durata. E, certo, la fedeltà’. Maria fu, anche, molto paziente: lo stesso Ennio si sarebbe scusato con lei per essere stato tanto impegnato con la scrittura musicale, a tratti isolandosi dalla famiglia, mentre i quattro figli, tre maschi e una femmina, crescevano. Il musicista dedicò alla moglie, ringraziandola, la parte conclusiva del necrologio Io, Ennio Morricone, sono morto che formulò di suo pugno: ‘Per ultima Maria (ma non ultima). A lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare. A Lei il più doloroso addio’. Così salutò la sua musa ispiratrice, colei che Ennio ebbe amato più di chiunque.
F3) Ennio Morricone agli Oscar con Maria nel 2016
Nella figura F3, i Morricone agli Oscar per la colonna sonora di The Hateful eight di Tarantino.
Fonte: https://images.everyeye.it/img-notizie/ennio-morricone-messaggio-d-addio-moglie-maria-commosso-mondo-v3-456069-1280×960.jpg
Conclusione
Il film è lungo, ma è appassionante in struttura e contenuto. Imperdibile per coloro cui piace il genere, convintamente suggeribile a tutti gli altri. Penso davvero che gli italiani siano diventati dei maestri dei documentari. Questo film, inoltre, può anche solo essere ascoltato. Proprio così: usate le orecchie e ne avrete emozioni a gogò. Fra i cantautori con cui Morricone lavorò ci furono: Gianni Morandi, Mina, Gino Paoli, Luigi Tenco, Rita Pavone, Edoardo Vianello e molti altri. Negli anni sessanta, il momento d’oro del pop italiano, Morricone aveva collaborato con la RCA, la nota casa discografica, per lo più arrangiando canzonette. Ennio cercava ‘di arricchire una canzone, sia che fosse bella sia che fosse modesta […]’. A tal proposito, si pensi a Con le pinne fucile ed occhiali di Edoardo Vianello: Morricone si era messo in testa di voler ricreare lo splash dell’acqua di cui al testo della canzone e lo realizzò. In Sapore di sale di Gino Paoli aveva inserito un paio di suoni che contribuirono a farne un grandissimo successo. E operò ‘interventi’ di questo tipo, anche, in altri brani indimenticabili, fra i quali: C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones (Morandi), Se telefonando (Mina), Abbronzatissima (Vianello), Il mondo (Jimmy Fontana). In conclusione, i film sulle vite di chi arricchisce arte e storia o scienza e cultura, e così via, valgono la pena di essere visti sempre. E qui l’innovatore si chiama Ennio Morricone.
Vederlo?
Sì. Adatto a tutti, anzi istruttivo e, quindi, necessario al mondo. Il mio voto finale è 8,5.
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=IwNkMQ6w51I
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Luciano Salce: https://www.traders-mag.it/ennio-morricone-cinema-partire-dimenticato-luciano-salce/ ↑
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Salce/Tognazzi: https://assodigitale.it/trendiest-notizie/cinema-spettacoli/alessandra-basile-intervista-gianmarco-tognazzi-il-vinificattore/ ↑
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La fatica, lo sforzo, è tutto. Persisti, potresti arrivare lì dove desideri a dispetto di tutto. ↑
Alessandra Basile
Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo. Email: Alessandra.Basile@outlook.com Sito web: www.alessandrabasileattrice.com