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Due nemici, una strategia

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Utopia, bussola dei naviganti 

Non è importante chi vince le elezioni americane. Non è importante per te, per me e per i mercati, che sono sempre pronti a salire sul carro dei vincitori, di qualunque colore egli sia.

Abbiamo visto i media inondati di sondaggi. Abbiamo fatto anche noi delle previsioni pubbliche basate su statistiche illustrate in modo analitico.

Ciò che sappiamo, per certo, è che una delle più difficili epoche della storia moderna vede il mondo spaccato a metà. Le società contemporanee, quelle capitaliste del mondo occidentale, sono una mela tagliata irrimediabilmente in due.

Abbiamo due nemici davanti: il virus e lo spettro della depressione economica. Entrambi ci consigliano di essere uniti. Nella diversità legittima di opinioni, ma uniti negli obiettivi comuni.

Da molti nostri corrispondenti negli Stati Uniti, ci viene comunicato il fondato timore di scenari da guerra civile nel post-elezioni, e questo indipendentemente dai risultati. Guerra civile perché non si accetterebbe il risultato elettorale, qualunque esso sia, da una parte o dall’altra.

La democrazia è basata sull’accettazione del dialogo. La controparte viene riconosciuta nel dialogo.

Molti anni fa, nelle tante esperienze della mia vita professionale, per alcuni anni ero una delle parti in alcune difficili trattative sindacali. Da una parte imprenditore, con la consulenza della Confindustria. Dall’altra parte i dipendenti, con il supporto dei sindacati.

Confesso che fu una delle esperienze più impegnative della mia vita.

Mi imparò una cosa: fino a che l’altra parte viene riconosciuta come ammessa al dialogo, allora c’è possibilità di accordo, di compromesso. Riconoscere la controparte è la condizione essenziale.

Quando una parte scavalca l’altra o cerca di stravincere, allora il tavolo, come si dice in gergo, salta. Non si dialoga più e il ricorso alle armi improprie di pressione è spesso la conseguenza del tavolo che salta.

La continuazione del dialogo è il presupposto della democrazia. Quando cessa il dialogo, il ricorso alle armi improprie è la diretta conseguenza.

A New York e in molte città degli Stati Uniti, abbiamo visto scontri e centinaia di arresti. A Firenze e Torino, a Madrid come a Parigi, sommosse che non sono semplici manifestazioni di protesta, ma armi improprie di pressione.

Oltre oceano, le elezioni. In Europa, il Covid. Le cause di spaccatura della società contemporanea.

Il mio amico Raymond Merriman, dagli Stati Uniti, aveva visto giusto, mesi fa, quando pubblicavo un suo parere in uno dei miei articoli: è guerra fra gli “have” e gli “have-not”. E questo è un pericolo per la democrazia.

Fra chi ha e chi non ha: la disuguaglianza è la causa prima della divisione in due della società capitalista, che non ha ancora trovato il modo di creare prima ancora del vaccino contro il Covid, il vaccino contro la troppo ineguale distribuzione della ricchezza.

La scoperta di tale vaccino passa attraverso le seguenti fasi:
–    il ricongiungimento di democrazia e capitalismo come dualismo essenziale ed irrinunciabile per l’esistenza di entrambi;
–    l’isolamento di chi nega di fatto tale dualismo;
–    un modello economico-finanziario credibile che veda una revisione profonda dei ruoli delle banche centrali e una riappropriazione da parte dei governi di alcuni poteri, puntando su politiche economiche di sviluppo sostenibile e politiche fiscali coerenti.

Il vaccino contro l’ineguaglianza renderebbe realmente invincibile il capitalismo occidentale.

Invincibile contro le dittature del mondo, comprese quelle comuniste travestite da capitaliste. Il sogno del 1989, rimasto sogno e trasformatosi poi nella peggiore forma di globalizzazione, verrebbe realizzato.

La scienza dell’industria farmaceutica deve trovare il vaccino contro il Covid. La scienza economico-finanziaria e poi politica quello contro l’ineguaglianza. Non so quale sia più importante: nel breve termine quello contro il Covid.

Ma quello contro l’ineguaglianza è essenziale se non vogliamo che i nostri figli e nipoti prendano ordini da un cinese che riferisce ad un dittatore. Il rischio, molto concreto, è questo: una democrazia spaccata, divisa, frammentata nulla può contro la potenza di una dittatura. Una democrazia coesa che riconosce i valori di tutte le parti in gioco è vincente, sempre.

Nel 1989 è iniziata una nuova epoca economica. Nel 2000 e poi, soprattutto, nel 2008, abbiamo capito che quella nuova era nascondeva delle insidie profonde. Il modello ha manifestato le sue carenze. Siamo ancora nel pieno di quella crisi, che, secondo i nostri modelli previsionali, si concluderà nel 2024-2025, dando origine ad un nuovo ciclo economico.

Questo è il tempo che abbiamo per prendere la strada giusta. Se non lo faremo, altri prenderanno la loro strada e troveremo la nostra sempre più difficoltosa se non interrotta.

Nella settimana passata, il nostro calendario dedicato alla Cultura finanziaria ha previsto quattro appuntamenti fra martedì 10 novembre e giovedì 12.
Abbiamo iniziato con Traders’ Magazine e il Martedì della Borsa, alle 10.30 di martedì 10 novembre scorso, clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

Ancora, martedì 10 novembre scorso, alle 18, abbiamo avuto ospite di Investors’ Emanuela Salvade, di Rize ETF, che ci ha illustrato gli ETF tematici: un modo nuovo di esprimere una finanza moderna e sostenibile.
Clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

Mercoledì 11 novembre scorso, alle 18, è ancora Investors’ che ha presentato Investinit: ospiti per la seconda volta della piattaforma che ci ha illustrato una startup innovativa che diventa veicolo di investimento. Clicca per un’occasione imperdibile. Iscriviti e vedi la registrazione.

Giovedì 12 Novembre scorso, alle 11, è andato in onda la Cultura dell’Istituto Svizzero della Borsa, con il grande Tony Cioli Puviani che dal sito di Raccomandazioni di Borsa ci ha parlato della sua visione dei mercati in questa ultima parte del 2020. Clicca per iscriverti e vedi la registrazione di un grande professionista dei mercati finanziari.

P.S.: Nell’ascoltare i lettori, in queste settimane sento spesso voci preoccupate. Per il business, per il lavoro, per la pandemia, per il governo, per le restrizioni, per il futuro dei figli … è il momento di ridisegnare il futuro. Ecco perché credere alle utopie è necessario. Non significa credere ai sogni che non possono essere realizzati. Ma avere una visione chiara della tendenza futura. Raggiungeremo l’obiettivo? In quanto tempo? Cominciamo a crederci, l’obiettivo sarà più facile di quello che pensiamo.
Teniamone conto nelle nostre scelte di vita, di investimento, di trading, di elettori, di cittadini. E credere nella cultura finanziaria è già un passo fondamentale. Per questo, iscriviti ai nostri webinar e condividiamo insieme momenti importanti di grande Cultura del trading e dell’investment. Clicca per iscriverti e vedere la registrazione dei webinar della settimana passata.

Martedì 10 novembre scorso ore 10.30, Il Martedì della Borsa. Iscriviti e vedi la registrazione.

Martedì 10 novembre scorso ore 18, Emanuela Salvade, Rize ETF

Mercoledì 11 novembre, ore 18, Investinit

Giovedì 12 novembre, ore 11, Tony Cioli Puviani

Maurizio Monti

 

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