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I due scenari possibili dell’S&P500

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Lo scenario mondiale e le Borse.

E’ quasi superfluo dirlo.

Sabato scorso, qui in Europa, nelle primissime ore del mattino, appena svegli, quando abbiamo letto il comunicato del capo della Wagner che riferiva di avere conquistato senza colpo ferire la città di Rostov, quartier generale delle forze armate russe per la guerra in Ucraina, la sorpresa, lo stupore ci ha sbigottito.

Abbiamo vissuto il senso di una giornata della storia dove qualcosa stava cambiando. Una pagina nuova che si apriva.

La paranoia di Putin veniva affrontata a muso duro, da qualcuno che reclamava una attenzione maggiore. Qualcuno richiedeva che la Russia dimostrasse effettivamente di essere una potenza militare.

Un punto di vista comprensibile di chi, dal campo di battaglia, richiedeva risorse che non arrivavano.

E non arrivavano perché nei regimi c’è sempre qualche cosa di incomprensibilmente buffonesco, che non fa funzionare le cose.

Così, con un modello che ha rappresentato un mix di rappresentazione militaresca e sindacale insieme, la Wagner mostrava la sua forza e i suoi muscoli, nientemeno che allo stesso governo che l’aveva ingaggiata.

Ora c’è una pagina nuova: e il futuro ora è più difficile da leggere.

E’ ancora la paranoia il tema centrale. Il paranoico non esce dalla sua condizione se non con tentativi estremi.

L’estremo tentativo è per il paranoico la sua condizione di sopravvivenza. Sopravvivere o morire, possibilmente da eroe.

Non ci sono vie di mezzo con la paranoia. Se hai un paranoico come nemico, puoi solo ucciderlo, non puoi sperare in un accordo.

Ora, il paranoico è stato messo alle strette. Sta meditando la sua vendetta.

E’ stato pubblicamente umiliato di fronte al mondo. La rappresentazione farsesca del suo regime è stata messa a nudo.

Qualche professore universitario nostrano sta già inventando il capitolo complottista giusto per esattamente interpretare in modo demenziale e anti-storico come una potenza militare di livello mondiale abbia potuto essere invasa da qualche migliaio di soldati, arrivati fino a 200 chilometri dalla capitale.

Il New York Times ha pubblicato una notizia secondo la quale gli Stati Uniti erano informati dei piani della Wagner. Non facciamo fatica a credere che dei mercenari abbiano venduto informazioni alla CIA.

Anzi, potremmo darlo per certo. I soldi derivanti da informazioni preziose sono fatturato per chi fa guerra di mestiere.

Ora, il mondo ha un nuovo scenario innanzi a sé.

Lo scenario è che la guerra in Ucraina va risolta. Il paranoico deve risolverla.

Non sappiamo quali siano i termini dell’accordo conclusosi con la ritirata della Wagner. Di certo, è stato ottenuto molto, ma ora i rischi sono sostanzialmente illimitati.

Prigozhin ha venduto put scoperte a pochi punti dal sottostante. E’ esposto. Ha giocato una partita pericolosa, ne è uscito, ma nessuno può dire come finirà. Ora, nessuno sa dove è: sembra sia “esiliato” in Bielorussia, ma non è affatto certo.

Dall’altra parte il paranoico punta a chiedergli conto di quelle put scoperte, non vede l’ora di mettere in condizione il proprio nemico-amico di trovarsi con un mucchio di future long mentre il mercato crolla.

Ma deve risolvere il conflitto. Deve dimostrare che il suo regime non è una farsa buffonesca, come è, ma una grande potenza.

Ho paura a dirlo. Ma ha poche possibilità di dimostrare di essere una grande potenza e quelle poche possibilità sono tutte spaventose.

Il mondo, lo ripeto, è cambiato, un’altra volta.

Dopo un lungo periodo di totale assuefazione alla guerra, i mercati potrebbero vivere un nuovo sussulto nelle prossime settimane o nei prossimi mesi.

Sarà un sussulto.

Come sempre, ai mercati la guerra in sé non interessa, ma la potenzialità di un impatto forte sull’economia e la finanza quello sì, diventa un sussulto, magari temporaneo, ma un sussulto.  

Di questo, dobbiamo tenere conto nello scenario delle prossime settimane.

Due sono gli scenari possibili. 

L’S&P500 ha toccato il suo massimo il 16 giugno, in esatta corrispondenza a quello che avevamo individuato come possibile punto di inversione (vedi il nostro articolo pubblicato domenica 18 giugno sulla rubrica Ultima Ora di Traders’ Magazine: https://www.traders-mag.it/indici-americani-vicini-capolinea/ e in altri articoli precedenti).

Il primo scenario delineato rimane quello più probabile: ovvero un minimo relativo nella prossima settimana, con maggiore probabilità nella giornata di mercoledì 28 giugno, a 4350-4300. Difficile vedere più giù.

Poi, un guizzo rialzista di circa tre settimane, fino al 21 luglio e fino al livello 4571.

Se l’affondo in questa settimana, o, al limite entro il 5-6 luglio, fosse più significativo, arrivando a 4200, potremmo rimettere in discussione il livello 4571 entro il 21 luglio.

Lo scenario alternativo è quello di un tentativo di aggressione dei massimi recenti, fra la metà della prossima settimana e la successiva: tentativo che fallisce e provoca un prolungato ribasso dei mercati fino al 21 luglio.

Nel primo scenario, il massimo del 21 luglio è un massimo di ciclo molto importante.

E’ un’onda rialzista che misurata dal 13 ottobre 2022 è di circa 1070 punti (se 4571 sarà effettivamente il massimo).

In tale ipotesi, il ritracciamento successivo al 21  luglio potrebbe essere robusto, e farci rivedere quota 4000-4100 entro settembre, con una classico movimento ribassista a tre onde ABC.

Se si verificasse lo scenario alternativo, assisteremmo ad un inconsueto luglio ribassista e a una possibile inversione del trend verso agosto.

Tutto può essere, ma preferiamo la prima ipotesi, maggiormente coerente a livello statistico: nondimeno gli eventi di guerra recenti non possono farci escludere nulla.

Riconducendoci allo scenario di guerra, un mese circa può essere il tempo necessario al paranoico per riorganizzare i propri piani.

Ed è tutt’altro che improbabile che l’ipotesi di ribasso nel periodo successivo al 21 luglio, fino a settembre, sia causata o incoraggiata da qualche evento proveniente dal teatro di guerra.

Dal punto di vista della stagionalità, un ingresso long sul future dell’S&P500 il giorno 27 giugno e relativa uscita il giorno 22 luglio (quest’anno 21 luglio, venerdì) ha prodotto un risultato sempre positivo negli ultimi 14 anni: dal 2009 al 2022 compresi.

Supponendo di avere messo a mercato ogni anno questo trade, esso avrebbe prodotto un profitto cumulativo sul capitale del +52%, una media, abbastanza sorprendente, del + 3.7% l’anno.

Tanto per parlare di correlazioni, il titolo Apple avrebbe fatto una performance consimile, e anche migliore prolungandone la posizione fino ad agosto inoltrato. Chi predilige Apple Profit potrà avere una elevata probabilità di soddisfazione dal prossimo segnale.

E di Apple Profit parliamo nel webinar in onda in multi-edizione: come fare trading sul titolo Apple, bilanciandolo con una strategia operativa sulle opzioni dell’S&P500.

L’obiettivo? Semplice, mantenere il profitto anche quando si sbaglia la direzione sul titolo, e guadagnare due volte se la si azzecca.

Provare per credere, clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

P.S.: Nel breve termine, la prima settimana di luglio avrà volumi più bassi, il martedì 4 luglio è la festa nazionale negli USA.

Può favorire qualche giorno di lateralità: se si verificherà un minimo relativo nella settimana entrante, per esempio mercoledì, il mercato può avere modo di consolidare un piccolo rimbalzo e permanere nell’area dei minimi, posizionandosi in una ipotetica rampa di lancio dal 5 luglio in poi.

Rampa di lancio che il clima euforico della festa nazionale USA, comunque la più sentita dalla nazione e dai cittadini, può favorire.

Sempre supponendo che il nostro primo scenario sia quello giusto, il massimo del 21 luglio sarà piuttosto importante. Se sarà un tentativo di nuovo massimo fallito, o se

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Maurizio Monti

  Editore Istituto Svizzero della Borsa

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