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E il rublo affonda

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Sanzioni o mercato   

Il calo dei prezzi del gas e i timori per la fuga di capitali hanno contribuito a spingere il rublo russo al livello più debole rispetto al dollaro USA in un anno, l’ultima pietra miliare di quella che è stata una drammatica inversione di tendenza per la valuta.

I funzionari russi, ora, sono stati invitati a non lasciare il paese, e sono obbligati a richiedere un permesso speciale per poterlo fare. I timori di fuga di capitali, proprio da parte della nomenclatura, sono evidenti.

Sembra di essere tornati all’epoca sovietica, quando per l’esportazione illegale di valuta si rischiava anche la pena di morte, ma negli ovattati corridoi delle banche svizzere, ai piani superiori al primo, quelli accessibili con una scala riservata dalla parte opposta e nascosta dell’edificio, si sentiva parlare il russo.

Magari sottovoce, ma la lingua segreta di quei corridoi era il russo. Esperienza vissuta.

Lo scorso anno il rublo ha mostrato una sorprendente resilienza nei confronti del dollaro USA nonostante l’invasione russa dell’Ucraina, con il dollaro che è sceso del 2,7% rispetto alla valuta russa nel 2022.

Ma uno scenario mutevole sia in patria che all’estero ha pesato sul rublo dall’inizio del nuovo anno.

Dal primo gennaio, il biglietto verde si è apprezzato di oltre il 12% rispetto al rublo.

Ciò rende il rublo la seconda valuta dei mercati emergenti con le peggiori performance dopo il peso argentino.

Lunedì 11 aprile, il dollaro USA USDRUB è salito dello 0,7% a 81,55 registrando il livello più alto rispetto al rublo dall’11 aprile 2022.

Ciò si aggiunge all’avanzamento del 4,5% del dollaro rispetto alla valuta russa della scorsa settimana, il suo più grande avanzamento settimanale da settembre.

I ricavi da petrolio e gas sono diminuiti del 45% durante il primo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo l’agenzia di stampa russa TASS. Il rapporto ha accusato un calo del prezzo del greggio Ural, il punto di riferimento che copre la produzione della Russia, nonché un calo delle esportazioni di gas naturale.

Malgrado il declino del rublo nel 2023 fosse stato previsto da molti economisti, esso si è verificato molto più velocemente: ad esempio Bloomberg aveva previsto il rublo chiudere l’anno 2023 a 80 contro dollaro, ma tale livello, come detto sopra, è già stato superato.

In una transazione autorizzata dal presidente russo Putin al produttore di gas nazionale Novatek, quest’ultima pagherà alla Shell l’importo di 95 miliardi di rubli, circa 1,2 miliardi di dollari. L’aspettativa è che la Shell tenterà di scambiare i proventi in rubli contro dollari o euro, pesando ancora di più sul cambio.

Una recessione globale contribuirebbe ancora di più alla pressione sui prezzi dell’energia con ulteriori ripercussioni sul rublo.

Il recente taglio alla produzione deciso dall’Opec è una decisione in favore della Russia, alleata dell’organizzazione.

 

 

 

 

 
 

 

Maurizio Monti
Editore Traders’ Magazine Italia

P.S.: Sono le sanzioni? E’ l’isolamento internazionale crescente della Russia?

Nei giorni successivi all’invasione dell’Ucraina, in più di un articolo ho puntualizzato il mio pensiero sulla Russia, che oggi confermo più che mai: nel contesto di una crisi generale mondiale, o addirittura anticipandola, la Russia farà default.

Questo contribuirà ad una ulteriore destabilizzazione del sistema finanziario mondiale, con conseguenze per ora difficili da prevedere.

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