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Alla Festa del cinema di Roma anche i corti vincono: doppia intervista a due dei produttori del premiato Story of your life

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Seguono la mia recensione del corto premiato con il prestigioso Starlight alla Festa del cinema di Roma, Sezione “Alice nella città”, gli estratti delle due interviste – l’una di ottobre, realizzata presso l’Auditorium Parco della Musica, e l’altra di novembre, fatta nella capitale italiana della moda, Milano, rispettivamente ai produttori Andrea Garofalo (WaterClock Production) e Caroline d’Andrea (Galileo Figarò Ltd), uniti dal loro Story of your life di Salvatore De Chirico.

La produzione e la realizzazione del corto sono stati a cura, oltre che delle Galileo Figarò Ltd e della WaterClock Production – nel cui sito si ringrazia la Eliofilm di Ariens Demsi e di Luigi Mascolo, per aver permesso il completamento dell’opera – anche della Wrong Child Production di Lino Guanciale, della Pezzilli & Company di Luigi Pezzilli, della Oudeis Pictures di Stefano Schiavone e della Dakota Film Lab di Enrico Venti. La produzione esecutiva è andata in capo a Lorenzo Fuga.

Il corto “Story of your life” pone il focus sugli step della vita, attraversandoli con gli occhi, prima, di un bebè, poi di un adulto, fino a quelli di un ottuagenario, ma sono quelli della medesima persona; c’è una consapevolezza: lo scorrere dei ricordi della propria esistenza in un filmino è veloce quanto la vita. Fra gli interpreti: Lino Guanciale, Fortunato Cerlino, Francesca Cavallin, Alma Noce.

STORY OF YOUR LIFE, la recensione
Premio Starlight International Cinema award al miglior cortometraggio di Alice nella città

F1) La locandina di “Story of your life”

Nella figura F1 la locandina del corto diretto da Salvatore De Chirico.
Fonte: per gentile concessione di Caroline d’Andrea

Alla base della premiazione c’è stata una motivazione, letta in pubblico da una presentatrice, ed eccone una parte: “19 minuti e non sentirli come se fossero un battito di ciglia, eppure (..) si avverte in questo lavoro quella semplicità disarmante con cui puoi sorprenderti nel bene e nel male, cioè l’esistenza. Scorrono i volti, le vite di persone molto care e gli imprevisti per cui ci si chiede “perché proprio la mia famiglia?” (..) lo spettatore si sente partecipe. Il formato scelto, inoltre, conferisce la sensazione di ricordi”[1]

Alla produzione di questa bella storia universale, realizzata nella versione del cortometraggio, hanno attivamente partecipato, anche, i due intervistati con le loro società, l’una in Italia e l’altra basata in Inghilterra. Il protagonista di Story of your life è un neonato, anzi assistiamo agli ultimi attimi prima che veda la luce fino a che ne intuiamo la nascita; il piccolo cresce, diventa adulto e, creando una sua famiglia, genera altre vite; l’adulto invecchia e raggiunge, in salute, gli 80, un compleanno importante che amici e parenti festeggiano con una torta con su le necessarie candeline e con una sorpresa: un filmine homemade, vecchio stile.

Alla visione sul grande schermo sono tutte presenti le persone che fanno parte della vita del protagonista: lo applaudono, mentre lui, spettatore dei suoi ricordi video-ripresi, apre gli occhi, tenuti chiusi sul finale, e se ne va, scegliendo una strada vuota della città che percorrerà, di sera, fino a scomparire dallo schermo, quello del corto. Gli spunti di riflessione possono essere tanti o pochi a seconda di quanto ciascuno di noi, guardando Story of your life, ritrova di sé e del proprio percorso vitale, ma, di certo, il film non può lasciare indifferenti, perché, in fondo, parla di noi e di quella sensazione e verità che è lo scorrere incessante del tempo, degli eventi, delle persone. Un altro aspetto decisivo del corto sta nella resa della storia, grazie, oltre alla veloce durata del film, alla tecnica usata, quella, appunto, dell’effetto tremolante da filmino casalingo fatto con una vecchia cinepresa. Dunque, se il contenuto è, per così dire, noto, il prodotto risultante è, invece, originale. Voto: 8.

Sentiamo, allora, che cosa ci raccontano di Story of your life e di sé, professionalmente, Andrea Garofalo, con la sua WaterClock production, e Caroline d’Andrea, con la sua Galileo Figaro Ltd.

Interviste del 19/10/22 (Garofalo, Roma) e del 15/11/22 (d’Andrea, Milano)

Intervista: Andrea Garofalo (Attore, sceneggiatore e produttore)
“E’ stata un’opera coraggiosa. In Italia, anche, gli attori dovrebbero produrre, come in America”

F2) Andrea Garofalo durante l’intervista

Nella figura F2 Andrea Garofalo alla Festa del cinema di Roma.
Fonte: Ph. Alessandra Basile

Chi è Andrea Garofalo? Un attore, classe 1987, interprete, in italiano e in inglese, di svariati ruoli e film, anche di prossima uscita; uno sceneggiatore e un produttore, che ha realizzato alcuni corti, fra cui Arianna, nel 2017.

Video-intervista (estratto) Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=oVBi4GaARJM&t=183s

Basile: Ciao Andrea. Complimenti per il Premio Starlight al miglior corto che Story of your life, il film che hai portato alla Festa del cinema di Roma e hai co-prodotto, ha vinto. Quali sono i prossimi step per il corto? A proposito, chi lo distribuirà?

Garofalo: Grazie. Per il dopo ci aspettiamo una Prima internazionale, essendo stata questa una Prima mondiale italiana. La distribuzione è a cura della Première Film. Quanto alla produzione del corto, invece, tengo a precisare che è stata possibile grazie a una rara collaborazione fra società, sia italiane che, come la Galileo Figarò Ltd, site all’estero che hanno permesso di realizzare il prodotto, per il quale, nonostante sia low budget, ci sono voluti parecchi soldi. Infatti, non ci siamo avvalsi di fondi statali, ahimè, ma solo di investimenti privati; siamo, però, riusciti a ottenere il Tax credit. Ecco, vorrei menzionare la Eliofilm, la Wrong Child Production, la Pezzilli & Company, la Oudeis Pictures e la Dakota Film Lab, oltre la mia WaterClock Production e la già citata casa di produzione di Caroline D’Andrea. Tra l’altro, anche, per Caroline, con la quale avevo collaborato per il corto Arianna e il cui aiuto è stato fondamentale, si è trattato del primo progetto produttivo.

Basile: In quali location avete girato e per quanto tempo? Fra gli attori c’è Lino Guanciale. Gli altri come li avete scelti?

Garofalo: Abbiamo girato nella regione Lazio, fra Roma, soprattutto zona Ponte della Musica e Pigneto, e fuori Roma, in una villa e, poi, a Ostia ai Cancelli, casa dei miei genitori. Per il corto, che narra la vita di una persona dalla nascita alla vecchiaia, ci sono volute migliaia di attori, dal bimbo di 2 mesi al protagonista, che arriva agli ottanta grazie al trucco. Le riprese sono durate 5 giorni: 3 lo scorso anno a luglio, con la WaterClock production come esecutivo, e 2 lo scorso marzo, grazie alla Eliofilm: avendo finito i soldi, in 7 mesi abbiamo trovato un’altra produzione ‘folle’ intenta a partecipare al progetto. Quanto al cast, tanti sono gli attori noti, oltre Lino Guanciale, e, fra essi, il protagonista Fortunato Cerlino (“Gomorra”), Alma Noce, Valeria Romani, Francesca Cavallin. Lino è stato uno dei primi a credere in quest’opera e a investirci.

A proposito, è importante questo suo doppio ruolo: anch’io sono un attore e un produttore (in questo caso, solo produttore). Se in America capita che gli attori producano, da noi, invece, è raro. È importante che, pure da noi, gli attori producano le idee, anche, di altre persone, divenendo responsabili di un intero progetto e non solo della propria parte recitativa; oltre tutto, così danno delle occasioni ai giovani registi.

Basile: In Italia, dicono: “o sei un attore o, se non sei solo un attore, non sei un professionista”. Errore madornale di una mentalità limitata, denigratoria e sminuente!

Garofalo: Mi capita che mi chiedano stupefatti: “Ah! Anche il produttore? Ma non fai più l’attore? Come mai questo ruolo di produttore? Attore o produttore?”. Perché? Non posso produrre le idee mie o di altri e proporre un cinema coraggioso, come questo? Di Story of your life sono contento!

Basile: Qual è l’ordine di grandezza del relativo budget?

Garofalo: Posso parlare della mia parte: 60.000 euro. Abbiamo sforato, ma l’opera valeva il rischio. E’ costato complessivamente, ma eravamo in cinque. Sono convinto dell’importanza di coinvolgere i privati, anche, in Italia, dove, diversamente che all’estero, il sistema dipende tutto dal pubblico. Ovviamente, il privato rischia qualcosa, ma, se si rischia, si rischia, anche, di fare dei bei prodotti.

Basile: Quali sono i prossimi progetti con la tua casa di produzione?

Garofalo: Abbiamo fatto un corto in Amazzonia, con protagonisti 2 alberi e la supervisione artistica di un regista Palma d’oro a Cannes, ed è in post-produzione un documentario “very short”, di soli 3 minuti, sul primo volo umanitario italiano partito da Varsavia per Roma.

Basile: Perché dovremmo andare a vedere Story of your life? Tu perché l’hai scelto?

Garofalo: È una storia emozionante, un viaggio nella vita, con un colpo di scena alla fine. Quanto a me, io ho creduto, inizialmente, nella visione del regista, che ha un enorme talento, è pronto per fare un’opera prima e si è meritato, come tutti noi coinvolti, questo premio. Il film è un prodotto diverso, di quelli che, da noi, non si producono per via del costo; noi, poi, abbiamo rischiato con i formati. Mi ha colpito la visione del regista, autore, insieme a Paolo Strippoli, della sceneggiatura.

Basile: In bocca al lupo all’attore Andrea Garofalo per la sua serie in uscita e grazie per l’intervista!

Garofalo: Grazie a te.

Intervista: Caroline d’Andrea (Attrice, scrittrice e produttrice)
“Ho un angelo custode, l’ho scelto io: Freddie Mercury”

F3) Caroline d’Andrea e Diletto durante l’intervista

Nella figura F3 Caroline d’Andrea con il suo barboncino a Milano.
Fonte: Ph. Alessandra Basile

Caroline d’Andrea, che vive in Grecia nella splendida isola di Patmos, è una scrittrice e ha una società di produzione, con sede in Inghilterra, la menzionata Galileo Figarò Ltd. È, anche, un’attrice e ha fatto da assistente a Michael Margotta, il fondatore dell’Actor’s Center a Roma. Collabora con Garofalo dal 2017. Ha inciso un album con 8 brani. Ma, soprattutto, Caroline ha un angelo custode: Freddie Mercury. La sua priorità? Diletto.

Video-intervista (estratto) Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=TKK36uvHXb8&t=58s

Basile: Caroline, come vi siete conosciuti tu e Andrea? So della vostra precedente collaborazione, nel 2017, per il corto Arianna, presentato all’edizione cinematografica di Venezia di quell’anno.

d’Andrea: Vero. La nostra conoscenza, però, risale a molto prima. Ho incontrato Andrea all’Actor’s Center di Michael Margotta, per il quale, ai tempi, facevo già l’assistente. In qualità di suo Acting coach, accompagnai Andrea, che è un bravo attore, un gran bravo ragazzo ed un caro amico, al provino per entrare all’Accademia di Arte Drammatica Silvio D’Amico: arrivammo quinti.

Basile: Come ti sei tuffata produttivamente nell’avventura Story of your life?

d’Andrea: Sono una giocatrice d’azzardo: quando Andrea mi chiamò per propormi di co-produrre il corto con la mia Galilelo Figarò, risposi, alla cieca, di sì. Ho visto per la prima volta il film a Roma. Il protagonista, Fortunato Cerlino, è stato meraviglioso, come pure il regista Salvatore De Chirico.

Basile: La Galileo Figarò Ltd è la tua casa di produzione e ha sede a Londra. Perché?

d’Andrea: Perché ho un angelo custode: Freddie Mercury, che è diventato tale ai miei quasi 43 anni. L’ho scelto io, ne avevo bisogno. Galileo Figarò è il titolo della nota canzone dei Queen.

Basile: Come sei arrivata a scegliere proprio Freddie Mercury come tuo angelo custode?

d’Andrea: Il mio angelo custode era mio fratello Mattia, colpito da disturbo bipolare I, che, a 20 anni, ha scelto di “cambiare dimensione”. L’ho perso a solo un anno, ma ho saputo la verità molto più tardi. Uno dei miei due figli, avuti da due padri diversi, si chiama Mattia e ha quasi 22 anni, l’altro, Raphael, è più piccolo. Il primo, una sera, mi ha portato il film con Rami Malek, Bohemian Rhapsody: in quel periodo, da dopo la morte di mia madre nel 2015, non uscivo nemmeno più di casa. Alla fine della proiezione, ho “detto” a Freddie Mercury: “Sei morto, a 45 anni, di una morte dolorosa, ma quanto hai vissuto!”; immediata e ironica fu la sua risposta: “Why don’t you start to live at your 45?”. Ne avevo 43 allora, perciò avevo davanti a me 2 anni per riuscire a conoscermi e ad accettare il mio senso di inadeguatezza.

Basile: Caroline, tu vivi a Patmos. Lì scrivi, no?

d’Andrea: Sì! Devo finire la trilogia Kimìus, poi non so se resterà tale, che contiene tre soggetti: Kimìus e la lacrima d’oro, Kimìus e la rosa dei venti e Kimìus e il MANTRA 🕉 OM. Li vorrei adattare cinematograficamente, in modo diverso, tutti e tre. Ho, anche, scritto una commedia intitolata La signora Viola, per la quale cerco una casa editrice italiana. Poi, ho scritto, con Pietro Ruffo di Calabria, il libro d’artista La deriva, nel quale ho inserito la “critica interpretativa”: Pietro aveva intervistato una persona per ogni stato del mondo ritraendone il volto, mentre io, scegliendo alcuni dei suoi volti, per esempio quello di Frida, li ho fatti “dialogare” con me e “commentare” le composizioni, sempre, a cura di Pietro. Insomma, il disegno è di Pietro, l’interpretazione è mia. Quanto a Patmos, dove vivo, ho scelto di starci nel 2021: era la mia quarta estate di fila lì ed ebbi il bisogno, per motivi personali, fra padre e madre dolorosamente scomparsi, di trovare un posto in cui sentirmi protetta, perché non sopportavo più Roma, emotivamente, né Roma sopportava me. Ciò detto, resto, però, una romanista; la squadra c’è sempre! Anche in Grecia.

Basile: Produttrice, scrittrice, ma anche attrice. Quando hai calcato il palco l’ultima volta?

d’Andrea: Nel 2019, nei panni di Ljubov’ Andreevna Ranevskaja ne’ Il giardino dei ciliegi di Anton Cechov, che facemmo all’Antigonedi Roma. Ho, anche, interpretato la Marchesa di Merteuil in Le relazioni pericolose di Pierre Choderlos de Laclos. Uno dei miei personaggi preferiti è, però, la balia in Romeo e Giulietta di William Shakespeare. Una regola: l’attore non deve guardarsi da fuori.

Basile: Qual è il tuo obiettivo in questo momento? Scrittura, film, teatro…

d’Andrea: Una priorità sta nel “take action”, quindi nel fare, ma la mia priorità è Diletto

Basile: Il tuo bellissimo barboncino rosso! Come vogliamo concludere?

d’Andrea: Ringraziandoti.

Basile: Ringrazio io te, Caroline, e lo zompettante e dolce Diletto.

Conclusione

F4) Salvatore De Chirico e Caroline d’Andrea durante la premiazione

Nella figura F4 il regista del corto, con la coproduttrice Caroline, alla Festa del cinema di Roma.
Fonte: per gentile concessione di Caroline d’Andrea

Quando la squadra è vincente è davvero meglio tenersela stretta, non cambiarla. Nel film, girato totalmente in Amazzonia, di cui Andrea ci ha parlato, probabilmente entrerà, anche, Caroline con la sua Galileo Figarò, dunque produttivamente, e i due ricompatteranno il loro team in un progetto destinato, dopo il corto presentato a Venezia e quello appena premiato a Roma, a vincere di nuovo.

Link alla premiazione: https://www.youtube.com/watch?v=soSCcrVmtrk (dal 29° minuto) 

 

 

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo. Email: Alessandra.Basile@outlook.com Sito web: www.alessandrabasileattrice.com

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