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Fuochi pirotecnici in arrivo?

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La politica cambia binario

La settimana appena trascorsa ha visto molti indici mondiali performare con nuovi massimi storici.

Dow Jones, S&P500 e Nasdaq, negli Stati Uniti, all’unisono hanno bruciato i massimi precedenti, ugualmente in Europa l’indice DAX tedesco e l’indice AEX olandese.

Altri indici hanno visto rally interessanti, con l’eccezione degli indici cinesi, Hong Kong, India e Brasile, che sono scesi ai minimi delle ultime quattro settimane, in controtendenza rispetto agli indici occidentali.

L’oro ha mostrato tendenza a forte volatilità, scendendo a metà settimana ai minimi delle ultime tre settimane, per poi rimbalzare dal supporto e andare a formare il massimo degli ultimi due mesi nella giornata di venerdì.

Nel segmento delle cripto, Ethereum si è distinta con un rally, che non è stato imitato dal Bitcoin.

Lo scenario globale registra due notizie chiave: l’inizio di un graduale tapering da parte della Federal Reserve a partire dalla fine di questo mese. Il processo dovrebbe concludersi a giugno del 2022, con la progressiva riduzione mese per mese degli acquisti.

Nessuna variazione nei tassi, e questo è ovviamente piaciuto molto al mercato, che ha avuto la conferma di quanto era nelle attese.

La seconda notizia è un non farm-payroll, pubblicato alle 14.30 ora europea di venerdì scorso, che ha registrato la creazione di più di mezzo milione di nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti, un indizio di continuazione di forte ripresa dell’economia USA.

Le banche centrali sono tornate a raccontare della presunta transitorietà dell’inflazione, l’unico elemento contrario in uno scenario apparentemente positivo.

Un elemento tutt’altro che trascurabile dello scenario globale è l’orientamento mostrato dagli elettori deli Stati Uniti nello stato della Virginia.

Gli elettori non hanno fatto mistero della loro sfiducia verso l’amministrazione democratica, votando il candidato repubblicano Glenn Youngkin. La notizia in sé non ha avuto, a nostro avviso, il rilievo che meritava.

Youngkin ha rifiutato di sostenere l’immagine di Trump nella sua campagna elettorale.

Quello che si sta delineando è un pentimento degli elettori repubblicani verso la politica sopra le righe di marca trumpiana. E un desiderio di ricomporsi in una area molto più moderata, nella consapevolezza che l’estremismo trumpiano di fatto è significato una sconfitta elettorale a favore di una fazione politica e una conseguente impostazione di politica economica, che certo non trova il consenso da parte degli elettori repubblicani.

Tale orientamento assume un’importanza strategica anche nelle elezioni mid-term che si svolgeranno nel 2022. L’amministrazione Biden mostra un calo di consensi di gran lunga superiore alle medie statistiche post-elezione.

E la lezione proveniente dagli Stati Uniti di una politica di destra più orientata alla moderazione che all’estremismo dovrebbe essere seriamente presa in esame anche dalle forze politiche di molti stati europei.

Quanto questo influenzerà le borse e l’economia, è al di là della nostra capacità previsionale.

È certamente un caso, ma l’eurodollaro ha fermato la sua discesa dal 6 gennaio in poi su un supporto dove sembra essersi formata una congestione, una indecisione del mercato.

Come a interpretare il ribasso di consenso nell’amministrazione democratica, fautrice di un dollaro forte, contro il rialzo di consenso verso l’area moderata dei repubblicani, orientata al dollaro debole.

Il sentiment politico influenza il sentiment sul mercato, anche se quest’ultimo mostra sempre indifferenza apparente alla politica: in realtà l’indifferenza del mercato è la sua tendenza naturale a salire sul carro dei vincitori, chiunque essi siano. E quando i vincitori futuri sono incerti, può esserci incertezza.

Per la stessa ragione, di qui a Natale mi aspetto sì, borse che performano, ma qualche saliscendi anomalo e qualche montagna russa conseguente nelle posizioni di trading: sotto un sentiment forte riazista, c’è un sentiment contrastato nei confronti della politica economica. E comunque quella tendenza all’euforia che lascia troppo facilmente il posto alla paura.

È una tesi azzardata? Forse lo è, saranno i fatti a dircelo.

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