Tempo di cambiare?
Ho constatato come durante una occasione conviviale tipicamente festiva, in una tavola di fine pasto imbandita di dolci, panettoni, cioccolatini, torroni di tutti i tipi, ciascuno, grandi, piccini, uomini e donne, manifestasse una preferenza… quello sì, ma l’altro no…
Siamo diventati viziati e difficili e ormai diamo per scontato di poterci permettere il lusso di esserlo.
Forse, se su quella tavola ci fosse stato un solo panettone, forse il più umile dei dolci di quel giorno, da dividere fra tutti, magari saremmo stati meno selettivi.
Dico selettivi per non dire schizzinosi.
Gli eventi del 2022 non sembrano averci cambiato granché. Forse, appena, qualche preoccupazione in più, l’inflazione, l’aumento dei prezzi. Ma l’orizzonte non è di quelli da essere allegri e forse ci sfoghiamo ancora pretendendo di scegliere fra il torrone di Alicante piuttosto che il cioccolato Domori…
Proprio scrutando l’orizzonte, puoi decifrare un futuro pieno di punti interrogativi.
Dopo la debàcle subita, la Russia sta preparando una nuova invasione dell’Ucraina, almeno apparentemente da nord, con più truppe, maggiore potenza di fuoco e supporto logistico meglio organizzato. Poi, l’ordalia di nuovi strateghi della guerra che imperversa sui social darà le più diverse e confusionarie interpretazioni di tali accadimenti. Quando gioca la nazionale, si diventa allenatori. Ora c’è la guerra, si diventa tutti Luttwak.
In Asia, nello stretto che divide Taiwan dalla Cina, sono stati 71 gli aerei dell’aviazione cinese che hanno sorvolato la zona in assetto minaccioso. È vero che l’ultima volta è bastata la comparsa di una portaerei statunitense a farli star buoni per un po’, ma la minaccia cinese su Taiwan diviene sempre più concreta.
In Cina, le cifre di stima non ufficiali parlano di un milione di nuovi contagiati da Covid ogni giorno. Le cifre ufficiali, se non sono state aggiornate e mi pare non lo siano state, parlano di 60.000 contagiati in tutta la Cina. Con il Partito Comunista Cinese una volta bastava moltiplicare per 10 le cifre negative, oggi moltiplicale per 1000.
L’ondata di contagi segue l’improvvisa scomparsa delle restrizioni, dovuta alla difficoltà di domare le proteste scaturite a fronte dei lockdown. Proteste dove si cominciava a dare dell’idiota al Presidente. E lui così ora si vendica così. Non volete le restrizioni, contagiatevi liberamente, confermando che l’opinione dei sudditi su di lui era assolutamente corretta.
Il mondo che torna a spaccarsi in due (non in tre, la Russia è solo una opinione temporanea destinata a morire, nella sua forma attuale, entro tre anni), mandando all’aria quel grande progetto fallimentare della globalizzazione a tutti i costi, ha un effetto immediato sulle catene di approvvigionamento.
Le economie nazionali cercano, di nuovo, di ritirarsi, per quanto possono, nel proprio guscio protettivo. È un brusco improvviso risveglio che colpisce tutto il mondo occidentale.
Negli Stati Uniti, sta avvenendo un fenomeno progressivo di presa di coscienza che il Made in USA sarà la nuova necessaria frontiera. Fornitori esteri, lavoratori esteri, risorse estere non sono più affidabili.
Apple ha già cominciato a spostare la catena di approvvigionamento portandola fuori dalla Cina. Quello che è rimasto in Cina va terribilmente a singhiozzo, impantanato prima nel blocchi draconiani del Covid e ora nell’ondata scioccante di contagi.
Il Pentagono, sia pure coperto dalla inevitabile segretezza e riservatezza delle sue azioni, fronteggia difficoltà che aveva dimenticato da tempo: produttori stranieri di armi, equipaggiamento, uniformi e cibo per l’esercito non garantiscono più un approvvigionamento costante.
In realtà, siamo nella fase iniziale di un massiccio cambiamento economico, con una rinascita dell’industria americana manifatturiera. Cosa della quale anche l’Europa dovrebbe cominciare a rendersi conto.
Forse, è tempo di rimboccarsi le maniche. Ma l’impressione che ci siamo molto disabituati a farlo mi viene confermata da quello che dicevo all’inizio…. no il torrone di Alicante, dammi un quadratino di cioccolato Domori…
Il mercato ci abitua ad essere molto realistici, concreti. Dovremmo prendere le lezioni del mercato, non solo come lezioni di trading, ma lezioni di vita. Forse, anche per questo, il mondo ha disperato bisogno di Cultura Finanziaria.
Maurizio Monti
Editore Traders’ Magazine Italia
P.S.: La migliore lezione che possiamo ottenere dalla Finanza è una saggia valutazione ed amministrazione delle cose che abbiamo. La Finanza ci insegna il realismo, la pianificazione, la gestione del rischio, la costruzione di breve e lungo termine.
Una strategia di trading non è fine a se stessa e al risultato che può produrre. È un capitolo di Cultura, che ti insegna i limiti e le potenzialità. Che corrispondono al sentiment della paura e dell’avidità.
L’amministazione saggia di queste due componenti è la migliore lezione di vita che puoi ricavarne.
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