Recensione di un film solo inizialmente e in parte alla Muccino poi sorprende e prende. Bellissimo.
Sono gli anni della gioventù o della prima adolescenza per molti di noi, io nell’89 compivo 15 anni. Il film parte dagli anni ‘80 e prosegue per 40 anni. Con le canzoni, la vita, gli studi e le ambizioni, le feste e i divertissement, di allora, per poi proseguire man mano con gli errori di gioventù, le scelte poco arbitrarie e spesso tristemente condizionanti e i fallimenti dei progetti, le speranze disilluse, le perdite di persone care, i dilemmi della società poco garantista e della mancanza di sussidi economici, la crisi dei rapporti e il tempo che vola. Tutto ciò è qui raccontato, fra risate e lacrime amare per lo spettatore, con riferimento a 3 amici ed 1 amica, Gemma, che fin da ragazzina fa girare la testa al romantico Paolo. A sottolineare l’inizio dei sogni e dell’amicizia più vera, quella spontanea e crescente con il passare degli anni, vissuti non sempre insieme, intervengono le note dello splendido brano di Claudio Baglioni che, del resto, porta lo stesso titolo di questo bel film (www.youtube.com/watch?v=XiB3X1liJFk) e che arriva dritto all’obiettivo: il pubblico si rivede in Giulio l’ambizioso, Paolo il riservato, Riccardo l’artista e la fragilissima Gemma e con loro sogna, così come sente un peso allo stomaco quando qualcuno dei personaggi soffre, fino a versare poche o tante lacrime quando uno dei quattro amici realizza ciò che ha sempre desiderato. La regia è rapida, non c’è spazio per riprendersi dal momento prima perché il successivo avrà altri colpi di scena e, a metà del film, sono diversi gli eventi tragici o penosi che capitano ai personaggi. Se per tutta la prima parte del film è difficile capire dove si andrà a parare, non essendo nemmeno chiaro cosa e se il regista, co-sceneggiatore, voglia comunicare, il secondo tempo è invece tutto un potente susseguirsi di messaggi di straordinario valore: l’incoraggiamento a tenere duro, a credere sempre e comunque, a non perdere la terra da sotto i piedi per vacuità ed illusioni e a stringere i pugni intorno a quello che realmente resta nelle proprie mani, perché, ieri come oggi e ancor più domani, conta solo la concretezza, come dicono i protagonisti più volte, delle ‘cose che ci fanno stare bene’. Ho scritto questa recensione pochi giorni dopo il debutto del film che fu a san valentino, direi che mai come ora i messaggi che ho appena sintetizzato trovano terreno fertile, in particolare “stringere i pugni intorno a quello che realmente resta nelle proprie mani”.
F1) Locandina del film e trailer
La locandina del film “Gli anni più belli” di Gabriele Muccino
Fonte: www.amica.it/wp-content/uploads/2019/12/poster-gli-anni-piu-belli-pierfrancesco-favino.jpg?v=905871
Trailer italiano: www.youtube.com/watch?v=JTBX2dj_9KI
Il cast!
Non so chi dei 3 magnifici attori italiani, quelli maschili, sia il più bravo perché in fondo molto sta anche al tipo di personaggio indossato e, tutto sommato, alla simpatia o meno che egli ci stimola. Paolo con il viso dell’ancora bel Kim Rossi Stuart, da sempre attore impegnato e elegante, spinge a dire, a film cominciato e ancor più alla conclusione dello stesso, ‘io sono lui!’, perché è un timido, serio, rispettoso verso gli altri, convinto delle sue scelte, disposto, con fatica ma con onestà, a perdonare l’amico perduto, e capace di aspettare: aspetta, con pazienza e dedizione, la sua realizzazione e il ritorno di chi ama, con la semplicità di chi ha una certa consapevolezza di sé, a dispetto di chi non l’apprezza da subito e di una società caratterizzata dal successo immediato che conta anche quando è ottenuto per quelle vie immorali che, in quanto tollerate perché diffuse, non vengono condannate dalla maggioranza. Giulio con le fattezze di un irraggiungibile Pierfrancesco Favino, oggi forse l’attore italiano internazionale più quotato, giustamente, è uno di quelli che credono in ‘La legge è uguale per tutti’ e che vorrebbe, proprio nelle vesti di avvocato, cambiare il mondo, assicurando il valore della giustizia a chiunque, abbiente e non, ma, per la sua capacità professionale unita a un caso fortunato, ha un successo grande e veloce che non sa poi gestire; così finisce abbagliato dai luccichii della vita condotta dall’uomo da lui salvato da sicura galera e in particolare dalla figlia di questo, ricca e attraente. Riccardo con le sembianze dell’eccellente Claudio Santamaria, memorabile nel suo ‘Jeeg Robot’, ama: ama l’arte, ama Anna quando la incontra, entrambi comparse con l’ambizione del cinema, ama il figlio che avranno, ama il suo lavoro anche se per scrivere brevi articoli su quotidiani importanti non è in grado di sostenere economicamente la neo famiglia, ama i suoi grandi amici anche quando qualcuno di loro si allontana. E poi c’è Gemma, interpretata dalla Brigitte Bardot di casa nostra con il suo accento strascicato della Roma dei sobborghi, cioè Micaela Ramazzotti, che è brava sì, …a far se stessa, in ruoli vicini a lei, come in questo caso: Gemma è fragile, orfana e sola, desiderosa di essere amata, cinta stretta in un abbraccio che, come lei stessa supplica in un momento del film, non vuole si allenti, lasciandola andare via, perché ‘l’ho sempre amato, anche quando non sapevo di amarlo’. La vita ha uniti tutti e quattro, poi li ha messi alla prova, ognuno secondo le proprie scelte, giuste o sbagliate, e li ha talvolta separati. Ma loro, i veri amici, si sono ritrovati. È così che dev’essere.
F2) I protagonisti, giovanissimi e poi adulti
Nelle figure 2a e 2b i personaggi protagonisti prima adolescenti interpretati da 3 giovani attori e poi adulti con i volti e la eccellenza di Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria e Kim Rossi Stuart.
Fonte: www.amica.it/wp-content/uploads/2020/02/17-1.jpg?v=933577
Fonte: www.amica.it/wp-content/uploads/2019/12/Copia-di-DSC_0623_D20.jpg?v=905889
Dopo gli Oscar, Muccino sbanca e noi gioiamo
I film che hanno concorso alla statuetta d’oro quest’anno sono veri capolavori e ogni volta che ne vedevo uno (stanno uscendo le mie recensioni in questi giorni: www.traders-mag.it/category/autori/alessandra-basile/) pensavo ‘perché noi no?!’, riferendomi al cinema nostrano e alle sue potenzialità spesso soffocate da idee di guadagno facile fornito da storie di italianità media rese in formato di risata grottesca con l’interpretazione televisiva di attori (?) superficiali, magari mal diretti. E confesso che non era nelle miei intenzioni andare al cinema per vedere ‘Gli anni più belli’, ma stavolta l’errore l’avrei fatto io, perché dettato da un puro pregiudizio davvero infondato in questo caso. Mai avrei pensato che questo film sarebbe riuscito a colpirmi a distanza di due giorni! Stavolta noi italiani ce l’abbiamo fatta! Certo gli attori sono già noti, non siamo ancora in grado di ‘spingere’ e poi persino premiare un film con un cast artistico sconosciuto, magari straniero, e non parlo di USA o Europa, ma per fare un esempio a caso …della Corea (www.youtube.com/watch?v=Wg_Ql89fWy4). In molti dei film candidati agli Oscar compaiono visi nuovi, attori non americani, registi meno potenti dei propri attori, contenuti con denunce o verità scomode su cui riflettere e così via. Tuttavia, come quando uscì al cinema ‘La pazza gioia’ del bravo marito della Ramazzotti, Paolo Virzì, ‘Gli anni più belli’ del non-solito Muccino, che, con ‘Sette anime’ e soprattutto ‘La ricerca della felicità’ interpretati dall’eccellente Will Smith, aveva già proposto dei gran bei film, ce la fa e, a distanza di pochi giorni dalla vittoria del sopravvalutato (io ritengo) ‘Parasite’ (se concordo sull’Oscar a ‘miglior film straniero’ ho dei dubbi, è solo il mio parere, sull’Oscar a ‘miglior film’ e ‘miglior regista’, dati gli incredibili competitors di quest’anno. Ci saranno stati motivi precisi per questa scelta e non di natura artistica, ma d’altra parte augurerei gli stessi motivi a noi per svegliarci e uscire dalla nostra confort zone, sempre con riferimento al cinema e a chi ci lavora e soprattutto lo produce), conquista il popolo italiano proprio con l’italianità più vera! E ha incassato oltre 1 milione di euro in un giorno.
F3) Gli altri interpreti del film o… per il film e il regista
Le figure 3a e 3b mostrano rispettivamente Claudio Baglioni abbracciato a Gabriele Muccino per il cui ultimo film ha curato la bellissima colonna sonora e le due belle, cantanti e attrici “mucciniane”, Emma Marrone e Nicoletta Romanov intervistate sui loro ruoli, Anna e Margherita, in questo film.
Fonte: www.doremifasol.org/news/wp-content/uploads/2019/12/79466132_157923495573775_1606081474027041504_n.jpg
Fonte: https://i.ytimg.com/vi/_Ob3g8uxcDU/maxresdefault.jpg
Sennò stessi crediti e parole si può mettere in alternativa come foto quella in allegato il cui link è https://www.askanews.it/wp-content/uploads/2019/10/20191010_134002_E6BCF320.jpg
Vederlo?
Assolutamente sì. È Italiano. È doloroso e incoraggiante. Dà una speranza intelligente. È Vita. È Cinema. È tutti noi, chi più, chi meno. È orgoglio nostrano. Finalmente! Bravi!! Voto: 9.
F4) Il regista del film Gabriele Muccino circondato dal suo ultimo cast
Il regista del film in mezzo al cast di ‘Gli anni più belli’. Vicina a lui la Ramazzotti.
Fonte: www.repstatic.it/content/nazionale/img/2020/01/30/165356704-66bc4273-ce32-4b71-8bb4-816060d7c28b.jpg
Alessandra Basile
Attrice e Autrice. Inoltre collabora con la Comunicazione corporate di un’azienda. E’ Life Coach ICF e dal 2018 Mediatore giudiziario. Presiede l’Associazione filodrammatica Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, “Dolores”, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ama scrivere di film, spettacoli e personaggi.
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