Il sacro rispetto dell’esperienza.
C’è un paese al mondo che venera talmente la carta e la considera un mezzo sacro, da avere la medesima parola per pronunciare “carta” e “dei”: si dice Kami, e quel paese è il Giappone.
La venerazione della carta ha origini religiose e proviene dalla tradizione scintoista.
Il Giappone è anche il paese degli Origami.
Ovvero dell’arte di piegare la carta per costruire delle vere e proprie sculture o oggetti dallo stile unico e pregiato.
Da ragazzini facevamo dei cubi di carta, con delle alette, riempivamo i cubi di palline di carta… e, tirando le alette, le palline di carta uscivano verso l’alto, facendo una specie di “effetto fontana”.
Era una forma molto elementare e giocosa di Origami.
Gli origami giapponesi sono bellissimi ed enigmatici.
E’ generalmente accettato che la carta sia stata inventata intorno al 105 d.C. in Cina.
Ci sono prove storiche che i giapponesi usarono per la prima volta la carta nel VI secolo.
Altre culture praticavano varie forme di piegatura della carta, ma furono i giapponesi i primi a scoprire le possibilità associate all’uso della carta come mezzo artistico.
Inizialmente gli origami erano conosciuti come “orikata” (forme piegate).
Dal 1880 in poi si sviluppò un artigianato fiorente, che inventò il nome origami, dalle due parole giapponesi oru (piegare) e Kami (la carta).
Si trattava di un artigianato riservato rigorosamente alle élite.
I monaci giapponesi piegavano figure di origami a scopo religioso, essi venivano utilizzati anche in varie cerimonie formali: le bottiglie di sakè ai ricevimenti di nozze erano decorate ripiegando farfalle di carta.
Lo Tsutsumi, la confezione regalo di carta piegata, era utilizzato per simboleggiare la sincerità e la purezza.
Gli Tsuki, pezzi di carta piegati che accompagnano regali di valore, sono un altro esempio di piegatura della carta cerimoniale, e vengono considerati alla stregua di certificati di autenticità.
Più la carta diventava accessibile a tutti, più la gente comune cominciava a realizzare figure di origami da regalare, creando cartoline e buste piegate, da usare per la corrispondenza.
Gli origami iniziarono ad essere utilizzati anche come strumento educativo, associando il processo di piegatura a concetti rilevanti per lo studio della matematica e della geometria.
Una storia tradizionale giapponese racconta che se avrai la pazienza di piegare 1.000 gru di carta, verrà esaudito un desiderio speciale.
Tale tradizione deriva dal primo libro che fu scritto sugli origami: il titolo, Sembazuru Orikata (“La piegatura di mille gru”), scritto nel 1797 da Akisato Rito, che metteva in risalto gli aspetti che associano la cultura giapponese agli origami.
Gli origami originali di un tempo non consentivano il taglio o l’uso di colle. Tale restrizione si è allentata con il tempo e i modelli di origami di oggi spesso implicano qualche tipo di taglio o incollaggio.
Oggi, alcuni appassionati di piegatura della carta lavorano con carta da imballaggio, carta da lettere, carta riciclata, abbandonando la vecchia tradizione della carta speciale da origami.
Origami vengono creati perfino con carta da macero, come vecchi giornali o inserti di posta indesiderata.
Un modo molto originale di fare un regalo in denaro è presentarsi con un origami fatto con le banconote.
Secoli di cultura, anni di crescita, di esperienza, di creatività per saper creare origami.
Nella nostra passione per la Cultura Finanziaria abbiamo un sacro rispetto di tutto ciò che si costruisce con l’esperienza e la crescita, utilizzando culture che affondano le radici in decenni o secoli …
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P.S.: La gru origami più grande del mondo, realizzata interamente in carta all’interno di un campo da calcio a causa delle sue dimensioni, fu creata nel 1999, come simbolo di pace, da una organizzazione chiamata Wings for Peace.
Onore al merito di chi sa realizzare opere d’arte di questo tipo.
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Maurizio Monti
Editore Istituto Svizzero della Borsa
