Nell’articolo precedente pubblicato sulla rubrica Borsa Magazine dell’Istituto Svizzero della Borsa:
https://istitutosvizzerodellaborsa.ch/se-compratori-finiscono-comprare/
abbiamo rilevato che in un contesto di possibile temporaneo fine ciclo delle 16-24 settimane e quindi di un possibile ribasso entro gennaio, la stagionalità sia favorevole per più del 70% delle probabilità a un rialzo dell’S&P500 fra il 16 e il 31 dicembre.
Nell’articolo ancora precedente, pubblicato sulla rubrica Ultima Ora di Traders’ Magazine
https://www.traders-mag.it/indicatore-che-dice-ribasso-borse/
abbiamo peraltro rilevato come l’indicatore di sentiment Investors Intelligence cominci a segnalare un possibile pericolo sulla tenuta delle borse.
Nondimeno, a quest’ultimo indicatore, abbiamo assegnato una valenza temporale molto larga e riteniamo che il rischio di un sell-off forte possa essere più avanti nel tempo, diciamo dopo aprile 2025, con la riserva di essere più precisi più avanti sul timing.
In realtà, è stato il Dow Jones ad avere in qualche modo anticipato il possibile ritracciamento di fine ciclo delle 16-24 settimane, scendendo per ben sette giorni di seguito, adempiendo al pattern di almeno due settimane di ribasso.
L’S&P500 non ha fatto nuovi massimi nello stesso periodo. Potremmo considerare che sia pure con una fase di lateralità molto accentuata, se dovesse fare un minimo nella settimana entrante, è possibile possa essere il minimo di fine ciclo.
Se così non fosse, e il minimo dovesse essere ancora da fare, sarebbe da rimandare ai giorni o alle settimane successive in gennaio.
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L’S&P500 con l’indicatore predittivo di livello
A livello grafico, l’S&P500 è impostato per un massimo fra 6200 e 6300, più vicino a 6300 che a 6200 (6282 per l’esattezza considerando il massimo della prima onda conclusasi nella seconda quindicina di agosto come il 50% del range futuro).
Nondimeno, ci sono molte considerazioni interessanti da fare sul Nasdaq e sulla sua (nefasta) influenza sull’S&P500 a causa del peso del titolo Nvidia.
Tali considerazioni, come vedremo, gettano un’ombra su un possibile ritracciamento più profondo delle attese sui tre indici entro il mese di gennaio.
E’ la paura, che cova sotto la cenere, di un dicembre come il 2018, di cui abbiamo parlato nei citati articoli precedenti.
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Maurizio Monti
Editore
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