Adattabilità, come principio fondamentale.
I Bajai Laut, conosciuti anche come Sama-Bajau, sono un popolo di origini e tradizioni molto antiche, provenienti dall’Arcipelago di Sulu, nelle Filippine, ma insediati anche nel Borneo e nelle isole orientali dell’Indonesia.
Il loro appellativo è di essere i “nomadi del mare”: un gruppo etnico che ha sviluppato un rapporto unico e straordinario con l’oceano.
Nel corso dei secoli, il loro adattamento alla vita marittima ha dato origine a un insieme di competenze e conoscenze sorprendenti sia dal punto di vista culturale che scientifico.
Questo adattamento non solo ha permesso loro di sopravvivere in un ambiente difficile, ma anche di prosperare, creando uno stile di vita profondamente integrato con il mare.
I Bajau Laut trascorrono gran parte della loro vita in acqua, su barche conosciute come “lepas” o “sama”, che sono essenzialmente case galleggianti. Queste navi forniscono loro mobilità e la capacità di tracciare efficacemente le risorse marine.
La vita su queste case galleggianti richiede una profonda conoscenza delle correnti oceaniche, delle maree e del comportamento dei pesci, conoscenza che viene tramandata di generazione in generazione.
Uno degli adattamenti più impressionanti dei Bajau Laut è la loro capacità di immergersi.
Fin dalla tenera età, i bambini Bajau imparano a nuotare e ad immergersi, sviluppando abilità che consentono loro di raggiungere profondità fino a 20 metri senza attrezzatura subacquea.
Gli adulti possono trattenere il respiro per diversi minuti, una capacità che ha incuriosito scienziati ed esperti di fisiologia umana.
Sembra che abbiano semplicemente sviluppato la capacità di adattarsi alle loro condizioni.
Studi recenti hanno scoperto che i Bajau Laut hanno adattamenti fisici unici che li aiutano nelle immersioni.
Ad esempio, hanno una milza significativamente più grande rispetto ad altre popolazioni umane, il che consente loro di immagazzinare più ossigeno nel sangue e di prolungare il tempo trascorso sott’acqua.
Inoltre, la frequenza cardiaca rallenta notevolmente durante le immersioni, una risposta nota come riflesso dell’immersione, che aiuta a conservare l’ossigeno.
La pesca è la principale fonte di sostentamento per i Bajau Laut e i loro metodi tradizionali sono un esempio del loro ingegno e adattamento all’ambiente marino.
Usano tecniche come la pesca subacquea, l’immersione per cacciare pesci e altri crostacei appunto. Utilizzano anche reti e trappole fatte a mano, dimostrando una profonda conoscenza delle abitudini delle specie marine locali.
I Bajau Laut raccolgono anche una varietà di prodotti marini come cetrioli di mare (“Trepang”), lumache e molluschi, che non sono solo importanti per la loro dieta ma hanno anche un valore commerciale.
La loro conoscenza dettagliata degli ecosistemi marini consente loro di sfruttare queste risorse in modo sostenibile.
La vita in mare ha plasmato tutti gli aspetti della cultura Bajau Laut. Le loro feste, i riti e le tradizioni sono intrinsecamente legati all’oceano.
Celebrazioni come matrimoni e altri eventi della comunità si svolgono spesso sulle spiagge o sulle barche, e canti e danze tradizionali raccontano storie di vita marina e le imprese dei loro antenati marinai.
La struttura sociale dei Bajau Laut riflette anche la loro vita marittima.
Le famiglie allargate spesso vivono insieme in flotte di barche, formando comunità mobili che possono spostarsi in nuove zone di pesca se necessario. Questa mobilità consente loro di adattarsi rapidamente ai cambiamenti delle condizioni del mare e della disponibilità delle risorse.
I Bajau Laut hanno mostrato una notevole resilienza. Alcuni hanno iniziato ad adottare nuovi stili di vita, stabilendosi in comunità costiere e dedicandosi alla pesca commerciale o al turismo.
Altri stanno lavorando per combinare le loro conoscenze tradizionali con le moderne tecniche di pesca e conservazione, cercando nuovi modi per sostenere le loro comunità senza perdere la propria identità culturale.
A Opzionaria Friendly Tour, all’Università di Torino, il 21 giugno scorso, un partecipante, formulando una domanda, mi ha aiutato a capire come sia necessario adattarsi al cambiamento.
Ricordando alcuni miei interventi in pubblico di circa 15 anni fa, riguardanti il mercato Forex, in sintesi, da esperto di forex e neofita di opzioni, chiedeva: “Sono necessarie le opzioni?”.
Sono, da sempre, uno studioso e un estimatore sia delle opzioni che del mercato Forex (e non solo).
La cultura del Forex è qualche cosa di molto diverso dal mondo delle opzioni. E’ la Cultura di dover azzeccare una direzione, imponendosi un money management rigoroso.
Con le opzioni, azzeccare la direzione è, talvolta, una condizione migliorativa, ma non certo il modello dominante.
E’ una filosofia profondamente differente e il cambiamento dei mercati, nel corso degli anni, ha sempre più reso “utile” se non “indispensabile” gestire un portafoglio in opzioni. Da solo o in abbinamento ad altro.
Ecco: dai Bajau Laut dobbiamo prendere esempio. L’adattamento e la resilienza sono le caratteristiche fondamentali se vogliamo fare trading con successo.
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P.S.: A scuola, nelle scuole del mondo occidentale, ci insegnarono i Fenici, popolo che si era adattato ad essere esploratore del mare.
I Bajau Laut sono i Fenici dell’Asia, con la differenza che sono contemporanei e conservano gelosamente le loro tradizioni.
Il rispetto della tradizioni nella cultura sociale è l’equivalente della Cultura della Storia nel mondo finanziario. La Storia, in finanza, ci insegna molto, ed è l’unico elemento certo che abbiamo.
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Maurizio Monti
Editore Istituto Svizzero della Borsa
