Un ricordo flash.
Flash della mente.
Il 19 febbraio del 2020 mi trovavo in un hotel di Como, per ragioni di lavoro.
Ricordo che ero molto stanco e non volevo percorrere le circa due ore di strada che mi rimanevano per arrivare a casa.
Mi ero appena sistemato in una camera piccola ma graziosa.
Al telefono avevo scambiato due parole con l’ufficio: tutto bene, ma siamo su massimi molto importanti dell’S&P500.
Il tempo di aprire il computer e vedere: sì effettivamente l’allungo era stato significativo.
L’ultima decade di febbraio spesso non è positiva per le borse, vedremo un ritracciamento dopo il massimo?
Una rapida riflessione, il tempo di sistemare un paio di posizioni sul conto personale di trading.
Le notizie sulla diffusione del Coronavirus nel mondo non erano confortanti.
Speriamo la cosa si calmi, pensavo.
Volevo mangiare qualcosa rapidamente, perché non vedevo l’ora di mettermi sotto le coperte per riposare.
La mia serata si concluse con una pizza, in una pizzeria a due passi dall’hotel.
E, come previsto, andai a dormire.
Il risveglio.
L’S&P500 durante la notte aveva ritracciato un poco.
Ora avrei fatto la strada per arrivare a casa.
Durante il tragitto, molte conversazioni con l’ufficio… questo Coronavirus, in Cina, sta facendo disastri e anche in altri Paesi.
Ci può essere una conseguenza sui mercati.
La giornata borsistica americana partì negativa.
Era il 20 febbraio 2020. Ed erano le 20.
La TV dava la notizia che a Codogno c’era il primo caso italiano di infezione. Il Covid 19 era arrivato in Italia.
Lockdown
Il mondo, ben presto, si chiuse in lockdown.
L’indice S&P500 da 3393, massimo del 19 febbraio, si ritrovò a 2738 il 10 marzo… un micidiale meno 20%.
Poi sarebbe stato un -33%, fino al 23 marzo, prima che il mercato desse sintomo di riprendersi.
Il 2025
E guarda un po’.
Il 19 febbraio 2025 l’S&P500 indice fa un massimo storico.
Il 20 febbraio comincia a scendere.
Non c’è una ragione specifica, o possono essercene parecchie.
Il sentiment sull’andamento macro-economico si è girato, paura di recessione e inflazione.
La parola stagflazione intimorisce i mercati.
Del resto dopo due anni di rialzi, che i mercati prendano respiro, ci sta anche.
Il 10 marzo l’indice è sceso di 583 punti, un -9.3%.
Non il 20 come al tempo del Covid. Ma una discesa verticale così simile…
Stagionalità
E la stagionalità dice: il mercato potrebbe continuare ad essere negativo fino al 23, forse 25 marzo.
Come fu ai tempi del Covid…. fino al 23 marzo.
Lunedì 10 marzo.
La disfatta delle tecnologiche è stata totale.
Amazon – 2.30%
Apple – 4.82%
Meta – 4.42%
Google – 4.49%
Microsoft – 3.31%
Nvidia – 5.03%
Tesla – 15.46% !!
Per non citare Palantir (-10.06%), Oracle (-4.11%), Broadcom (-5.34%).
E per descrivere compiutamente una giornata nerissima delle borse, due nomi illustri non tecnologici:
Walmart – 4.25%
JP Morgan – 4.15%
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