I ricchi devono pagare

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Escluso Grillo.

Le banche, i ricchi, Benetton. Tutti colpevoli.                   

Siamo tuttora costernati di quanto è avvenuto a Genova. Siamo vicini alle famiglie delle vittime, dei feriti, alla città intera, ai soccorritori.

Ma non possiamo tacere sulla irresponsabilità della politica. Perché questa mancanza di responsabilità, che nasce da mancanza evidente di competenza, può toccare da molto vicino la tua vita di investitore, di trader, di professionista, di consulente.

A inizio agosto, prima della tragedia di Genova, un mio editoriale, pubblicato sulla edizione straordinaria del nostro Settimanale parlava di una curiosa mentalità punitiva nei confronti dei ricchi, che si è propagata sul Pianeta, a partire dagli Stati Uniti.

Se ti sei perso l’articolo e hai voglia di leggerlo lo trovi al link seguente:

http://www.traders-mag.it/rivolta-millennials-crisi

Che tu abbia letto o no il mio articolo precedente, i fatti di Genova, il crollo del Ponte Morandi, stanno a testimoniare quanto i timori espressi in quell’articolo siano fondati, relativamente al nostro Paese.

Io non so di chi siano le responsabilità del crollo del Ponte. Non lo sa con certezza, al momento, neanche la magistratura, l’unica titolata ad esprimersi in materia, l’unica che in una democrazia vera può dare il proprio giudizio definitivo.

Io non lo so. La magistratura non lo sa ancora. Nessuno, io credo, al momento, lo sa.

E, soprattutto, nessuno può esprimere sentenze, se non la magistratura.

Invece alcuni, in ruoli chiave del potere di questa sfortunata e disgraziata democrazia chiamata Italia, dimostrano già di saperlo.

Alcuni hanno già espresso sentenze a carattere definitivo, in luogo e per conto della magistratura.

Come nelle dittature.

Alcuni, il processo sommario tipico di chi non è allenato alla democrazia, ai suoi legittimi poteri, ai suoi tempi, lo hanno già fatto.

Perfino le Brigate Rosse per esprimere una sentenza drammatica e definitiva su Aldo Moro ci hanno messo 40 giorni.

Questi signori, solo poche ore.

Sto parlando di ministri della Repubblica.

Sto parlando di persone che fino a poche ore prima della tragedia si sono opposti al progetto di una grande opera che serve a bypassare il ponte caduto. E il loro slogan era: “Non crediamo alla favola del ponte che cade”.

Per una volta Internet è contro di loro: difficile cancellare le tracce delle loro perverse convinzioni antistoriche.

Io non lo so se la società Autostrade è responsabile. Se sarà accertato dalla magistratura che essa è responsabile, pagherà per i suoi errori. È possibile lo sia, ma non lo sa nessuno, ancora. E nessuno ha il diritto di dire che lo sia.

Prima di parlare di revoca di concessioni, prima di parlare di multe da 150 milioni di euro (fantasiosa somma estratta da una sommaria approssimativa grossolana lettura delle norme del contratto di concessione), prima di parlare di responsabilità, lasciamo che gli organi preposti all’accertamento delle responsabilità in una democrazia facciano il loro lavoro.

Senza scrivere sentenze, prendere decisioni, prima che la certezza del diritto propria di una democrazia abbia fatto il suo corso.

Gentile Lettore,

è in pericolo la democrazia nel nostro Paese.

Un gruppo di irresponsabili sta mettendo il nostro Paese a grave rischio di attacco da parte della speculazione sui mercati finanziari.

Un gruppo di incompetenti che basta guardare in faccia per capire che non sono all’altezza di ricoprire il ruolo che pretendono di ricoprire sta mettendo a serio rischio quello che è rimasto dell’Italia.

Il primo valore da difendere è l’istituzione democratica e questi signori stanno dimostrando di non sapere neanche che cosa sia.

Il secondo valore è la solidità di quello che è rimasto della nostra credibilità finanziaria internazionale. E questi signori farneticano che “non siamo ricattabili”.

Lettore, attento. Sono farneticazioni pericolose. Se leggi le nostre colonne, hai qualche valore economico che forse vuoi difendere. Comunque vuoi difendere insieme con noi la certezza del diritto, presupposto essenziale a difesa dei valori economici.

Chi dice di non essere né di destra né di sinistra, esprime un concetto molto vendibile a tutti coloro che sono stati delusi dalla destra e dalla sinistra. Vale a dire, una grande parte degli italiani.

Ma se non essere né di destra né di sinistra significa rinunciare alla democrazia; se significa dire che il nostro Btp può liberamente continuare a crollare perché “non siamo ricattabili”.  Ebbene, Lettore, tutto è in pericolo.

Il futuro dell’Italia è in pericolo.

Non essere né di destra né di sinistra significa una cosa sola: non essere nulla. Nulla. Nulla. Questo significa, niente altro.

Non significa esprimere nuovi presunti valori che bisogna vedere nell’evoluzione storica. No, significa una cosa sola: il nulla.

Il nulla tipico di chi non ha mai fatto niente di concreto nella vita e altro non conosce che il nulla.

E quando la storia incontra il nulla, lo riempie, e subito, come può.

È la grande carovana dell’umanità che riempie i vuoti della incompetenza, della vacuità, dell’imbecillità dell’uomo.

È la storia a fare giustizia, alle volte sommaria, di chi porta avanti i valori del nulla. La storia non è democratica e ci ricorda proprio per questo di tenerci ben stretti i valori della democrazia.

Non è vero che questa è l’alternativa. Questa è la follia.

Dio salvi l’Italia dagli imbecilli.

P.S.: Voglio bene all’Italia, come te. Non sono a favore o contro nessuno, in realtà. Ma la democrazia va difesa a tutti i costi. E la stabilità finanziaria non va sottovalutata. Guarda che stanno mettendo in pericolo quel poco che non possiamo perdere, perché solo quello ci è rimasto.

Maurizio Monti

 

Editore TRADERS’ Magazine Italia